Ad inizio anno la produzione petrolifera della Libia è stata decimata, dopo che i due governi del Paese si sono scontrati sulla nomina di un nuovo governatore della banca centrale
BP ed Eni sono tornate in Libia dopo 10 anni di assenza a causa della guerra civile che ha attanagliato il Paese nordafricano. Secondo una dichiarazione della National Oil Corporation of Libya, lo scorso fine settimana Eni ha ripreso le trivellazioni esplorative nel bacino di Ghadames. La società gestisce il blocco di esplorazione, dove sta perforando in partnership con BP e la Libyan Investment Authority, il fondo sovrano libico.
LE ULTIME OPERAZIONI DI ENI IN LIBIA
La major italiana nel 2018 ha acquisito metà della quota dell’85% di BP nel blocco del bacino di Ghadames. All’epoca, la società aveva pianificato di iniziare le trivellazioni nel sito subito dopo l’acquisizione, ma l’instabile situazione politica della Libia ha cambiato quei piani, poiché i blocchi dei giacimenti petroliferi e dei terminal di esportazione di petrolio sono diventati una pratica standard tra le varie fazioni politiche e paramilitari.
LE ATTIVITÀ DI ENI IN LIBIA
In Libia Eni è presente nell’esplorazione, nello sviluppo e nella produzione di idrocarburi, oltre ad essere il principale produttore internazionale di gas. L’attività contribuisce ad assicurare all’Europa la sicurezza degli approvvigionamenti e a rafforzare il legame con questo Paese, sempre più strategico.
In Nord Africa, oltre alla valorizzazione del gas naturale, Eni favorisce iniziative improntate sul modello dell’economia circolare, progetti per lo sviluppo di energie rinnovabili, idrogeno e per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio di CO2.
LE ATTIVITÀ NEL SETTORE GAS
Le attività di produzione di gas naturale della major italiana in Libia sono localizzate nell’offshore, mentre quelle di esplorazione riguardano aree sia offshore che onshore. È il gasdotto Green Stream a portare in Italia il gas prodotto dai giacimenti di Wafa e Bahr Essalam. Con il progetto strategico Structures A&E, la cui startup è prevista nel 2026, Eni prevede di rifornire ulteriormente il mercato interno e di garantire la continuità nell’esportazione di gas.
Il progetto prevede anche la costruzione di un impianto CCS a Mellitah per ridurre l’impronta carbonica complessiva, in linea con la strategia di decarbonizzazione di Eni. Sono infine in corso degli accordi per avviare iniziative per lo sviluppo di energia rinnovabile.
AD INIZIO 2024 LO STOP ALLA PRODUZIONE PETROLIFERA
All’inizio di quest’anno – ricorda Oilprice – la produzione petrolifera della Libia è stata decimata, dopo che i due governi del Paese si sono scontrati sulla nomina di un nuovo governatore della banca centrale. Poiché quest’ultima gestisce le entrate petrolifere della Libia, entrambi i governi volevano un loro uomo al vertice.
Il governo orientale – che controlla la maggior parte dei giacimenti petroliferi della Libia attraverso gruppi armati affiliati – ha affermato che la produzione sarebbe stata sospesa fino a quando non si fosse trovato un compromesso, e ha proceduto a mettere in atto la sua minaccia.
ANCHE REPSOL E OMV A BREVE TORNERANNO IN LIBIA
Di conseguenza, la produzione petrolifera libica è scesa da oltre 1 milione di barili al giorno a circa 100.000 b/g per un breve periodo, fino a quando i due governi non hanno concordato sulla nomina di un nuovo governatore della banca centrale libica.
Gli eventi hanno evidenziato il fatto che la Libia non è ancora il luogo più sicuro per gli operatori petroliferi, ma questo sembra non essere più il deterrente di una volta. Anche altre due grandi compagnie energetiche occidentali stanno tornando in Libia: secondo la NOC, la spagnola Repsol si sta preparando ad avviare le trivellazioni nel bacino di Murzuq nelle prossime settimane, e anche l’austriaca OMV trivellerà nel bacino di Sirte.