In questo momento oltre un quarto dell’Europa è in siccità, e molti Paesi si stanno preparando a vivere la stessa (se non una peggiore) situazione della secca estate 2022
È appena primavera e l’Europa si sta prosciugando. Un serbatoio chiave che serve milioni di catalani si sta esaurendo. Un conflitto per l’acqua ha scatenato scontri in Francia, dove diversi villaggi non possono più fornire ai propri abitanti l’acqua del rubinetto. E il Po, il fiume più grande d’Italia, sta già scendendo ai livelli dello scorso giugno.
Oggi, nell’aprile 2023, oltre un quarto dell’Europa è in siccità e molti Paesi si stanno preparando a vivere la stessa (se non una peggiore) situazione della secca estate 2022.
All’inizio di quest’anno, uno studio che utilizza dati satellitari ha confermato che l’Europa soffre di una grave siccità dal 2018. L’aumento delle temperature sta rendendo difficile il recupero da questo deficit, lasciando il continente bloccato in un ciclo pericoloso, in cui l’acqua diventa sempre più precaria. “Qualche anno fa avrei detto che abbiamo abbastanza acqua in Europa, ora sembra che potremmo avere dei problemi”, , ha affermato Torsten Mayer-Gürr, autore principale dello studio satellitare.
Se, nelle prossime settimane, le condizioni umide potrebbero ricostituire il suolo superficiale e aiutare l’agricoltura, secondo gli esperti anche una primavera piovosa non potrà risolvere l’attuale carenza di acque sotterranee in Europa. Con l’estate dietro l’angolo, i governi si stanno affannando ad affrontare le carenze attuali e future, gestendo al contempo le tensioni derivanti dalla crescente concorrenza per l’acqua. “La siccità – ha affermato la scorsa settimana il primo ministro spagnolo. Pedro Sanchez – nei prossimi anni sarà uno dei dibattiti politici e territoriali centrali del nostro Paese”.
L’IMPORTANZA DELLE PRECIPITAZIONI INVERNALI
La storica siccità dello scorso anno ha esaurito i bacini idrici superficiali e sotterranei dell’Europa. L’inverno avrebbe dovuto portare sollievo, ma molte delle regioni più colpite del continente hanno visto poca pioggia o neve.
La Francia – dove a gennaio e febbraio non è caduta pioggia per oltre 30 giorni consecutivi, ha vissuto il suo inverno più secco degli ultimi 60 anni. La fondazione di ricerca italiana CIMA ha rilevato una riduzione del 64% delle nevicate entro la metà di aprile. Il Po scorre basso come l’estate scorsa, mentre il Lago di Garda è già a meno della metà del suo livello medio.
La prossima settimana la Spagna dovrà affrontare un’ondata di caldo precoce. Secondo il ministro per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, la disponibilità di acqua in Spagna – come in Francia – entro il 2050 potrebbe scendere fino al 40%.
“Le precipitazioni invernali sono cruciali, in particolare per i Paesi del Mediterraneo”, ha affermato Fred Hattermann, idrologo presso l’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico. Date le scarse precipitazioni di quest’anno e il sottile manto nevoso alpino, “se non ci sono molte precipitazioni ora, praticamente è in atto una siccità”, ha aggiunto. Inoltre, delle eventuali piogge primaverili servirebbero solo a mitigare lo stress idrico di questa estate. Affinché l’Europa possa uscire dal circolo vizioso di iniziare ogni anno con un grave deficit di acque sotterranee, ha spiegato Hattermann, “avremmo bisogno di quasi un decennio di anni ricchi di piogge”.
IL RUOLO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Prevedere le precipitazioni per periodi così lunghi è complicato, soprattutto con i cambiamenti climatici che alterano i modelli meteorologici. Una delle poche proiezioni a lungo termine – le previsioni del servizio meteorologico tedesco per gli anni 2020 – prevede che la Germania, per gran parte del decennio, vedrà meno precipitazioni. Anche se i livelli delle precipitazioni rimarranno invariati, però, il cambiamento climatico ridurrà la disponibilità di acqua in diverse parti d’Europa.
La siccità è un fenomeno complesso e molti fattori – come la cattiva gestione dell’acqua o il consumo eccessivo – possono avere un ruolo. Tuttavia, l’aumento delle temperature eserciterà sicuramente un’ulteriore pressione sull’approvvigionamento idrico europeo.
