Skip to content
Mase

L’elettrificazione upstream può eliminare oltre l’80% delle emissioni dalla produzione oil & gas

Per comprendere l’impatto dell’elettrificazione sulle emissioni upstream, Rystad ha esaminato il potenziale di riduzione delle emissioni nei 28 principali bacini energetici del mondo, scoprendo che offrono risparmi totali stimati sulle emissioni di circa 1,3 miliardi di tonnellate di CO2 tra il 2025 e il 2030

La conversione degli impianti di produzione di petrolio e gas upstream in modo da farli funzionare con elettricità alimentata da fonti rinnovabili o gas naturale – che altrimenti verrebbe bruciato – potrebbe ridurre di oltre l’80% le emissioni associate. È quanto emerge da una nuova ricerca di Rystad Energy.

Le piattaforme completamente elettrificate e altre risorse sulla piattaforma continentale norvegese emettono 1,2 chilogrammi di anidride carbonica per barile di petrolio equivalente (kg di CO2 per boe) prodotto, un calo dell’86% rispetto agli 8,4 kg di CO2 per boe emessi dalle stesse risorse prima dell’elettrificazione.

L’ESEMPIO DELLA NORVEGIA PER L’ELETTRIFICAZIONE UPSTREAM

La Norvegia si trova in una posizione privilegiata, quasi unica tra i principali produttori di petrolio e gas: può attingere alle sue abbondanti risorse di energia rinnovabile, in particolare all’energia idroelettrica, per ridurre significativamente le emissioni di gas serra dalla produzione upstream. Il Paese scandinavo è stato uno dei primi a riadattare le sue risorse per funzionare con energia pulita e ora ha in programma di ridurre le emissioni dalla piattaforma continentale del 70% entro il 2040. La maggior parte dei principali siti di produzione della Norvegia sono strategicamente situati vicino a potenziali fonti di energia rinnovabile, facilitando la transizione dai combustibili fossili.

Altri Stati produttori potrebbero incontrare degli ostacoli logistici quando convertono le risorse, tra cui distanze significative dalla terraferma, mancanza di infrastrutture di rete elettrica e capacità limitata di energia rinnovabile.

ELETTRIFICAZIONE ED EMISSIONI

Tuttavia, anche un’elettrificazione parziale ridurrà significativamente le emissioni: i bacini energetici premium (PEB) – un termine coniato da Rystad Energy per descrivere i bacini di petrolio e gas con ampie riserve di idrocarburi e il potenziale per incorporare pratiche ecocompatibili – potrebbero essere la chiave. Rystad ha identificato 30 di questi bacini in tutto il mondo, che contribuiscono collettivamente ad oltre l’80% del petrolio e del gas mondiale quest’anno e che continueranno a farlo fino al 2050.

Se le risorse PEB si elettrificassero e riducessero le emissioni del 50%, entro il 2050 verrebbero evitate in totale 5,5 gigatonnellate di anidride carbonica (Gt di CO2). Sulla base del calcolo standard accettato dal settore, questa riduzione di CO2 equivarrebbe a circa 0,025 gradi Celsius di riscaldamento globale evitato nello stesso periodo.

SHENGA (RYSTAD ENERGY): ELETTRIFICAZIONE HA POTENZIALE PER RIDURRE EMISSIONI

“Mentre il mondo affronta l’urgente problema del cambiamento climatico, l’industria petrolifera e del gas è sottoposta ad una pressione crescente per ridurre al minimo la propria impronta carbonica e allineare le proprie pratiche agli obiettivi di sostenibilità globale. Laddove possibile ed economicamente fattibile, l’elettrificazione ha un grande potenziale per ridurre le emissioni del settore, mantenendo al contempo la produzione”, ha spiegato Palzor Shenga, vicepresidente ricerca upstream di Rystad Energy.

L’elettrificazione richiede un’attenta pianificazione, inclusa la selezione di tecnologie ottimali, la valutazione dei costi totali e strategie per garantire una fornitura energetica continua, in particolare in località remote con accesso limitato alla rete. Anche la fattibilità economica e finanziaria dev’essere prioritaria. Un approccio proattivo all’elettrificazione può migliorare l’efficienza operativa e aprire nuovi flussi di entrate attraverso la vendita di energia rinnovabile in eccesso.

L’ANALISI DI RYSTAD ENERGY SULLE EMISSIONI NEI BACINI ENERGETICI PREMIUM

Per comprendere l’impatto dell’elettrificazione sulle emissioni upstream, Rystad ha esaminato il potenziale di riduzione delle emissioni nei principali PEB. I 28 PEB identificati nel rapporto offrono risparmi totali stimati sulle emissioni di circa 1,3 miliardi di tonnellate di CO2 tra il 2025 e il 2030.

I primi 10 PEB (per risparmi sulle emissioni) da soli rappresentano oltre l’80% di questi risparmi, con il Rub al Khali mediorientale (370 milioni di tonnellate di CO2e e l’Arabia centrale (251 milioni di tonnellate di CO2e) in testa alle classifiche. L’elettrificazione in questi bacini prevalentemente terrestri, se adottata più ampiamente, sarebbe in gran parte guidata dall’estrazione di energia da una rete terrestre pulita.

IL RUOLO DEL FLARING

Il flaring – la pratica di bruciare gas naturale in eccesso che non può essere elaborato o venduto – non solo spreca una risorsa preziosa, ma emette anche notevoli quantità di CO2 e metano nell’ambiente. Il flaring svolge un ruolo importante nelle emissioni globali principalmente a causa della mancanza di incentivi economici, quadri normativi o capacità tecniche per sviluppare mercati e infrastrutture del gas.

Negli ultimi 10 anni, a livello globale sono stati bruciati circa 140 miliardi di metri cubi di gas all’anno, equivalenti a circa 290 milioni di tonnellate di emissioni di CO2e all’anno. Questi volumi sono principalmente guidati dai principali produttori in Nord America, Medio Oriente e Africa. Evitare il flaring può essere quindi un modo efficace per ridurre le emissioni upstream, sia per gli asset elettrificati che per gli asset con potenziale di elettrificazione limitato.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su