“Non è il momento di rallentare sul Green Deal”: l’allarme di Hedegaard, ex commissaria per il Clima, mentre la transizione verde divide l’Europa e le Big Oil fanno marcia indietro sui loro impegni
Il futuro energetico e industriale del Vecchio Continente si gioca ora, tra le fiamme del Mediterraneo, le pressioni delle lobby e la corsa globale alle tecnologie verdi. È il monito di Connie Hedegaard, ex commissario Ue per il Clima, intervistata da Politico. “Von der Leyen ha resistito finora, deve continuare a farlo. Non è il momento di temporeggiare o trascinare i piedi: è il momento di agire”, ha sottolineato Hedegaard.
HEDEGAARD: FARE MARCIA INDIETRO SUL GREEN DEAL E’ UN ERRORE
Il Sud Europa è devastato dagli incendi, mentre il mantra dell’Ue si è spostato su sicurezza e competitività, secondo Hedegaard. I partiti di estrema destra hanno guadagnato terreno sfruttando il malcontento per inflazione e regole verdi. Intanto, il Green Deal della Commissione von der Leyen è diventato bersaglio di governi e lobby industriali, ansiosi di allentare gli obiettivi e frenare la transizione. Un marcia indietro che potrebbe avere conseguenze devastanti, secondo l’ex commissaria per il Clima.
L’ACCUSA ALLE GRANDI COMPAGNIE ENERGETICHE
La danese non risparmia critiche alle grandi compagnie energetiche. “Ricordo quando BP si presentava come Beyond Petroleum. Oggi sta facendo marcia indietro. Dovrebbero vergognarsi”, ha detto, puntando il dito contro i colossi che hanno rallentato la transizione proprio mentre la crisi climatica accelerava.
Ma per Hedegaard considerare l’agenda verde come un peso è un errore strategico: “Per l’Europa, clima e sicurezza sono interconnessi. Basta guardare alla nostra dipendenza energetica e alla necessità di trasformare i sistemi energetici. Se i leader non agiscono, rischiano di alimentare proprio il populismo che temono. Von der Leyen ha resistito finora, deve continuare a farlo. Non è il momento di temporeggiare o trascinare i piedi: è il momento di agire”.
QUANTO COSTANO I DISASTRI CLIMATICI
Dalle alluvioni “mostruose” in Spagna agli incendi in Cipro e Francia del Sud, fino all’ondata di calore record che quest’estate ha messo in ginocchio la Scandinavia, gli eventi estremi sono ormai cronaca quotidiana in Europa. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, negli ultimi 40 anni i disastri climatici sono costati al continente quasi 500 miliardi di euro.
“Quando le persone perdono la casa o la famiglia a causa di eventi climatici estremi, non subiscono solo un danno materiale: perdono fiducia nei decisori. Ed è proprio quella sfiducia che alimenta la polarizzazione”, ha sottolineato la danese.
LA CORSA GLOBALE ALLE TECNOLOGIE GREEN
La sfida non è solo ambientale, ma anche industriale e geopolitica. La Cina investe miliardi in tecnologie pulite, puntando a dominare le filiere globali. “Se l’Europa tentenna mentre altri accelerano, rischiamo di perdere le industrie del futuro”, avverte Hedegaard, sottolineando come il recente patto climatico con Pechino sia una vittoria diplomatica, ma anche il segnale di una competizione sempre più serrata.
LA LEVA DELL’AGRICOLTURA
L’ex commissaria individua nell’agricoltura uno dei campi più concreti su cui agire subito. La Politica Agricola Comune, che assorbe circa un terzo del bilancio UE, potrebbe diventare un motore della transizione, alleggerendo la burocrazia per i piccoli produttori e orientando i fondi verso pratiche sostenibili. “Ci vuole coraggio, ma l’agricoltura è uno dei settori in cui abbiamo davvero gli strumenti per cambiare”.