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Snam

Ecco l’affare sul gas da 920 milioni che scuote l’asse Roma-Berlino

Snam punta alla rete tedesca del gas, ma il governo Merz teme il peso indiretto di Pechino. La partita è cruciale per il futuro energetico europeo

Sono cinque i dossier che vedono Roma e Berlino alleati o rivali in diversi settori: energia, televisione, finanza, distribuzione e difesa. La partita più calda si gioca però sul fronte del gas. Il cancelliere Merz sta pensando di intervenire con una norma per impedire l’acquisto da parte di Snam degli asset strategici di Open Grid Europe, preoccupato dall’“ombra cinese”. tedesche, Roma guarda con sospetto agli ingressi di Pechino nel mercato interno. Italia e Germania si scoprono così partner e rivali allo stesso tempo, in un braccio di ferro che riguarda il futuro stesso dell’industria europea.

LA PARTITA PIU DIFFICILE

La partita più delicata sull’asse Roma-Berlino è quella energetica. Ad aprile Snam ha acquisito il 24,99% di Vier Gas Holding, la cassaforte lussemburghese che controlla Open Grid Europe (Oge), il più grande operatore indipendente della rete di trasporto gas in Germania. L’azienda vanta una rete lunga 12 mila chilometri, 21 miliardi di metri cubi movimentati ogni anno e oltre 400 clienti finali. Un affare da 920 milioni che dovrebbe chiudersi nel terzo trimestre 2025, ma che ora rischia di fermarsi.

L’infrastruttura è considerata cruciale non solo per la sicurezza energetica tedesca, ma anche per il percorso di transizione verso l’idrogeno e le rinnovabili. Per questa ragione, il ministero tedesco dell’Economia sta valutando se bloccare o condizionare l’intesa, preoccupato dall’“ombra cinese” su Snam attraverso State Grid of China, azionista indiretto via Cdp Reti. Non sono da escludere nuove regole per blindare le infrastrutture energetiche, come appunto Oge.

PERCHE’ LA GERMANIA E’ TITUBANTE

Berlino teme che l’“influenza cinese” su Snam possa spalancare per Pechino le porte di una delle infrastrutture più delicate della Germania. Timori motivati dal fatto che dal 2014, la State Grid Corporation of China detiene il 35% di Cdp Reti, il principale azionista del gruppo italiano. Una catena di controllo che, secondo Berlino, potrebbe aprire un canale indiretto a Pechino in una delle infrastrutture più delicate della Germania. Per Snam l’acquisizione rappresenta invece un tassello strategico che permetterebbe di rafforzare la presenza europea, diversificare il business e prepararsi alla futura rete continentale dell’idrogeno, dove l’Italia vuole giocare un ruolo da hub mediterraneo.

LA CHIUSURA DELL’AFFARE NON E’ SCONTATA

La vicenda si intreccia con un quadro normativo in rapida evoluzione. L’Agenzia Federale per le Reti (Bundesnetzagentur) sta aggiornando le regole per limitare la presenza estera in comparti sensibili, sul modello delle misure già adottate per le telecomunicazioni 5G. In più, l’invasione russa dell’Ucraina ha reso la Germania particolarmente attenta a blindare le proprie dorsali energetiche, dopo anni di dipendenza da Mosca e il trauma del blocco del Nord Stream.

Va detto però che numeri e dati alla mano, l’operazione ha un senso industriale – Snam presidia i principali corridoi di approvvigionamento verso l’Europa e con gli asset di Open Grid Europe completerebbe quello Sud-Nord – e, cosa altrettanto importante, punta “solo” al 24,99% dell’azienda tedesca. Un’operazione lontana, in sostanza, da intenti ostili. In aggiunta a ciò, è vero che State Grid Corporation of China nomina un membro del Board in Snam, ma questo non ha particolari poteri di veto o di indirizzo su operazioni strategiche del Gruppo di San Donato Milanese, tanto più che le decisioni vengono prese a maggioranza. Nelle prossime settimane sono attesi ulteriori sviluppi.

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