Le auto elettriche sostituiranno le auto a benzina entro il 2035. Il Governo non ne è convinto. La posizione del viceministro Bignami ospite del convegno “Le auto di domani: presente e futuro della mobilità” al Meeting di Rimini
“L’adesione fideistica, ambientalista, radical chic, ecologista non può guidare le scelte in campo industriale che devono essere orientate al buon senso”. Usa parole nette il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, ospite del convegno “Le auto di domani: presente e futuro della mobilità” al Meeting di Rimini. Il ministro è entrato a gamba tesa sul divieto, a partire dal 2035, di commercializzare in Europa auto elettriche. Tutte le nuove auto in arrivo sul mercato devono essere a emissioni zero e non possono emettere CO2, è questa la strategia scelta dall’UE per garantire entro il 2050 che il settore dei trasporti diventi a emissioni zero.
BIGNAMI: “NON SI POSSONO IMPORRE LE AUTO ELETTRICHE A TUTTA EUROPA”
Ma il viceministro Bignami non pare essere dello stesso parere di Bruxelles. “Non possiamo pensare di imporre a tutto il popolo italiano, a tutto il popolo europeo di convergere su auto elettriche, per scoprire, magari tra 5 anni, che l’Euro 7 avrebbe avuto lo stesso o un minore impatto e magari scoprire l’esistenza di rapporti non chiari con mercati esteri. Beh vi assicuro che il governo italiano non li seguirà su questa strada – ha detto il viceministro Bignami -. Non si può imporre l’acquisto di auto elettriche spaccando la popolazione tra chi può permettersela e chi no. E non si può non sostenere una filiera che crea valore aggiunto e che crea occupazione”.
BIGNAMI: “LA POLITICA DETTA LA LINEA, NON I TECNICI”
Il viceministro, dal palco di Rimini, rivendica il primato della politica sul lavoro dei tecnici. “Quando abbiamo iniziato è stato subito chiaro che il governo non fosse in linea con quello fatto dai precedenti governi – ha detto il viceministro Bignami -. Pochi mesi dopo una direttiva di un funzionario del MIT, indirizzata all’Unione Europea, diceva “bene l’auto elettrica”. Ecco il primo tema è far capire a una tecnostruttura che è stata educata da 12 anni di governo tecnico, e quindi a supplire alla politica, che non è suo compito fissare il percorso e pure gli obiettivi. La politica fissa gli obiettivi e il tecnico aiuta a trovare il percorso. È il governo che gli italiani hanno votato che decide dove la nazione va, e che si assume fino in fondo la responsabilità delle scelte che opera. Scelte operate in coerenza con il nostro mandato e che ci fanno dire che non siamo disponibili a cedere a pressioni tecnocratiche che magari in filiera con Bruxelles vorrebbero imporci delle scelte”.
SALINI: “NON DOBBIAMO GUARDARE SOLO ALL’EMISSIONE DI CO2, PUNTIAMO ALLA NEUTRALITÀ”
“La mobilità è collegata a questioni di carattere economico, sociale e ambientale”. A fare il controcanto al viceministro Bignami è Massimiliano Salini (FI), Deputato al Parlamento Europeo. “La mobilità su strada è la grande imputate del rischio ambientale ma non dobbiamo cadere nell’istintiva reazione che ha avuto a tratti l’UE. Non sempre ma esistono coni d’ombra sui quali è utile intervenire – ha detto l’europarlamentare -. Nel 2035 potranno essere immatricolati solo veicoli leggeri per i quali allo scarico non ci siano emissioni di Co2. Quindi elettrici. Oggi stiamo negoziando la seconda parte di questo dossier: per i mezzi pesanti ed Euro 7. Provando a inserire, nel computo delle emissioni, anche l’approccio neutrale dal punto di vista tecnologico. Uno dei fattori che determina la neutralità è che le emissioni siano compensate da una medesima quantità di assorbimento. L’importante è avere il saldo zero, ai fini della tutela dell’ambiente e di altri elementi. Questo è quello che abbiamo cercato di introdurre all’interno della norma contrastando l’approccio ideologico”.
DAMIANI: “IN ITALIA ROTTAMATE PIÙ AUTO EURO 6 CHE EURO 0”
Se in Europa si discute di una transizione verso l’elettrico la realtà italiana è sensibilmente diversa. “In Italia 3,5 milioni di vetture sono a Euro 0, 11 milioni se aggiungiamo le Euro 1,2,3 e arriviamo a 20 milioni se inseriamo anche le Euro 4”. A snocciolare questi numeri è il Presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani. “Sono state smaltite più Euro 6 che Euro 0, perché le persone che possiedono le Euro 0 non hanno le risorse per acquistare un’auto nuova – continua il Presidente Sticchi Damiani -. Dobbiamo capire come smaltirle, non possiamo fermarle”. Un’ipotesi di soluzione arriva dalla Francia. “Con il noleggio a lungo termine sociale in Francia lo Stato si sta facendo carico della necessità di aggiornare il parco auto – aggiunge il Presidente ACI -, garantisce il noleggio per cinque anni alle persone che hanno un determinato Isee. La parte finanziaria e una parte dei servizi le mette lo Stato, il noleggiatore paga solo una parte dei servizi: la rata arriva a 60-70 euro”.
NEGLI ULTIMI 5 ANNI LE AUTO SONO CAMBIATE PIÙ NEGLI ULTIMI 30
Se l’Italia fatica a rinnovare il suo parco auto è pur vero che “negli ultimi 5 anni le vetture sono cambiate di più che i precedenti 30”. A dirlo è Alberto Viano, Deputy Country Managing Director Ald Automotive. “Le nuove vetture hanno più servizi, sono più sicure e abbiamo assistito alla rivoluzione nel sistema di trazione: in certe zone d’Europa sono preminenti le vetture a trazione elettrica – aggiunge Alberto Viano -. Certo le auto elettriche, lasciatemelo dire, avranno una decadenza simile agli elettrodomestici, non avranno un lungo futuro, non diventeranno auto d’epoca. Questo determinerà anche un altro cambio di paradigma”. Un altro tema che diventerà sempre più centrale è quello del noleggio a lungo termine delle vetture. Sta cambiando il rapporto di proprietà con le automobili, viste sempre di più solo come strumenti tanto che oggi il 30% delle vetture immatricolate in Italia sono destinate al noleggio. “Il futuro della mobilità è sempre più connesso, sempre più green e condiviso”. Traccia la strada del domani dell’automotive Benedetto Carambia, Responsabile Ricerca, Sviluppo e Innovazione di Movyon – Società del Gruppo ASPI (Autostrade per l’Italia). “A fare da collante è la guida automatica. L’intervento umano è sempre meno richiesto – ha detto Benedetto Carambia -. L’uso di sistemi di guida automatizzati avrebbe benefici a livello di sicurezza, oggi il 90% degli incidenti sono causati dall’errore umano, a livello di consumo delle infrastrutture, e sulle emissioni”.