L’impianto di smaltimento dei rifiuti nucleari della Svezia è il secondo al mondo, dopo che la Finlandia lo scorso anno ha costruito il primo deposito in profondità, dove seppellirà i rifiuti nucleari per 100.000 anni a partire dal 2026
La Svezia ha avviato la costruzione di un deposito finale per il combustibile nucleare esaurito, dove i rifiuti altamente radioattivi saranno conservati per 100.000 anni. Attualmente ci sono migliaia di tonnellate di combustibile solido esausto provenienti da centrali nucleari in tutto il mondo e milioni di litri di rifiuti liquidi radioattivi provenienti dalla produzione di armi, in contenitori di stoccaggio temporanei, alcuni dei quali hanno iniziato a perdere il loro contenuto tossico. I rifiuti nucleari sono noti per il fatto che possono restare pericolosamente radioattivi per diverse migliaia di anni.
“È difficile spiegare l’importanza per la Svezia e per la transizione climatica del fatto che la costruzione del deposito finale sia in corso”, ha detto all’agenzia Reuters il ministro dell’Ambiente Romina Pourmokhtari. “Hanno detto che non avrebbe funzionato, ma funziona”.
IL DEPOSITO PER I RIFIUTI NUCLEARI IN SVEZIA E QUELLO IN FINLANDIA
L’impianto di smaltimento dei rifiuti nucleari della Svezia – scrive Oilprice – è solo il secondo al mondo, dopo che la Finlandia lo scorso anno ha costruito il primo deposito in profondità, dove seppellirà i rifiuti nucleari per 100.000 anni a partire dal 2026.
Soprannominato “Onkalo”, l’impianto finlandese è sepolto in una roccia ad oltre 400 metri sotto le foreste della Finlandia sud-occidentale. L’impianto si trova in cima ad un dedalo di tunnel situati accanto a 3 reattori nucleari sull’isola di Olkiluoto, a circa 240 chilometri dalla capitale Helsinki. Il progetto Onkalo si basa sul cosiddetto metodo “KBS-3” sviluppato dalla Swedish Nuclear Fuel and Waste Management Company.
IL FUNZIONAMENTO DEL DEPOSITO FINLANDESE
Il KBS-3 si basa su un principio multi-barriera in base al quale, se una delle barriere progettate dovesse cedere, l’isolamento dei rifiuti radioattivi non verrebbe compromesso. “In pratica, il progetto Onkalo consiste nel costruire un impianto di incapsulamento e uno smaltimento per il combustibile esaurito. E non è temporaneo, è per sempre”, ha spiegato alla CNBC Pasi Tuohimaa, responsabile comunicazioni di Posiva, l’azienda che ha il compito di gestire lo smaltimento finale delle barre di combustibile nucleare esaurito ad Onkalo.
Il primo impianto di smaltimento geologico del suo genere è stato definito un punto di svolta che probabilmente aumenterà l’attrattiva dell’energia atomica, “Avere una soluzione per lo smaltimento finale del combustibile esaurito era come la parte mancante del ciclo di vita sostenibile per l’energia nucleare”, ha detto Tuohimaa. Secondo il ministro finlandese per il Clima, Kai Mykkänen, Onkala fornisce al mondo un modello per la gestione sostenibile dei rifiuti nucleari.
IL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI ITALIANO
Per quanto riguarda invece il deposito per le scorie nucleari che dovrebbe sorgere in Italia, su iniziativa del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, passa da 30 a 60 giorni il tempo a disposizione dei Comuni interessati per inviare osservazioni sulla Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi incluso in un parco tecnologico, oggetto di Valutazione Ambientale Strategica.
Il termine sarebbe scaduto il 26 dicembre 2024 e verrà dunque posticipato di 30 giorni, per favorire la piena partecipazione delle amministrazioni alla procedura. Nel novembre scorso era iniziata la fase di scoping prevista dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica sulla proposta di CNAI ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il parco tecnologico. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva infatti dato il via libera alla procedura dopo aver stilato, il 13 dicembre 2023, l’elenco delle 51 aree idonee.
I TEMPI PER L’ENTRATA IN SERVIZIO DEL DEPOSITO ITALIANO
Il cronoprogramma prevede che il deposito entri in funzione nel 2039, a patto però che tutte le fasi procedurali si chiudano secondo i tempi previsti, con l’autorizzazione unica che dovrebbe arrivare entro il 2029. La base di partenza è stata invece la proposta di CNAI, la carta che individua le aree del territorio nazionale idonee a ospitare il Deposito Nazionale frutto del lavoro condotto da Sogin.
Tra le possibili soluzioni alternative, il ministro Pichetto ha ricordato la possibilità di ammodernare e ampliare i numerosi depositi di rifiuti radioattivi già presenti nel nostro Paese. Al momento ce ne sono 100 distribuiti su 22 siti, che contengono i circa 300-500 metri cubi di rifiuti medicali di bassa e media attività l’anno che si producono nel nostro Paese.