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Rinnovabili

L’Europa e il problema della generazione intermittente delle energie rinnovabili

Per le rinnovabili, le limitazioni alla produzione in periodi di eccesso di offerta o il colmare il gap con i combustibili fossili, in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli, sono delle soluzioni provvisorie che non aiutano la transizione energetica

Le installazioni di energia solare ed eolica e la produzione di energia sono in forte espansione in Europa, ma i politici hanno un problema: il crescente divario tra la capacità di carico di base e l’impennata dell’elettricità rinnovabile intermittente. L’Europa ha ancora molto lavoro da fare per fornire reti flessibili e affidabili per gestire la quota crescente di rinnovabili nella produzione e nel consumo di elettricità.

IL RECORD DELLE RINNOVABILI NEI PRIMI MESI DEL 2024

Il mese scorso l’Unione europea ha registrato una produzione di energia elettrica da combustibili fossili ai minimi storici e una quota record di energie rinnovabili nel mix energetico. Lo scorso aprile  i combustibili fossili hanno prodotto per la prima volta meno di un quarto dell’elettricità Ue, mentre la quota di rinnovabili, al livello record in un solo mese pari al 54%, è stata sostenuta dall’eolico e dal solare e da una ripresa dell’idroelettrico rispetto al periodo fino all’aprile 2023, quando la siccità aveva ridotto la quota di produzione.

Ma cosa succede alla produzione eolica e solare quando il cielo è nuvoloso e non tira vento? Ovviamente la produzione di energia diminuisce, e dev’essere compensata da altre fonti, o dagli stoccaggi. L’Europa e il resto del mondo – scrive Tsvetana Paraskova su Oilprice – hanno bisogno di soluzioni per affrontare l’intermittenza nella produzione eolica e solare e per espandere e rinnovare le reti, in modo che riescano a gestire l’aumento della capacità rinnovabile.

COSA SERVE PER SFRUTTARE ANCORA DI PIÙ LE FONTI RINNOVABILI

I politici, in Europa e altrove, devono pianificare meglio come sfruttare al meglio il boom delle rinnovabili. Le limitazioni alla produzione in periodi di eccesso di offerta o il colmare il gap con i combustibili fossili, in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli, sono delle soluzioni provvisorie che non aiutano la transizione energetica.

“Gli investimenti nella rete sono in ritardo rispetto alle aggiunte rinnovabili, e la mancanza di capacità di trasmissione potrebbe frenare la transizione energetica”, ha affermato il think tank Ember in un rapporto all’inizio di quest’anno. “Assicurarsi che l’energia solare ed eolica possano effettivamente connettersi al sistema è fondamentale quanto i pannelli e le turbine stesse. Non esiste transizione senza trasmissione”, ha spiegato Elisabeth Cremona, Energy & Climate Data Analyst di Ember.

L’IMPORTANZA DELLE FONTI DI BACKUP

L’Ue e il mondo nel suo insieme sono impreparati alla massiccia diffusione dell’energia eolica e solare: gli investimenti nelle reti sono attualmente insufficienti per gestire il boom, mentre anche lo stoccaggio di energia è indietro rispetto alla generazione rinnovabile. Nei periodi di meteo mite e nuvoloso, la produzione solare ed eolica diminuisce. Questi periodi, però, non possono essere previsti molto lontano nel tempo, quindi si rendono necessarie delle fonti di backup.

“Riconosciamo che il clima sta cambiando, ed è difficile sapere con quale frequenza ciò avverrà”, ha affermato Brent Wanner, a capo del settore energetico dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, riferendosi alla cosiddetta “Dunkelflaute”, il termine tedesco per indicare un meteo nuvoloso senza vento che limita la produzione eolica e solare. “Essere pronti per questo tipo di periodi, però, dovrà far parte della pianificazione”, ha aggiunto Wanner.

LE SFIDE DELLA RETE ELETTRICA EUROPEA

Tuttavia, le reti europee non sono state costruite per gestire nuovi ingenti carichi di produzione e domanda di elettricità. “Mentre l’Europa accelera la diffusione delle rinnovabili ed elettrizza sempre più l’economia, si prevede che la produzione e la domanda di elettricità entro il 2050 raddoppieranno”, ha affermato in un rapporto il mese scorso il think tank tedesco Agora Energiewende, spiegando che “un numero elevato di generatori e consumatori aggiuntivi sarà collegato alla rete elettrica a livello di distribuzione. Ciò pone sfide alle infrastrutture esistenti, che non sono state costruite per gestire dei carichi così crescenti”.

Secondo lo studio preparato da Agora Energiewende e dalla società di consulenza DNV, la rete europea si trova ad affrontare una pressione crescente, “che sta rallentando l’integrazione di ulteriori energie rinnovabili e il passaggio alle applicazioni elettriche. Uno dei motivi principali è la mancanza di quadri normativi e finanziari che sono in parte responsabili della scarsa pianificazione a lungo termine a livello di DSO, che porta all’insufficiente dispiegamento delle infrastrutture energetiche”, si legge nel rapporto.

A meno che l’Europa non acceleri gli investimenti e la pianificazione della rete e non promuova la diffusione dello stoccaggio di energia, gli impianti e la produzione di energia eolica e solare da record saranno solo delle statistiche da pubblicizzare per i sostenitori dell’energia pulita, ma non faranno avanzare realmente la transizione energetica.

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