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L’Europa centrale sta superando l’Unione europea nella crescita dell’energia solare

Secondo il think tank Ember, la generazione solare cumulativa nella regione è cresciuta di quasi sei volte in cinque anni, passando da 5 TWh nel 2019 a 29 TWh entro il 2024 e superando di gran lunga l’aumento di 2,5 volte dell’Ue

I Paesi dell’Europa centrale (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia) hanno superato ogni aspettativa, raddoppiando il tasso di crescita dell’energia solare nell’Unione europea dal 2019. Secondo un nuovo rapporto del think tank energetico Ember, ciò sta trasformando la regione, un tempo dipendente dal carbone, in una potenza solare continentale e in un polo emergente per la produzione di batterie.

Il rapporto, intitolato “Turning to the Sun: Solar Rise in Central Europe”, descrive in dettaglio come la generazione solare cumulativa nella regione sia cresciuta di quasi sei volte in cinque anni, passando da 5 TWh nel 2019 a 29 TWh entro il 2024, superando di gran lunga l’aumento di 2,5 volte dell’Ue, che è passato da 125 TWh a 308 TWh.

L’UNGHERIA LEADER DELL’EUROPA CENTRALE NELL’ENERGIA SOLARE

I successi dei Paesi dell’Europa centrale sono diversi e impressionanti: l’Ungheria si è posizionata come leader mondiale, con l’energia solare che entro il 2024 ha fornito quasi il 25% della sua elettricità, rispetto al 4% del 2019, e che a giugno 2025 ha raggiunto la quota record del 42%.

La produzione solare della Polonia è aumentata di oltre 20 volte, passando da 0,7 TWh a 15 TWh, con oltre 1,5 milioni di prosumer entro la metà del 2025 e, per la prima volta, a giugno le energie rinnovabili hanno superato il carbone nella produzione di energia.

I DATI DEL SOLARE IN REPUBBLICA CECA E SLOVACCHIA

Dopo un decennio di stagnazione, la Repubblica Ceca si è ripresa con oltre 1 GW di nuova capacità fotovoltaica nel 2023 (il suo primo anno con più di 1 GW dal 2010), quasi raddoppiando la produzione a 4 TWh nel 2024 e raggiungendo il 14,7% della sua elettricità generata dall’energia solare entro giugno 2025.

Anche la Slovacchia, rimasta indietro a causa di ostacoli politici, come una moratoria di otto anni sulle connessioni alla rete, di recente ha accelerato, aggiungendo 274 MW entro il 2024, dopo una crescita minima negli anni precedenti.

“Questa rapida crescita, nonostante il modesto potenziale solare e le sfide economiche, dimostra che il Green Deal europeo può acquisire slancio anche in contesti difficili. Questi Paesi, un tempo fortemente dipendenti dal carbone, stanno rimodellando il panorama energetico europeo e dimostrando che anche le regioni con un PIL inferiore alla media e ostacoli politici possono guidare la transizione verso l’energia pulita”, ha affermato Tatiana Mindekova, consulente politico di Ember.

IL CARBONE È IN DECLINO

Il declino del carbone rafforza questo cambiamento. L’Ungheria tra il 2019 e il 2024 ha dimezzato la sua quota di carbone dal 12% al 6%; la Polonia ha segnato un traguardo storico, superando il carbone con le energie rinnovabili; la Repubblica Ceca ha anticipato la sua eliminazione graduale del carbone al 2033 con una riduzione di 7 punti percentuali, e la Slovacchia nel 2024 ha chiuso la sua ultima centrale elettrica a carbone, riducendone al minimo l’uso e limitandolo alla sola cogenerazione.

LA PRODUZIONE DI BATTERIE NELL’EUROPA CENTRALE

L’Europa centrale si è affermata anche come potenza nella produzione di batterie, con Ungheria e Polonia tra i maggiori esportatori mondiali. L’Ungheria al gennaio 2025 ospita quasi il 40% della capacità di assemblaggio di celle dell’Unione europea, mentre la Polonia è all’avanguardia con un portafoglio di batterie su scala di rete di 7,3 GW, uno dei più grandi dell’Ue, di cui 0,8 GW già autorizzati o in costruzione. Tuttavia, le installazioni di batterie su larga scala rappresentano solo 0,1 GW, meno del 2% del totale Ue.

“L’Europa centrale dimostra che i Paesi dipendenti dal carbone possono cambiare rotta e realizzare progressi significativi nel campo delle energie rinnovabili. Con le giuste politiche, la regione potrebbe trasformare questo slancio in un vantaggio competitivo e persino superare i suoi vicini occidentali nell’impiego di energia pulita”, ha concluso Mindekova.

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