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La transizione aziende gas verso il green. Parla Ghelli (SGR Biomethane)

“È ormai chiaro il notevole incremento della coscienza sociale legata ai temi della sostenibilità ambientale e allo sviluppo di progetti e modelli di economia circolare a sostegno della lotta ai cambiamenti climatici”

Negli ultimi anni, in seguito alla diffusione dei problemi relativi all’incremento della CO2 atmosferica, si è sviluppata una sempre più crescente coscienza generale rivolta all’efficientamento energetico. La transizione energetica rappresenta una priorità ed è al centro della politica ambientale europea e nazionale. Tutti i comparti energetici sono chiamati a dare il proprio contributo nel percorso di decarbonizzazione, compresa l’industria del gas naturale che – dopo gli anni della metanizzazione – si trova oggi ad affrontare le sfide di un sistema energetico che deve evolvere verso la carbon neutrality. Ne parliamo con l’ing. Gianluca Ghelli, General Manger della società SGR Biomethane S.r.l. del gruppo SGR, che ha una lunga tradizione nello sviluppo del gas naturale.

Quali motivi porteranno il gas naturale a restare una risorsa centrale nel sistema energetico anche nel percorso di decarbonizzazione?

Il gas naturale (costituito in prevalenza da metano CH4) è certamente la migliore tra tutte le fonti fossili, la più pulita tra esse e contemporaneamente la più flessibile e pertanto gioca un ruolo fondamentale non solo nel processo di phase-out degli impianti a carbone, ma anche in termini di backup energetico per garantire la sicurezza e la continuità delle forniture. Infatti il metano, con la presenza di un solo atomo di carbonio a fronte di quattro atomi di idrogeno, presenta il più alto rapporto – 4:1 – fra i due elementi e, di conseguenza, la minore emissione di CO2 fra tutti i combustibili fossili, vegetali ed artificiali. Ovviamente il miglior combustibile in assoluto, dal punto di vista della CO2, è l’idrogeno.

Le reti gas inoltre presentano facilità di trasporto e possibilità di stoccaggio ad alta pressione e non richiedono grandi investimenti strutturali per essere adeguate al crescente sviluppo. Si può quindi vedere la rete del gas come un asset già pronto e predisposto a trasportare energia rinnovabile in forma di molecola “verde”.

La rete gas, costruita e sviluppata su tutto il territorio nazionale negli anni della metanizzazione, può quindi diventare un asset “green”, capace di trasportare non solo gas naturale ma anche quella che lei chiama “molecola verde”. Può spiegarci meglio in quali termini?

Parlando di molecola “verde” faccio riferimento naturalmente ai cd “green gas” e, tra questi in primis al biometano, ovvero il metano di origine biologica; ma si deve fare molta attenzione a non dimenticare anche l’idrogeno che giocherà un ruolo chiave nella transizione energetica nel medio – lungo periodo.

L’idrogeno (H2), a differenza del biometano che è un’energia primaria, viene definito come vettore energetico, ovvero rappresenta una forma di stoccaggio smart di energia. Può essere generato dallo Steam Reforming del metano fossile (blue hydrogen) o dall’elettrolisi dell’acqua operata per mezzo di FER in eccesso altrimenti non utilizzate (green hydrogen). Una volta generato, rappresenta pertanto una buona fonte energetica facilmente stoccabile, ad alta pressione analogamente al metano, sottoforma di molecola gassosa. Sono numerosi i test per il suo immediato utilizzo per mezzo delle fuel cells, tramite le quali è possibile utilizzare direttamente l’Idrogeno come energia.

Da rilevare, infine, che le caratteristiche relative alla densità ed al potere calorifico di questo combustibile sono tali da renderlo immediatamente utilizzabile nella rete gas in esercizio, con le dovute cautele sul piano della sicurezza naturalmente.

Quali prospettive vede rispetto all’utilizzo dell’idrogeno nella rete gas? Quali tempistiche per rendere attuale il potenziale di tale risorsa?

L’idrogeno ad oggi rappresenta una prospettiva di notevole interesse, per la Strategia Energetica Nazionale (SEN), ma solo con focus al 2040-2050, a causa degli ancora elevati costi di produzione da abbattere e della necessità di sviluppare ulteriori infrastrutture durante i prossimi anni. Rappresenta sicuramente un’opportunità per supportare tutti settori non facilmente elettrificabili e dunque difficilmente convertibili a combustibile sostenibile. Si parla in particolare del settore dei trasporti navali, aerei e dei grandi autoarticolati. L’idrogeno rappresenterà la chiave di volta anche del sector coupling, permettendo, in qualità di vettore energetico di stoccaggio, alla rete elettrica e alla rete gas di dialogare come mai accaduto prima d’ora. Avendo infatti l’Italia entrambe le reti altamente sviluppate e diramate lungo tutto il paese, questi assets rappresenteranno un fattore determinante nel processo verso una distribuzione sempre più capillare e l’evoluzione delle smart cities. L’idrogeno sarà pertanto il mezzo attraverso il quale concretizzare questo importante progetto, totalmente in linea con la politica del Green Deal europeo, data la sua capacità di trasformazione dall’energia elettrica alla molecola gassosa e ancora in energia elettrica.

