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Russia

La guerra dei droni si allarga: colpito l’ufficio del Caspian Pipeline Consortium a Novorossiysk, a rischio esportazioni greggio

Il consorzio è una joint venture internazionale che vede tra i suoi azionisti il monopolista russo degli oleodotti Transneft, la compagnia petrolifera statale del Kazakistan KazMunayGas e diverse grandi major occidentali, un intreccio di interessi che rende l’infrastruttura particolarmente delicata.

Un attacco con un drone ha danneggiato l’ufficio del Caspian Pipeline Consortium (CPC) a Novorossiysk, in Russia, segnando una nuova, pericolosa escalation nella campagna ucraina contro le infrastrutture energetiche russe. Sebbene il terminal petrolifero vero e proprio non sia stato colpito, l’attacco a una struttura legata a uno dei più importanti oleodotti del mondo, che trasporta oltre un milione di barili al giorno di greggio dal Kazakistan verso i mercati globali, alza il livello di allerta e serve da monito sulla vulnerabilità delle rotte energetiche strategiche. La notizia è stata confermata direttamente dall’ufficio stampa del Caspian Pipeline Consortium e riportata dall’agenzia Bloomberg. L’attacco, avvenuto mercoledì, ha causato la chiusura temporanea dell’ufficio, l’evacuazione del personale e il ferimento di due dipendenti.

UN’ARTERIA FONDAMENTALE NEL MIRINO

L’oleodotto del CPC è un’arteria vitale non solo per il Kazakistan, paese senza sbocco sul mare che da qui esporta la maggior parte del suo greggio, ma per l’intero mercato petrolifero globale. Il terminal di Novorossiysk gestisce oltre 1 milione di barili al giorno, incluse le forniture provenienti dai giganteschi giacimenti di Tengiz e Kashagan.

Il consorzio è una joint venture internazionale che vede tra i suoi azionisti il monopolista russo degli oleodotti Transneft, la compagnia petrolifera statale del Kazakistan KazMunayGas e diverse grandi major occidentali, un intreccio di interessi che rende l’infrastruttura particolarmente delicata.

LA CAMPAGNA UCRAINA SI INTENSIFICA E SI AVVICINA AL KAZAKISTAN

L’attacco di oggi non è il primo a interessare il CPC. Già a febbraio, i droni avevano colpito una stazione di pompaggio, sollevando preoccupazioni per possibili interruzioni dei flussi. Finora, Kiev ha concentrato i suoi attacchi principalmente sulle raffinerie russe, ma ha colpito anche porti e oleodotti per l’esportazione.

Questo ultimo raid serve a ricordare che la campagna ucraina, pur mirando a colpire la Russia, sta inevitabilmente interessando anche le strutture legate al transito del greggio kazako. Sebbene l’ufficio stampa del CPC abbia precisato che il terminal, situato a meno di 20 chilometri dal porto di Novorossiysk, non ha subito danni, l’incidente dimostra la crescente vulnerabilità di un’infrastruttura fondamentale per la stabilità dei prezzi del petrolio a livello mondiale.

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