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Gnl, Giappone investe in Asia. A favore degli Usa

La politica aggressiva nipponica è ideata per tagliare i costi del gas nella regione. Intanto la cinese Cnpc ha commissionato un terzo gasdotto approvvigionato a Gnl per rifornire Shanghai mentre si stanno completando in anticipo i lavori per “Power of Siberia”. In arrivo anche 500 mln della Bers per il Tanap

 

GnlGran parte dell’attenzione dei mercati energetici negli ultimi tempi, si è focalizzata sull’Opec e sui prezzi del petrolio. Ma in realtà è un’altra la notizia che arriva dal Giappone destinata a cambiare il punto di vista nel settore dell’energia e segnatamente nell’ambito del gas. Secondo la stampa nipponica, il Sol Levante, primo paese al mondo per import di oro blu dopo l’incidente di Fukushima, sta per lanciare un importante programma di finanziamenti con progetti dedicati al settore Gnl.

Dal Giappone 10 miliardi da riversare in Asia

Il governo, stando alle indiscrezioni, starebbe per mettere sul piatto 10 miliardi di dollari per sostenere le imprese che investiranno in infrastrutture gas in tutta l’Asia. Secondo il quotidiano economico Nikkei ciò permetterà alle aziende nipponiche di condurre una politica aggressiva per la costruzione di terminali Gnl e centrali elettriche, sostenuta dalla Banca giapponese per la cooperazione internazionale e dalla Nippon Export and Investment Insurance (Nexi). La vera notizia però risiede nel fatto che secondo il quotidiano giapponese il programma sarà rivolto esclusivamente a progetti Gnl in Asia con l’obiettivo dichiarato di “realizzare un mercato per il gas naturale liquefatto statunitense”. Nonostante sembri strano che Tokyo voglia aiutare gli Stati Uniti a conquistare quote di mercato, la ragione potrebbe essere puramente egoistica: l’aumento dell’export Usa in Asia e il conseguente aumento dell’offerta potrebbe rendere più facile e meno costoso per gli acquirenti nipponici accaparrarsi gas. Ma sarà interessante anche vedere come saranno strutturati gli accordi specifici riguardanti i finanziamenti. È probabile, infatti, che i giapponesi cercheranno di prendere il controllo diretto delle strutture che sostengono, al fine di avere un controllo anche dei flussi di Gnl in Asia.

LNG

Arriva un terzo gasdotto alimentato a Gnl per rifornire Shanghai

La mossa arriva in un momento critico per i mercati asiatici del gas naturale. Con la cinese Cnpc che questa settimana ha annunciato di aver commissionato un terzo gasdotto approvvigionato a Gnl per rifornire Shanghai, dimostrando che la concorrenza sul gas naturale è in crescita in tutta la regione.

“Power of Siberia” procede spedito

Nel frattempo è di queste ore l’annuncio del completamento di 1.095 chilometri del Power of Siberia, l’infrastruttura realizzata da Gazprom e Cnpc e diretta a rifornire la Cina di combustibile siberiano. Secondo il colosso russo i lavori sulla pipeline sono addirittura in anticipo rispetto alle previsioni che stimano il completamento entro il 2019. L’azienda russa prevede di realizzare fino a 1.300 chilometri dei tremila totali entro la fine dell’anno nella sezione che va dal campo di Chayandinskoye a Blagoveshchensk lungo la frontiera cinese. Le varie fasi del progetto prevedono la realizzazione di un tratto che si estende per circa 800 chilometri dal campo di Kovyktinskoye (Regione di Irkutsk) al campo di Chayandinskoye e poi l’estensione della capacità di trasporto fino a Blagoveshchensk.

Pakistan e Turkmenistan spingono per realizzare il Tapi

Sull’altro versante dell’Asia, quello mediorientale, si è tenuto a inizio settimana un incontro tra il primo ministro pakistano Shahid Khaqan Abbasi e l’ambasciatore del Turkmenistan Atadjan Nurlyevich Movlamov che hanno ribadito il forte impegno soprattutto da parte di Islamabad, per la rapida entrata in funzione del gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (Tapi), che offre un enorme potenziale per soddisfare il fabbisogno energetico del Pakistan.

Dalla Bers 500 milioni per il Tanap

TanapDi interesse per l’Europa è invece la notizia del via libera da parte della Bers (la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo) a un prestito da 500 milioni di dollari per la realizzazione del Tanap, il  Trans-Anatolian Pipeline che porterà gas dal Mar Caspio fino al Vecchio Continente. La Bers ha accordato il finanziamento nonostante i vulnus su democrazia e corruzione dell’Azerbaigian. Il cosiddetto Corridoio meridionale, pensato per ridurre la dipendenza europea dalla Russia, vale complessivamente 40 miliardi di dollari ed è lungo 3.500 chilometri connettendosi poi con l’Italia attraverso il Tap.  Il finanziamento del progetto è stato messo in discussione a marzo, quando l’Azerbaigian aveva abbandonato la Extractive Industries Transparency Initiative (Eiti) l’iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive, un organismo internazionale di vigilanza anticorruzione composto da governi, imprese e organizzazioni non governative a causa delle critiche mosse da gruppi di difesa dei diritti umani. I funzionari della Bers, l’unica istituzione finanziaria internazionale con un mandato specifico per la promozione della democrazia, hanno insistito affinché Tanap rispettasse gli standard abituali. Francis Malige, amministratore delegato della banca per l’Europa orientale e il Caucaso, ha comunque dichiarato che i principi dell’Eiti sono stati applicati al progetto nonostante il ritiro dell’Azerbaigian dall’iniziativa, aggiungendo che il corridoio meridionale è importante per gli sforzi dell’Ue volti a diversificare le rotte di approvvigionamento e sviluppare un mercato del gas aperto e competitivo. “Questo non è un progetto che riguarda solo l’Azerbaigian, ma ha un impatto strategico molto più ampio per l’Europa. È chiaramente vantaggioso per molti dei nostri paesi”, ha sottolineato Nandita Parshad, amministratore delegato della Bers per l’energia e le risorse naturali.

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