Secondo il GWEC (Global Wind Energy Council) “è improbabile che l’Europa nei prossimi 10 anni riconquisti la sua posizione di più grande mercato eolico offshore, anche se le installazioni annuali nella regione a partire dal 2030 “dovrebbero superare quelle della regione APAC”
L’Europa ha perso la sua posizione di mercato eolico offshore più grande del mondo a favore della regione Asia-Pacifico guidata dalla Cina. La causa principale è stata l’aumento dei costi e delle interruzioni della catena di fornitura. Secondo i dati del Global Wind Energy Council, l’Europa nel 2022 ha rappresentato circa il 47% dei 64,3 GW della capacità eolica offshore totale globale, mentre la regione Asia-Pacifico l’ha superata, con quasi il 53%.
LE PREVISIONI DEL GWEC SULL’EOLICO OFFSHORE
Il GWEC, nel suo ultimo rapporto sullo stato del mercato globale dell’energia eolica offshore, ha affermato che la sola Cina ha rappresentato quasi il 49% del totale globale. Il cambiamento di posizione dominante avviene dal 2021, quando l’Europa rappresentava il 50% dei 55,9 GW totali di installazioni cumulative.
“Si prevede che l’incremento dell’energia eolica offshore nel breve termine sarà relativamente lento – si legge nel rapporto – a causa dei minori livelli di attività nei mercati consolidati del Mare del Nord e dell’impatto delle attuali difficili condizioni di mercato”.
GLI SCENARI DELL’EOLICO OFFSHORE IN EUROPA
Il GWEC ha aggiunto che è improbabile che l’Europa nei prossimi 10 anni riconquisti la sua posizione di più grande mercato eolico offshore, anche se le installazioni annuali nella regione a partire dal 2030 “dovrebbero superare quelle della regione APAC”.
L’industria eolica offshore europea ha avuto difficoltà poiché i problemi della catena di approvvigionamento e gli alti tassi di interesse in seguito alla pandemia e all’invasione russa dell’Ucraina hanno aumentato i costi di tutto, dalle turbine, alla manodopera e ai finanziamenti. Ciò ha portato a perdite per i produttori di turbine e all’annullamento di progetti in cui l’aspetto economico non aveva più senso.
LA QUESTIONE DELL’AUMENTO DEI COSTI
Il mese scorso lo sviluppatore svedese Vattenfall ha bloccato i piani per un nuovo parco eolico offshore al largo della costa orientale dell’Inghilterra, uno dei più grandi del Paese, affermando che l’aumento dei costi non lo rendeva più fattibile. Siemens Energy ad inizio agosto ha dichiarato di aspettarsi di accumulare una perdita di 4,5 miliardi di euro nel 2023, mentre fatica a risanare la sua unità in difficoltà nel settore delle turbine eoliche, Siemens Gamesa.
Le sfide implicano che nei prossimi 5 anni l’Europa vedrà meno installazioni eoliche offshore rispetto a quanto previsto in precedenza. Il GWEC ha dichiarato di aspettarsi che l’Europa dal 2023 al 2027 aggiungerà un totale di 34,9 GW di capacità eolica offshore, in calo rispetto ai 40,8 GW previsti nel rapporto dello scorso anno. Si prevede che, nello stesso periodo, la regione APAC aggiungerà 76,1 GW, guidata dalla Cina, che rappresenterà l’84% dell’aumento.
LA NORMATIVA BLOCCA I PROGETTI SIA IN EUROPA CHE NEGLI USA
In Europa e negli Stati Uniti i progetti eolici offshore sono stati ritardati o bloccati “da norme inadeguate e inefficienti in materia di autorizzazioni e licenze”, secondo Rebecca Williams, responsabile eolico offshore di GWEC, che ha aggiunto: “queste politiche inefficaci si concentrano su una concorrenza al ribasso sui prezzi e, se abbinate a clausole di contenuto locale impraticabili e irraggiungibili, aumenteranno i costi del progetto e rallenteranno il ritmo dello sviluppo dell’energia eolica offshore”.
IL RUOLO DELLA CINA E LE AGGIUNTE DI NUOVA ENERGIA EOLICA
Il Global Wind Energy Council ha avvertito inoltre che il controllo da parte della Cina del 70% del mercato per alcuni componenti chiave per i progetti eolici offshore significa che “le politiche commerciali restrittive – come quelle proposte dall’Unione europea e dagli Stati Uniti – sembrano destinate a creare dei colli di bottiglia”.
A livello globale, proseguito il GWEC, si prevede che nel prossimo decennio verranno aggiunti 380 GW di nuova capacità eolica offshore, portando la capacità totale installata nel 2032 a 446 GW. Due terzi della capacità saranno aggiunti nella seconda metà del decennio, in parte a causa del rinvio di progetti, in Europa e negli USA, dovuti alle difficili condizioni di mercato.
Per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette e limitare il riscaldamento globale, sia l’Agenzia Internazionale per l’energia che l’Agenzia Internazionale per le Energie rinnovabili stimano che la capacità eolica offshore entro il 2050 dovrà superare i 2.000 GW. Lo scorso anno – ha concluso il GWEC – nel mondo sono stati aggiunti circa 8,8 GW di nuova capacità eolica offshore, dopo l’aggiunta record di 21,1 GW del 2021.