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La sfida europea sullo stoccaggio energetico. Il report della Corte dei Conti Ue

Dalle materie prime, alla definizione di una strategia; dalla ricerca al quadro normativo di sostegno. Questo e molto altro nell’audit dell’organismo contabile

L’Unione europea deve migliorare lo stoccaggio energetico se vuole raggiungere i valori-obiettivo in materia di energia e i target climatici che si è prefissata di raggiungere. Ma per fare questo deve affrontare tutta una serie di sfide tecnologiche nell’ambito dell’accumulo di energia, tanto per la rete quanto per i trasporti. Stando ben attenta a tenere il passo della concorrenza internazionale. È quanto emerge da un documento di riflessione stilato dalla Corte dei Conti europea intitolato “EU support for energy storage”.

LA TRIPLICE SFIDA DELL’UE SULLO STOCCAGGIO

UEPer la Corte dei Conti europea, lo stoccaggio dell’energia può contribuire al conseguimento degli obiettivi energetici e climatici dell’Ue. “Le tecnologie di immagazzinamento dell’energia forniscono una risposta flessibile agli squilibri causati dall’aumento, nella rete elettrica, della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili variabili, come l’energia solare ed eolica. I combustibili prodotti da fonti rinnovabili, come l’elettricità da rinnovabili o l’idrogeno, possono contribuire a ridurre le emissioni dei trasporti; il miglioramento della tecnologia per l’accumulo di energia può sostenere l’espansione della flotta di veicoli che utilizzano questi carburanti”, ammette l’organo contabile. Il documento di riflessione illustra, quindi, proprio le principali sfide cui il sostegno dell’Unione europea deve rispondere per lo sviluppo e la diffusione dello stoccaggio di energia, sfide che, a parere della Corte, sono triplici: definire una strategia Ue per lo stoccaggio energetico; utilizzare la ricerca e l’innovazione in maniera efficace e stabilire un quadro normativo di sostegno.

WYNN OWEN (CORTE UE): VI È IL RISCHIO CHE LE MISURE ADOTTATE FINORA NON SIANO SUFFICIENTI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI STRATEGICI

“Lo stoccaggio di energia svolge un ruolo fondamentale nel realizzare nell’Ue un sistema energetico a basse emissioni di carbonio, basato principalmente su fonti rinnovabili – ha dichiarato Phil Wynn Owen, il Membro della Corte dei conti europea responsabile del documento di riflessione in una nota -. L’Ue si è adoperata per mettere a punto un quadro strategico per lo stoccaggio dell’energia, ma vi è il rischio che le misure adottate finora non siano sufficienti per raggiungere gli obiettivi strategici dell’Ue in materia di energia pulita”.

L’EUROPA ARRIVA “SECONDA”: DIFFICOLTÀ AD AVERE UN VANTAGGIO COMPETITIVO

La Corte ha avvertito, infatti, che l’attuale strategia dell’Ue potrebbe non vincere le sfide della transizione energetica. Secondo l’organismo contabile, l’Unione europea sta sviluppando la capacità produttiva di batterie agli ioni di litio (usate ad esempio nei veicoli elettrici) “in ritardo rispetto ad altre importanti regioni del mondo”. E poiché entrerà nel mercato della produzione di batterie “per seconda”, “potrebbe avere difficoltà a generare un vantaggio competitivo”. auto elettriche

LA EUROPEAN BATTERY ALLIANCE TROPPO INCENTRATA SULLE TECNOLOGIE ESISTENTI PIÙ CHE SU QUELLE ALL’AVANGUARDIA

Allo stesso tempo, la European Battery Alliance – istituita allo scopo di creare in Europa una produzione di batterie sostenibile e competitiva – “è ampiamente incentrata sulle tecnologie esistenti anziché su quelle all’avanguardia e rischia di non conseguire gli ambiziosi obiettivi perseguiti. La Commissione – ha precisato la Corte – riconosce l’importanza della ricerca e dell’innovazione e ha preso provvedimenti per semplificare il principale programma dell’Ue in materia di ricerca, Orizzonte 2020. Fra il 2014 e la fine del 2018, sono stati erogati, tramite questo programma, 1,3 miliardi di euro per lo stoccaggio di energia in rete o per progetti di mobilità a basse emissioni di carbonio. Vi è il rischio, tuttavia, che l’Ue non abbia sostenuto a sufficienza la diffusione sul mercato di soluzioni innovative per l’accumulo di energia”.

IL PROBLEMA DELLE MATERIE PRIME: LITIO E COBALTO

Secondo l’organismo europeo, l’Ue potrebbe in effetti rimanere al di sotto dell’obiettivo stabilito per il 2025 dalla European Battery Alliance nata proprio per contrastare lo strapotere di altri paesi (la Cina in primis) nel settore. Secondo quanto evidenzia il documento, le batterie sono una componente fondamentale dei veicoli elettrici, rappresentando circa il 50 % del costo del veicolo. Per rafforzare l’industria automobilistica elettrica dell’Ue, attualmente in via di sviluppo, la Commissione ha ritenuto importante che l’Unione disponga di una propria capacità di produzione di batterie. Ma anche qui nasce un altro problema da affrontare: la crescita della produzione di veicoli elettrici aumenta la domanda di litio e cobalto, materie prime fondamentali necessarie per la produzione di batterie agli ioni di litio. Secondo la KIC InnoEnergy, la Cina possiede circa il 50% delle attività di estrazione del litio e del cobalto a livello mondiale. Per questo Bruxelles ritiene importante garantirsi innanzitutto l’accesso alle materie prime provenienti da paesi terzi ricchi di risorse e l’accesso alle materie prime secondarie attraverso il riciclaggio in un’economia circolare.

SERVONO ALMENO 10-20 GIGAFABBRICHE

La Commissione europea ritiene, inoltre, che per soddisfare la sola domanda di batterie all’interno dell’Ue – che secondo le sue stime potrebbe raggiungere un valore di 250 miliardi di euro all’anno entro il 2025 – si richiederebbero almeno 10-20 grandi impianti di produzione di batterie a celle, o “gigafabbriche”, in grado di produrre circa 200 GWh di batterie agli ioni di litio all’anno. La Commissione ha stimato che gli investimenti totali necessari ammontino a circa 20 miliardi di euro.

LE SETTE SFIDE INDIVIDUATE DALL’AUDIT DELLA CORTE

La Corte ha osservato, inoltre, che vi sono margini per ridurre ulteriormente la complessità del finanziamento della ricerca da parte dell’Ue e accrescere la partecipazione delle imprese innovative. Secondo la Corte, finora, gli investitori in soluzioni di stoccaggio di energia nell’ambito della rete elettrica hanno incontrato ostacoli, ma la nuova normativa dovrebbe aiutare a superare la maggior parte di essi. Tuttavia, ha avvertito che, per quanto riguarda la mobilità elettrica, un’installazione tardiva e disomogenea delle infrastrutture di ricarica potrebbe ritardare la diffusione dei veicoli elettrici. L’audit ha dunque individuato varie sfide per il sostegno Ue allo sviluppo e alla diffusione delle tecnologie di stoccaggio dell’energia: assicurare una strategia coerente; aumentare il sostegno fornito dai portatori di interessi; ridurre la complessità dei finanziamenti dell’Ue per la ricerca; sostenere la ricerca e l’innovazione in materia di tecnologie per lo stoccaggio energetico; diffondere le tecnologie di stoccaggio dell’energia; eliminare gli ostacoli incontrati dagli investitori; e sviluppare infrastrutture per i combustibili alternativi.

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