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L’illusione del carbone in declino: crollo record nel 2024, ma l’ombra della Cina minaccia il clima

La capacità di estrazione del carbone ha toccato il minimo decennale nel 2024, ma una vasta ondata di nuovi progetti, guidati dalla Cina, minaccia di creare un’eccessiva offerta globale. Questa espansione futura rischia non solo di innescare una nuova crisi di sovraccapacità, ma anche di compromettere seriamente gli obiettivi climatici mondiali.La nuova capacità di estrazione del carbone è scesa al minimo degli ultimi 10 anni nel 2024, ma i progetti futuri, soprattutto cinesi, rischiano ancora di generare un eccesso di offerta, secondo un nuovo rapporto pubblicato dal think tank statunitense Global Energy Monitor.

I NUMERI DEL CALO: -46% RISPETTO AL 2023

Secondo il rapporto, le nuove miniere aperte a livello globale nel 2024 potranno estrarre circa 105 milioni di tonnellate di carbone all’anno, in calo del 46% rispetto al 2023 e rappresentando il più piccolo incremento in un decennio. Si tratta di circa l’1% degli 8,9 miliardi di tonnellate di capacità globale nel 2024.

UN RALLENTAMENTO TEMPORANEO GUIDATO DA CINA E INDIA

I piani di costruzione nei principali produttori, Cina e India, hanno subito un rallentamento nel 2024 rispetto agli anni precedenti, il che spiega perché la nuova capacità produttiva sia scesa al minimo decennale, secondo il rapporto. Tuttavia, i ricercatori ritengono che il rallentamento potrebbe non continuare.

LE RAGIONI DELLA FRENATA: RITARDI E PRESSIONE DI MERCATO

“Il rallentamento riflette probabilmente i ritardi nelle approvazioni di espansione, la natura intrinsecamente lunga delle fasi di sviluppo delle miniere di carbone e un potenziale allentamento della pressione tra domanda e offerta in seguito all’aumento delle capacità aggiunte negli ultimi due anni, causato dalla pandemia.”

IL CICLO CINESE: DALLA CARENZA ALL’ECCESSO DI OFFERTA

In Cina, le autorizzazioni per le miniere di carbone sono aumentate nel 2022 dopo che la carenza di carbone ed energia ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza energetica, ma poi sono nuovamente diminuite quando la carenza si è trasformata in eccesso di offerta.

PROGETTI FUTURI: OLTRE 2 MILIARDI DI TONNELLATE IN CODA

Nonostante il calo previsto per il 2024, il mondo continua a progettare nuove miniere che potrebbero produrre oltre 2 miliardi di tonnellate di carbone all’anno.

LA CINA DOMINA I PIANI DI ESPANSIONE GLOBALE

Dei 2,27 miliardi di tonnellate all’anno di capacità in fase di sviluppo, 1,35 miliardi di tonnellate si trovano in Cina, più del resto del mondo messo insieme. Se questi progetti andranno avanti, la Cina potrebbe assistere a un altro ciclo di sovraccapacità simile a quello del periodo 2012-2025, hanno affermato i ricercatori.

IL PRECEDENTE STORICO: LA CRISI DI SOVRACCAPACITÀ DEL 2015

Nel 2015, la Cina ha dovuto intraprendere importanti riforme dal lato dell’offerta per chiudere la capacità eccedente di produzione di acciaio e carbone, un periodo che è tornato alla ribalta mentre il settore industriale cinese si trova nuovamente alle prese con un eccesso di offerta schiacciante.

I GRANDI PRODUTTORI: CINA, INDIA, AUSTRALIA E RUSSIA IN TESTA

I dati GEM riguardano 850 nuove miniere, progetti di espansione e rimessa in servizio; Cina, India, Australia e Russia rappresentano quasi il 90% degli sviluppi proposti.

OBIETTIVI CLIMATICI A RISCHIO: IL RALLENTAMENTO NON BASTA

Secondo i ricercatori, il rallentamento della nuova capacità produttiva previsto per il 2024 non è sufficiente a soddisfare gli obiettivi climatici globali, che richiedono una riduzione significativa anziché un aumento della produzione di carbone.

L’AVVERTIMENTO DELL’ONU: NECESSARIO UN TAGLIO DEL 75%

Secondo una stima delle Nazioni Unite, per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi sarebbe necessario ridurre la produzione di carbone del 75% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020.

UN CASO EMBLEMATICO: LA MINIERA DI CHANGTAN E LE EMISSIONI DI METANO

Una delle miniere proposte dalla Cina, la miniera di carbone a cielo aperto di Changtan nella Mongolia Interna, sarebbe una delle miniere più importanti al mondo per le emissioni di metano, un gas serra particolarmente potente, ha affermato GEM.

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