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La rivoluzione galleggiante del Gnl: così i terminali Flng stanno conquistando il mercato con velocità e costi ridotti

I terminali galleggianti di GNL (FLNG) sono pronti a triplicare la loro capacità entro il 2030, affermandosi come una soluzione più rapida, economica e flessibile rispetto agli impianti a terra. Superate le difficoltà iniziali, i progetti FLNG stanno sbloccando nuove riserve e rivoluzionando il mercato energetico globale.

I terminali galleggianti di gas naturale liquefatto (FLNG) stanno guadagnando slancio nel mercato globale del GNL, con una capacità che dovrebbe triplicare entro il 2030. Un tempo ostacolati da sfide tecniche e operative, i progetti FLNG stanno ora raggiungendo tassi di utilizzo paragonabili a quelli dei terminali onshore, affermandosi come una soluzione più rapida, flessibile ed economica, in grado di sbloccare riserve precedentemente inutilizzate. È quanto emerge da una nuova ricerca pubblicata dalla società di analisi energetica Rystad Energy.

CAPACITÀ E UTILIZZO IN FORTE AUMENTO

Rystad Energy stima che la capacità globale di FLNG raggiungerà i 42 milioni di tonnellate all’anno (Mtpa) entro il 2030, salendo a 55 Mtpa entro il 2035, quasi quattro volte i 14,1 Mtpa registrati nel 2024. I terminali messi in servizio prima del 2024 hanno raggiunto un tasso di utilizzo medio dell’86,5% nel 2024 e del 76% ad oggi nel 2025, cifre paragonabili agli impianti GNL onshore globali.

DALLE DIFFICOLTÀ INIZIALI ALLA MATURITÀ DEL SETTORE

“L’FLNG ha fatto molta strada in meno di un decennio. Gli unici veri ostacoli sono stati i problemi iniziali tipici di qualsiasi nuova tecnologia, come si è visto con progetti come Prelude di Shell, che hanno dovuto affrontare sforamenti di costo e una produzione instabile. Da allora, però, il settore è maturato in modo significativo, Prelude compreso. I tassi di utilizzo stanno migliorando, la tecnologia si sta dimostrando affidabile in diversi ambienti e gli aspetti economici stanno iniziando ad avere più senso. Dalla gestione delle sfide per l’ottenimento dei permessi in Canada allo sblocco di riserve offshore remote in Africa e Asia, l’FLNG sta finalmente diventando una realtà diffusa.”
Kaushal Ramesh, Vicepresidente, Ricerca su gas e GNL, Rystad Energy

CROLLO DEI COSTI: ORA COMPETITIVI CON GLI IMPIANTI ONSHORE

Senza un progetto preliminare da seguire, i primi progetti FLNG, come il Prelude di Shell, costruito in Corea del Sud dal consorzio Technip-Samsung, sono diventati una dimostrazione negativa dei limiti iniziali del FLNG. I costi sono aumentati a 2.114 dollari a tonnellata per la sola liquefazione. Tuttavia, con l’acquisizione di esperienza operativa e costruttiva da parte del settore, la spesa in conto capitale per tonnellata è diminuita significativamente, allineando i costi ai progetti GNL onshore. Gli sviluppi proposti lungo la costa del Golfo degli Stati Uniti ora costano in media circa 1.054 dollari a tonnellata. Delfin FLNG, un progetto proposto negli Stati Uniti, si colloca appena al di sopra di questa media, a 1.134 dollari a tonnellata, mentre Coral South FLNG in Mozambico, di dimensioni simili, riporta un costo di liquefazione comparabile di 1.062 dollari a tonnellata. Tuttavia, notiamo che i concetti di progetto non sono del tutto comparabili. Alcuni sono complessi produttori integrati con componenti a monte come parte degli impianti GNL, mentre altri si limitano a liquefare il gas da gasdotto.

LA VIA DELLA CONVERSIONE: UNA SOLUZIONE ANCORA PIÙ ECONOMICA

Parallelamente, gli sviluppatori di FLNG si stanno sempre più rivolgendo alla conversione delle navi come alternativa economica alle nuove strutture. Progetti come Tortue/Ahmeyim FLNG, Cameroon FLNG e FLNG MK II di Southern Energy hanno ottenuto livelli di spesa in conto capitale notevolmente inferiori, rispettivamente di 640, 500 e 630 dollari per tonnellata, grazie alla riconversione delle navi metaniere di tipo Moss. Queste conversioni beneficiano del design modulare del serbatoio sferico delle navi, che consente una più semplice integrazione dei moduli di liquefazione prefabbricati. Con la prevista dismissione di diverse navi metaniere di tipo Moss nei prossimi anni, altre potrebbero essere riconvertite, ampliando la pipeline di soluzioni FLNG a basso costo.

FLESSIBILITÀ OPERATIVA E MOBILITÀ DEGLI ASSET

Le navi FLNG stanno inoltre dimostrando la loro flessibilità operativa in diversi ambienti, dai giacimenti in acque profonde a quelli in acque ultra-profonde, fino all’approvvigionamento a terra. Qualora alcuni progetti dovessero bloccarsi, la loro nave potrebbe essere trasferita o venduta, a dimostrazione dell’intrinseca mobilità e adattabilità delle risorse FLNG.

IL VANTAGGIO DECISIVO DELLA VELOCITÀ

Nell’attuale contesto energetico, in cui i mercati rimangono tesi ma sono esposti al rischio di eccesso di offerta, la rapidità di messa in produzione è fondamentale. Tempi di costruzione prolungati ritardano la generazione di ricavi ed espongono i progetti a un rischio maggiore di sforamenti dei costi. I dati di Rystad Energy mostrano inoltre che le unità FLNG possono essere consegnate in tempi significativamente più rapidi rispetto agli impianti di liquefazione onshore, consentendo decisioni di investimento finali più rapide e un’esecuzione più agile. In media, i progetti FLNG di nuova costruzione vengono completati in circa tre anni, rispetto ai circa 4,5 anni (ponderati in base alla capacità) degli impianti onshore operativi. Per le unità FLNG attualmente in costruzione, il tempo medio di costruzione previsto è ancora inferiore, attestandosi a 2,85 anni. Questa accelerazione dei tempi è un fattore chiave nella crescente preferenza per le FLNG, poiché gli sviluppatori cercano di ridurre al minimo l’esposizione e accelerare i rendimenti.

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