Si tratterà dunque di un mercato che vedrà il Gruppo SGR impegnato in prima linea nei prossimi anni e già da ora nel R&D grazie ai tavoli di discussione del Clust-ER , fermo restando il ruolo di assoluto protagonista attuale giocato dal biometano, grazie in particolare al contributo che può fornire alla programmabilità del sistema e al progressivo “greening” della rete di trasporto gas, altrimenti in trend negativo a causa della crescente elettrificazione dei settori automotive & building.

Quali prospettive possiamo invece ipotizzare rispetto allo sviluppo del biometano?

Con l’incentivazione del biometano attraverso i Certificati di Immissione In Consumo (CIC) si stima di coprire una domanda di metano nei trasporti corrispondente a circa 1,1 miliardi di Sm3/anno al 2030. Il sistema gas giocherà, come dimostrato, un ruolo indispensabile per la SEN e potrà divenire il perno dell’“ibrido” elettrico-gas, anche alla luce della spinta per la diffusione di carburanti alternativi nei trasporti.

Il vantaggio del biometano, oltre ad essere una energia primaria, è anche quello di avere già attiva e predisposta la filiera completa comprendente consumo ed utilizzo finale, rappresentando un esempio virtuoso di trionfo dell’economia circolare basata sul concetto del “waste to energy”.

Come è maturata e come si è concretizzata la decisione del Gruppo SGR di sviluppare un nuovo business green del gas naturale?

L’esperienza del Gruppo SGR sul tema biometano si concretizza con la costituzione, nello scorso settembre del 2019, della Società SGR Biomethane s.r.l., la divisione “green” 100% del Gruppo orientata verso i progetti di Green Economy e Combustibili del futuro.

Questa evolve da una pionieristica start-up italiana del 2013 nata nell’ambito delle tecnologie del gas biologico, con particolare focus su progetti di Upgrading del biogas grezzo al biometano puro. SGR Biomethane s.r.l. è stata tra le prime aziende italiane ad aver implementato il processo di Upgrading del biogas grezzo in biometano con tecnologia a membrane.

Mediante quest’ultima, il Gruppo ha dunque iniziato ad investire anche in progetti di Circular Economy e Smart Grid, con particolare focus sui quelli che saranno i combustibili del futuro: biometano, BioGNL (BML) e Idrogeno.

Come sta cambiando la mission della vostra azienda alla luce di quanto viene richiesto al sistema energetico per evolvere verso la decarbonizzazione?

Oggi possiamo identificarci in una vision dove vogliamo essere, con il Gruppo SGR, parte attiva del processo di decarbonizzazione e guidare la sfida globale per una transizione che investa l’intero paradigma energetico alimentando un network internazionale, virtuoso, capace di cooperare con logiche di sostenibilità e circolarità delle risorse, all’interno di feconde esperienze interculturali. Ne consegue una mission che prevederà lo sviluppo di progetti di impianti per la produzione di combustibile biologico “green” proveniente da residui organici di scarto. Innovazione, elevato know-how tecnologico e partnership strategiche sono le chiavi di volta per un progetto imprenditoriale che passa, innanzitutto, attraverso l’impegno e la responsabilità sociale per arrivare ad una drastica rivoluzione delle modalità di gestione e nell’utilizzo delle risorse energetiche.

Il mercato di riferimento della Società è rappresentato dalle aziende, pubbliche e private, che hanno necessità di gestire rifiuti e scarti organici di diversa natura cogliendo le opportunità offerte dalle tecnologie più all’avanguardia e gli incentivi promossi dai governi.

La solidità finanziaria abbinata all’elevata esperienza, permette a SGR Biomethane s.r.l. di giocare un ruolo di assoluto protagonista sul mercato globale, proponendo soluzioni flessibili e studiate su misura per ogni progetto con una matrice dei ruoli ampia e variegata che prevede: Consulenza, EPC General Contractor, Progettazione & Ingegneria, Direzione Lavori, Fornitura & Installazione, Capitali & Finanza, Manutenzione & Gestione.

A suo parere, qual è stato l’impatto dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 sul processo di decarbonizzazione ipotizzato da ultimo con il Green Deal Europeo? In quale modo è possibile riprendere il percorso verso la carbon neutrality e con quali prospettive e opportunità?