Hattermann ha spiegato che ci sono tre modi in cui il riscaldamento globale rende il continente più secco: “innanzitutto, più le temperature aumentano, più l’acqua evaporerà. Questo da solo la rende più secca. Fondamentalmente, dovremmo avere un costante aumento delle precipitazioni, per compensare l’aumento dell’evaporazione”.
In secondo luogo, il cambiamento climatico sta indebolendo la corrente a getto europea, il che significa che i sistemi di pressione dell’aria possono bloccarsi, creando periodi prolungati di condizioni calde e secche – come è successo l’anno scorso – o piogge intense e prolungate, come è avvenuto durante le micidiali inondazioni del 2021. Infine, i ghiacciai e il manto nevoso in Europa si stanno rapidamente riducendo a causa dell’aumento delle temperature, privando di risorse vitali grandi fiumi come il Reno, il Danubio, il Rodano o il Po.
L’Osservatorio europeo sulla siccità indica lo stress idrico nei Paesi nordici: il Brandeburgo – una zona calda della siccità in Germania – negli ultimi mesi ha registrato precipitazioni superiori alla media, eppure i livelli delle acque sotterranee sono inferiori rispetto allo scorso anno. “Nonostante tutta la pioggia che abbiamo avuto, non è migliorata, ma peggiorata”, ha osservato Hattermann.
I PIANI DEI PAESI EUROPEI PER CONTRASTARE LA SICCITÀ
L’Europa si sta lentamente rendendo conto della minaccia. Le capitali, segnate dagli effetti devastanti della scorsa estate su settori come l’agricoltura, l’energia e l’industria, si stanno affrettando ad elaborare risposte alle carenze attuali e previste. Ad inizio aprile l’Italia ha emesso un decreto sulla siccità, che riduce la burocrazia per le infrastrutture idriche, inclusi gli impianti di desalinizzazione. La Spagna a gennaio ha pubblicato una nuova serie di piani di gestione dell’acqua.
La nuova strategia nazionale di gestione dell’acqua del presidente francese Emmanuel Macron punta a ridurre il consumo idrico complessivo del 10% entro la fine del decennio. In base al piano, ogni settore sarà invitato ad elaborare proposte per ridurre il proprio consumo di acqua.
La strategia della Germania, adottata a marzo, include misure per rendere l’uso dell’acqua “sostenibile” in 10 aree entro il 2050, oltre ad una serie di 78 misure da attuare entro il 2030. I critici, però, sostengono che i Paesi stanno facendo troppo poco per affrontare la cattiva gestione delle risorse , che ancora abbonda in tutto il continente, aggravando gli effetti della riduzione della disponibilità idrica. Si stima che un quarto dell’acqua potabile in Europa vada perso a causa di condutture che perdono.
“Ovviamente, l’acqua è una risorsa finita, e noi come società forse non siamo stati il più efficaci possibile nella gestione di questa risorsa”, ha affermato Samantha Burgess, vicedirettore di Copernicus, il servizio europeo di osservazione del clima.
LE GUERRE DELL’ACQUA
Nel frattempo, la gestione dell’acqua – e decidere chi può accedervi – si sta trasformando in una questione politica in tutto il continente. La scorsa estate sono state imposte delle restrizioni sull’uso dell’acqua nel Regno Unito, in Francia, in Spagna e in Italia, sollevando interrogativi sulla priorità dell’uso dell’acqua per le infrastrutture turistiche, i grandi impianti industriali e l’agricoltura.
Alcuni comuni devono già affrontare nuove restrizioni, in altri non sono mai state revocate. La Catalogna ha recentemente imposto dei limiti, tra cui una riduzione obbligatoria del 40% del consumo di acqua per l’agricoltura. Nella Germania meridionale, le controversie legali sull’acqua sono raddoppiate negli ultimi due decenni, e in Francia le tensioni tra ambientalisti e agricoltori per la costruzione di bacini idrici il mese scorso hanno scatenato violenti scontri.
I serbatoi hanno lo scopo di aiutare gli agricoltori ad affrontare condizioni più secche in estate, pompando l’acqua sotterranea in inverno, che può quindi essere utilizzata per l’irrigazione in estate; secondo i gruppi ambientalisti, però, il settore dovrebbe adottare delle misure per ridurre drasticamente il consumo di acqua.