Gli autori esortano i delegati ai colloqui dell’ONU a smettere di considerare l’inquinamento da plastica semplicemente come un problema di rifiuti e ad affrontare invece i flussi di materiali attraverso l’intero percorso di vita del materiale
L’inquinamento da plastica sta cambiando i processi dell’intero sistema terrestre, esacerbando il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’acidificazione degli oceani e l’uso di acqua dolce e terra. Secondo un’analisi scientifica dello Stockholm Resilience Centre, la plastica non deve essere trattata solo come un problema di rifiuti, ma come un prodotto che danneggia gli ecosistemi e la salute umana.
SERVE UN TRATTATO GLOBALE PER RIDURRE L’INQUINAMENTO DA PLASTICA
Gli autori – spiega il Guardian – hanno lanciato il loro avvertimento nei giorni precedenti l’inizio dei colloqui finali in Corea del Sud per concordare un trattato globale legalmente vincolante per ridurre l’inquinamento da plastica. I progressi verso un trattato sono stati ostacolati da una disputa sulla necessità di includere i tagli all’industria della produzione di plastica da 712 miliardi di dollari.
Durante gli ultimi colloqui di aprile, i Paesi sviluppati sono stati accusati di cedere alle pressioni dei lobbisti dei combustibili fossili e dell’industria per evitare qualsiasi riduzione della produzione. Le discussioni in Corea del Sud, che inizieranno il 25 novembre, rappresentano una rara opportunità per i Paesi di raggiungere un accordo per affrontare la crisi globale dell’inquinamento da plastica.
I DATI SULLA PRODUZIONE DI PLASTICA NEL MONDO
Nel 2022 sono state prodotte almeno 506 milioni di tonnellate di plastica in tutto il mondo, ma solo il 9% viene riciclato a livello globale. Il resto viene bruciato, smaltito in discarica o scaricato dove può infiltrarsi nell’ambiente. Le microplastiche ormai sono ovunque, dalla cima del monte Everest alla Fossa delle Marianne, il punto più profondo della Terra.
Il nuovo studio ha esaminato le crescenti prove degli effetti della plastica sull’ambiente, sulla salute e sul benessere umano. Gli autori esortano i delegati ai colloqui dell’ONU a smettere di considerare l’inquinamento da plastica semplicemente come un problema di rifiuti e ad affrontare invece i flussi di materiali attraverso il suo intero percorso di vita, dall’estrazione delle materie prime, alla produzione e all’uso, fino al suo rilascio ambientale e agli effetti sul sistema Terra.
“È necessario considerare l’intero ciclo di vita del prodotto, a partire dall’estrazione dei combustibili fossili e dalla produzione primaria di polimeri plastici”, ha affermato l’autore principale dell’articolo, Patricia Villarrubia-Gómez, dello Stockholm Resilience Centre.
GLI EFFETTI DELL’INQUINAMENTO
Il team di ricerca ha dimostrato che l’inquinamento da plastica sta cambiando i processi dell’intero sistema terrestre e influenza tutti i problemi ambientali globali urgenti, tra cui il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’acidificazione degli oceani e l’uso di acqua dolce e terra.
“La plastica è vista come quei prodotti inerti che proteggono i nostri prodotti preferiti o che ci semplificano la vita e che, una volta diventati rifiuti, possono essere facilmente ripuliti”, ha spiegato Villarrubia-Gómez, che ha aggiunto: “questo, però, è ben lontano dalla realtà: la plastica è composta dalla combinazione di migliaia di sostanze chimiche. Molte di esse sono tossiche e dannose per gli ecosistemi e la salute umana. Dovremmo vederla come la combinazione di queste sostanze chimiche con cui interagiamo quotidianamente”.
LO SCONTRO SUL TRATTATO GLOBALE
I colloqui sul trattato sulla plastica hanno attirato un numero enorme di lobbisti del settore dei combustibili fossili e dell’industria. Agli ultimi colloqui di Ottawa, in Canada, si sono registrati 196 lobbisti, in aumento rispetto ai 143 registrati alle precedenti discussioni di Nairobi. Secondo i dati del 2021, la maggior parte delle plastiche monouso (98%) è realizzata con combustibili fossili, e le prime 7 aziende produttrici di plastica sono aziende di combustibili fossili.
Il presidente dei colloqui sul trattato ONU, Luis Vayas Valdivieso, ha affermato che l’intero ciclo di vita deve essere incluso nel mandato. “È chiaro che non possiamo gestire la quantità di plastica che produciamo: solo il 10% viene riciclato. Qualcosa deve essere fatto, ed è per questo che le negoziazioni sono così importanti. Dobbiamo avere un approccio basato sull’intero ciclo di vita”, ha affermato Valdivieso.
IL RICICLO DELLA PLASTICA IN EUROPA
Secondo i dati Eurostat e dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, nel 2021 ogni persona residente nell’Unione europea ha generato una media di 36,1 chili di rifiuti di imballaggio in plastica. Il volume dei rifiuti di imballaggio generati per abitante è aumentato di circa il 29% (+8,1 chili per persona) tra il 2010 e il 2021.
Il totale dei rifiuti di plastica prodotti nell’Ue nel 2021 è di 16,13 milioni di tonnellate, di cui circa 6,56 milioni di tonnellate sono state riciclate.
IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI IN PLASTICA IN EUROPA
In Europa, il modo più utilizzato per smaltire i rifiuti di plastica è il recupero di energia, che significa trasformare i rifiuti in calore, elettricità o combustibile utilizzabile attraverso l’incenerimento o altri processi. Il riciclo è il secondo modo più utilizzato per trattare i rifiuti di plastica. La metà della plastica raccolta per il riciclo viene esportata per essere trattata in Paesi al di fuori dell’Ue. Le ragioni dell’esportazione includono la mancanza di capacità, tecnologia o risorse finanziarie per trattare i rifiuti a livello locale.
L’Ue sta anche cercando di trovare dei modi circolari e rispettosi del clima per gestire i suoi rifiuti di plastica. La bassa percentuale di riciclo comporta perdite significative per l’economia e per l’ambiente. Nel 2019 circa 22 milioni di tonnellate sono finite nel suolo, nei fiumi e negli oceani, e si prevede che entro il 2060 le perdite di plastica raddoppieranno.
LE SOLUZIONI UE PER AUMENTARE IL RICICLO
Nel giugno 2019 l’Unione europea ha approvato delle nuove norme per affrontare la questione dell’inquinamento marino da plastica che include l’obiettivo del 25% per il contenuto riciclato nelle bottiglie di plastica entro il 2025 e del 30% entro il 2030. Il Parlamento e il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo e gli eurodeputati lo hanno approvato nell’aprile 2024. Le norme prevedono che i Paesi dell’UE riducano il totale dei rifiuti di imballaggio pro capite rispetto al 2018 del 5% entro il 2030; del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040.
Ci sono anche disposizioni specifiche per la riduzione dei rifiuti di imballaggio in plastica. Alcuni tipi di imballaggi monouso saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2030. Entro il 2029, il 90% dei contenitori per bevande in plastica e metallo monouso (fino a tre litri) dovranno essere raccolti separatamente.