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Idrogeno

La questione della definizione giuridica di “idrogeno rinnovabile”

L’Unione Europea ha ricevuto oltre 300 reazioni dall’industria e da altre parti interessate

L’Unione Europea ha ricevuto oltre 300 reazioni dall’industria e da altre parti interessate al suo progetto di definizione giuridica di “idrogeno rinnovabile”, ma la realtà legislativa significa che dei cambiamenti importanti sono improbabili. Ora i commenti della Commissione Europea sono in grado di finalizzare la legge, dopo aver concesso al Parlamento Europeo e agli Stati UE un periodo legale di due mesi per opporsi.

Entrambe le istituzioni europee hanno però poco spazio per apportare modifiche dettagliate, considerato che, per respingere completamente la proposta della Commissione, è richiesta la maggioranza della Plenaria o un’elevata maggioranza di Stati membri.

COSA PREVEDONO I CRITERI DELLA COMMISSIONE UE

La bozza dei criteri, definita dalla Commissione a maggio, richiede che i combustibili rinnovabili di origine non biologica (renewable fuels of non-biological origin – RFNBO) e l’idrogeno rinnovabile da elettrolizzatori connessi alla rete dimostrino che le quote medie di elettricità rinnovabile nelle zone di offerta elettriche interessate nell’anno precedente hanno superato il 90%. Anche le ore di produzione di idrogeno non dovrebbero essere superiori a un numero massimo di ore relative alla quota di energie rinnovabili nella zona di offerta. E la Commissione vuole che l’impianto di generazione di energia rinnovabile entri in funzione meno di 36 mesi prima che l’elettrolizzatore produca l’idrogeno rinnovabile.

LA POSIZIONE DELL’INDUSTRIA

In privato, l’industria vede i criteri come il meglio che potrebbe essere raggiunto politicamente. Ciò però non ha impedito a molti dei 335 soggetti intervistati di riaffermare i propri desideri. Hydrogen Europe ha chiesto che la soglia del 90% “inutilmente alta” della Commissione venga abbassata al 70% e che il periodo di introduzione graduale dei criteri venga esteso al 2030, per consentire l’adozione di più progetti RFNBO a costi più competitivi.

Hydrogen Europe vuole che la Commissione cambi la sua posizione insistendo sui produttori di idrogeno, per dimostrare che la produzione di idrogeno rinnovabile https://energiaoltre.it/quanto-conta-la-svolta-allidrogeno-pulito-secondo-breton/ avviene nella stessa ora di calendario della produzione di elettricità rinnovabile, o che l’elettricità rinnovabile immagazzinata localmente è stata utilizzata durante tali periodi, con una risoluzione mensile.

L’IMPORTANZA DELL’ANNO 2027

Un lungo elenco di aziende ha indicato che i criteri per l’elettricità “verde” della Commissione metterebbero un freno all’idrogeno verde – prodotto da elettricità rinnovabile – e renderebbero difficile la realizzazione di progetti per l’idrogeno in generale. Secondo alcuni, solo consentire l’energia da impianti eolici e solari di nuova costruzione e non sovvenzionati per la produzione di idrogeno verde dopo il 2027 renderà impossibile produrre idrogeno verde su larga scala fino a dopo il 2030.

Altri chiedono un’estensione più ampia per consentire ai primi elettrolizzatori di entrare in funzione oltre il 2027 previsto dalla Commissione per beneficiare dei vantaggi phase-in per tutta la loro vita. Il produttore tedesco di energie rinnovabili Sunfire ha affermato che i criteri della Commissione favoriscono “fortemente” alcune aree geografiche per la produzione di idrogeno rinnovabile, principalmente nelle regioni “ultime” dell’Europa, ma rendono più difficile avvicinarsi ai centri della domanda industriale.

La Renewable Hydrogen Coalition, presieduta dall’amministratore delegato di Iberdrola, Ignacio Galan, ha affermato di avere “riserve” sui livelli eccessivi di complessità e incertezza posti agli sviluppatori di progetti. Secondo  la coalizione, i criteri proposti possono ostacolare la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, influire sui volumi di idrogeno e aumentare il costo dei combustibili.

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