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Petrolio

La riduzione della capacità di riserva farà solo aumentare i prezzi del petrolio

Nell’OPEC+ ci sono solo pochi Paesi che possono effettivamente aumentare la loro produzione di petrolio in modo palpabile

Quando la scorsa settimana l’OPEC+ ha deciso di aumentare il suo obiettivo di crescita della produzione mensile da 432.000 a 648.000 barili al giorno, molti politici, in Europa ma anche in America, devono aver tirato un sospiro di sollievo. Non è stato però un lungo sollievo.

Dopo l’annuncio dell’OPEC+ i prezzi del petrolio avrebbero dovuti scendere, ma non è stato così. I prezzi sono aumentati, e questo non solo perché l’aumento della crescita della produzione target poteva rimanere solo sulla carta, ma anche a causa della capacità di riserva.

Che la capacità di produzione mondiale di petrolio di riserva sia piuttosto limitata è noto da tempo. Ci sono stati avvertimenti che gli investimenti insufficienti in nuove esplorazioni petrolifere – in gran parte a causa del passaggio degli investitori alle opportunità ESG e alle politiche governative che scoraggiano maggiori investimenti nel petrolio – porteranno a una riduzione della capacità inutilizzata. Eppure questi avvertimenti sono rimasti in gran parte inascoltati.

In tutta l’OPEC+, ci sono solo pochi Paesi che possono effettivamente aumentare la loro produzione di petrolio in modo palpabile, e la loro capacità di riserva combinata non è poi così eccezionale. E si sta anche riducendo.

LE STIME SULLA CAPACITÀ PRODUTTIVA INUTILIZZATA DELL’OPEC

Secondo alcune prudenti stime prudenti citate da Reuters, la capacità produttiva inutilizzata dell’OPEC potrebbe scendere al di sotto di 1 milione di barili al giorno entro la fine di quest’anno. Ciò equivale a meno dell’1% della domanda globale.

Secondo l’EIA, la situazione è decisamente migliore, con la capacità inutilizzata dell’OPEC che in questo momento sarebbe di circa 3 milioni di barili al giorno. Secondo Energy Aspects, infine, la capacità inutilizzata dell’OPEC+ sarebbe circa l’1% della domanda giornaliera globale, che attualmente è intorno ai 102 milioni di barili.

Questa non è un’intera produzione di petrolio che può essere sfruttata entro 30 giorni, secondo la definizione di capacità inutilizzata dell’Energy Information Administration americana. E, se si verifica un’interruzione da qualche parte nel mondo, diventerà drammaticamente chiaro quanto sia piccola.

GLI SCENARI DI BARCLAYS E JP MORGAN

L’analista energetico Paul Sankey, di Sankey Research, lo ha chiarito, dopo che l’OPEC+ ha annunciato il nuovo obiettivo di produzione: “L’Arabia Saudita deve fare una scelta: lasciare che il prezzo salga, mantenendo un livello di capacità inutilizzata di super emergenza e super crisi, oppure aggiungere petrolio al mercato e arrivare ad una capacità inutilizzata praticamente pari a zero? E poi cosa succederebbe se la Libia crollasse?”. Dato che la Libia “crolla” in media una volta ogni 3 mesi – e talvolta per un lungo periodo di tempo – e dato che nel Golfo del Messico sta iniziando la stagione degli uragani, il quadro diventa ancora più nero.

Negli anni scorsi la stagione degli uragani ha messo fuori uso la maggior parte della produzione petrolifera offshore degli Stati Uniti, che a sua volta rappresenta il 15% della produzione totale di petrolio USA. I fattori rialzisti per il petrolio sembrano solo accumularsi.

“L’Arabia Saudita produrrà circa 11 milioni di barili al giorno entro la fine dell’estate e la capacità inutilizzata reale a livello globale – che può essere attivata abbastanza rapidamente – raggiungerà solo l’1,5% della domanda globale”, ha affermato Barclays in una nota. La banca ha aumentato le sue previsioni per il greggio Brent di 11 dollari al barile per quest’anno e di 23 dollari al barile per il prossimo anno.

Se ciò accadrà, l’Arabia Saudita sarà vicina al suo limite di capacità inutilizzata: non ha mai prodotto 11 milioni di barili al giorno per un lungo periodo di tempo, e secondo Sankey probabilmente non lo farà nemmeno ora.

In effetti, secondo altre previsioni, l’OPEC+ non si avvicinerà affatto al suo nuovo obiettivo: JP Morgan prevede aggiunte effettive alla produzione di 160.000 barili al giorno a luglio e di 170.000 barili ad agosto. Lasciando da parte la geopolitica – sebbene le considerazioni geopolitiche abbiano un ruolo importante da svolgere nelle politiche OPEC+ – semplicemente non c’è abbastanza capacità di produzione inutilizzata per far funzionare un aumento di produzione di questa portata.

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