Già da prima della drammatica diffusione della pandemia di Covid-19, attraverso il Green Deal promulgato dalla nuova presidenza della Commissione Europea nella persona di Ursula Von Der Leyen, tutti i progetti mirati alla produzione ed all’uso razionale dell’energia da fonti rinnovabili erano altamente promossi ed incentivati per arrivare alla neutralità carbonica nel 2050. L’Europa desidera infatti guidare la lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento e tramite il Green Deal la nuova Commissione ha svelato quello che sarà il punto focale della propria politica degli anni a venire, ovvero quello di trasformare il vecchio paradigma produttivo rappresentato da filiere lineari in filiere circolari.

L’epidemia ha, come tristemente noto, letteralmente interrotto la produzione mondiale in maniera repentina inaugurando una stagione di profonda crisi economica.

In un primo momento si è temuto che gli obiettivi ambientali e climatici diventassero secondari in relazione alla crisi e l’obbligo di impegno della ripresa economica. E’ stato tuttavia confermato che il Green Deal non solo continuerà a rappresentare la lotta ai cambiamenti, ma sarà ancora potenziato per poter essere il volano della ripresa economica generando un indotto in grado di creare migliaia di posti di lavoro in tutto Europa.

Sarebbe infatti un drammatico errore se, al pari di quanto accaduto nelle ripartenze storiche post-belliche e post-crisi finanziare, non ultimo il crollo del 2008, l’intera filiera produttiva ripartisse seguendo i canoni produttivi del passato basati sull’iper sfruttamento delle risorse, tra cui quelle energetiche fossili.

Un’enorme opportunità in questa recente crisi va dunque trovata: quella di poter fondare una ripartenza basata su nuovi modelli sostenibili che non solo permetteranno di fronteggiare l’imminente sfida ai cambiamenti climatici che riguarda l’umanità intera, ma anche di inaugurare una nuova stagione economica di rilancio fondato su questi modelli in grado di far rifiorire l’economia stessa.

Come si pone la vostra società in questo contesto in cui occorre conciliare due necessità fondamentali: rilanciare l’economia e portare avanti la transizione energetica? Quali iniziative sta mettendo in atto?

Nell’attuale scenario, appare come non mai d’attualità e coerente il ruolo di SGR Biomethane s.r.l., che di certo giocherà un ruolo di assoluto protagonista nei decenni a venire. Esso pertanto appare come un ambizioso quanto concreto obiettivo che sarà raggiunto grazie alla professionalità ed all’avanguardia tecnologica che fin dal principio hanno permesso a SGR Biomethane s.r.l. di accreditarsi, in tempi rapidissimi, sul mercato dei combustibili del futuro e di stringere partnership strategiche di livello globale per fornire soluzioni altamente performanti, flessibili e di facile gestione.

Credendo fortemente nella sinergica collaborazione per centrare l’obiettivo comune, si è voluto fortemente essere presenti ai tavoli del Clust-ER Emilia Romagna, una sorta di dipartimento R&D esterno per ognuno dei membri e un centro di ricerca nel quale confluiscono aziende, laboratori e università della regione. Il Cluster è suddiviso in gruppi di lavoro identificati per tematiche. Il Gruppo SGR è in particolare iscritto a tre di questi: Liquefazione gas, Idrogeno e Power to gas. Grazie al Clust-ER è possibile sviluppare tematiche innovative insieme a istituzioni accademiche ed altre società, avere rapporti con la politica regionale, nazionale e europea e candidarsi per ottenere fondi finalizzati alla ricerca e alla realizzazione di impianti pilota.

L’economia circolare rappresenterà quindi un importante strumento per evolvere verso un nuovo modello di sostenibilità ambientale?

È ormai chiaro il notevole incremento della coscienza sociale legata ai temi della sostenibilità ambientale e allo sviluppo di progetti e modelli di economia circolare a sostegno della lotta ai cambiamenti climatici. Non è un caso il contest organizzato da Confindustria “Best performer dell’economia circolare”, al quale la Società è stata invitata a partecipare, aggiudicandosi il primo posto grazie alle modalità con le quali il Gruppo ha interpretato le azioni da intraprendere in questa direzione.

Alcuni Paese Europei, come si è visto, hanno seguito, con le dovute differenze, la stessa strada, probabilmente incentivati dalla stessa UE, che ha i temi di salvaguardia ambientale ai primi posti della propria agenda e per i quali stanzia periodicamente fondi per incentivare lo sviluppo dell’economica circolare. E’ ormai chiaro infatti che sarà il continente europeo a guidare la lotta ai cambiamenti climatici e alla trasformazione della catena dei valori con l’obiettivo di un’economia circolare basata su una filiera totalmente carbon neutral.

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