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L’Arabia Saudita scende in campo per finanziare il Tapi

I lavori per la sezione turkmena del Tapi sono stati avviati nel dicembre 2015 e dovrebbero completarsi quest’anno mentre la cerimonia di posa della prima pietra della sezione afghana è prevista per la seconda metà di febbraio.

Il gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India, meglio conosciuto come Tapi rappresenta uno dei corridoi energetici più importanti per l’integrazione delle infrastrutture di trasporto combustibile in tutta l’Asia centrale e meridionale. La sua realizzazione rafforzerebbe, infatti, non solo la sicurezza energetica degli Stati fornitori (cioè il Turkmenistan), ma anche quella degli Stati acquirenti (India e Pakistan in primis). E risulterebbe fondamentale, anche per la potenziale stabilizzazione dell’Afghanistan e della sua economia. Nonostante l’importanza che riveste la sua costruzione, tuttavia, il progetto pare “soffrire” di alcune carenze legate alla sicurezza nell’attraversamento del territorio afghano ma soprattutto ai vincoli finanziari dell’opera che stanno convincendo sempre di più il Turkmenistan ad accelerare l’apertura delle frontiere del consorzio che sta realizzando il gasdotto (il Tapi Pipeline Company Limited con capofila la società statale Turkmengaz), alle società straniere.

La sezione turkmena del gasdotto completata entro quest’anno

La costruzione della sezione turkmena del Tapi è stata avviata nel dicembre 2015 e dovrebbe completarsi quest’anno mentre la cerimonia di posa della prima pietra della sezione afghana è prevista per la seconda metà di febbraio. La lunghezza totale della pipeline, una volta ultimati i lavori, sarà complessivamente pari a 1.814 chilometri, di cui 214 chilometri nel territorio del Turkmenistan, 774 chilometri in Afghanistan, 826 chilometri in Pakistan. Il tutto per un costo preliminare stimato in 10 miliardi di dollari. Il gasdotto partirà da Galkynysh – il più grande giacimento di gas del Turkmenistan – per approdare nelle città afghane di Herat e Kandahar, e raggiungere, infine, l’insediamento di Fazilka situato vicino al confine tra India e Pakistan.

Chi si sta interessando a finanziare il gasdotto

A esprimere un certo interesse per l’opera sono stati la Banca asiatica per lo sviluppo, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, il governo giapponese e soprattutto la Banca per lo sviluppo islamico che ha già stanziato un prestito del valore di 700 milioni di dollari a favore del Turkmenistan per la costruzione della sezione del gasdotto nel suo territorio. Il nuovo attore sceso in campo nelle ultime ore è invece l’Arabia Saudita che ha deciso di investire massicciamente nella realizzazione del Tapi. Come ha ricordato il vicepremier turkmeno con delega all’energia Maksat Babayev, durante una riunione del governo, in conformità con gli accordi raggiunti nel maggio 2016, le risorse per Tapi verranno stanziate dal Fondo saudita per lo sviluppo, ha riferito azernews. Il Presidente turkmeno Gurbanguly Berdimuhamedov, dal canto suo, ha sottolineato che le dinamiche progressive del progetto Tapi, la cui attuazione è di grande importanza per realizzare una nuova architettura di sicurezza energetica globale e per porre le condizioni per uno sviluppo sostenibile universale, daranno un potente impulso allo sviluppo economico della regione, contribuendo a risolvere questioni sociali e umanitarie e rafforzando la pace e la stabilità. Gli investimenti dal Fondo saudita per lo sviluppo mostrano il grande interesse degli investitori stranieri nella costruzione di Tapi che, secondo il capo di Stato turkmeno, apprezzano molto la rilevanza e il potenziale del progetto, la sua redditività e il ritorno d’investimento. “Il Turkmenistan e l’Arabia Saudita sono tra i paesi del mondo con le maggiori riserve di risorse naturali, e questo crea le condizioni favorevoli per espandere la cooperazione tra Stati sia nel settore dei combustibili e dell’energia sia in altri settori”, ha aggiunto Berdimuhamedov.

All’Afghanistan 500 mln di dollari l’anno in diritti di transito dal Tapi

La conferma che i lavori sul Tapi cominceranno anche a febbraio in Afghanistan è arrivata dal ministro del Petrolio e delle miniere afghano che ha assicurato di aver adottato tutte le misure necessarie per far partire i cantieri. Secondo quanto riportato da Tolonews il governo ha lavorato su una serie di programmi per ridurre l’impatto sulle aree in cui inciderà il progetto e per le necessarie acquisizioni dei territori. “Abbiamo intrapreso le misure necessarie nel settore della sicurezza e fornito strutture per l’attuazione del progetto, vi ha lavorato un team speciale”, ha detto Abdul Qadeer Mufti, portavoce del ministero del Petrolio e delle miniere. In Afghanistan, il gasdotto sarà costruito accanto all’autostrada Kandahar-Herat nell’Afghanistan occidentale e poi proseguirà via Quetta e Multan in Pakistan. Si prevede che Kabul otterrà fino a 500 milioni di dollari in diritti di transito ogni anno dal Tapi.

Bene i colloqui tra Turkmenistan e Pakistan sul Tapi

Nei giorni scorsi, intanto, si sono rinnovati i colloqui tra Turkmenistan e Pakistan sul Tapi. Lo sviluppo dell’infrastruttura è stato, infatti, al centro della discussione nell’incontro tra il ministro degli Esteri turkmeno Rashid Meredov – accompagnato dal ministro dell’Energia Charymyrat Purchekov, il ministro responsabile di Turkmengaz Myrat Archayev e il Ceo di Tapi Pipeline Company Limited Muhammetmyrat Amanov – e il premier pakistano Shahid Khaqan Abbasi a Islamabad. Il Pakistan ha mostrato interesse per il rapido completamento dei progetti energetici con il Turkmenistan ed espresso apprezzamento per i progressi compiuti. Le autorità turkmene, dal canto loro, hanno, invece, invitato le aziende di Islamabad a partecipare alle gare indette per la realizzazione del gasdotto.

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