Skip to content
costo dell'energia

L’industria lancia l’ultimatum sul costo dell’energia: “Intervento urgente o sarà crisi”

Confindustria chiede al Governo un decreto d’urgenza per abbassare i costi. Regina: “Produzione industriale in calo da due anni, il prezzo dell’energia ci uccide”.

Un grido d’allarme, un appello accorato al Governo affinché intervenga “con un provvedimento d’urgenza” per fermare la spirale negativa del costo dell’energia che sta mettendo in ginocchio l’industria italiana. È la richiesta, non più rinviabile, avanzata da Aurelio Regina, delegato di Confindustria per l’energia, durante un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera sul recepimento delle nuove normative europee per le rinnovabili.

REGINA (CONFINDUSTRIA): “IL GOVERNO DEVE INTERVENIRE, NON È PIÙ RINVIABILE”

“Colgo questa opportunità per ribadire ancora una volta che una delle principali criticità per l’industria italiana rimane il costo dell’energia”, ha esordito Regina, snocciolando dati impietosi. “Nei primi dieci mesi del 2025 il costo medio in Italia è stato di oltre 116 euro al MWh contro gli 87 della Germania, i 65 della Spagna e i 61 della Francia. Questo rimane l’elemento di maggiore discompetitività del nostro sistema, che è arrivato a registrare oltre due anni di calo della produzione industriale”. Per Confindustria, il problema “non è più rinviabile”. Da qui la richiesta di un intervento immediato per “valorizzare al meglio la produzione da fonti rinnovabili, accompagnandola con una semplificazione amministrativa, neutralità tecnologica e tempi della transizione coerenti con le esigenze industriali”.

LE PROPOSTE DEGLI INDUSTRIALI: DAL DISACCOPPIAMENTO ALLA RIDUZIONE DEGLI ONERI

Le proposte di Confindustria sono concrete. “Abbiamo chiesto con urgenza che si proceda con nuovi strumenti per il disaccoppiamento delle fonti rinnovabili dal prezzo del gas”, ha continuato Regina. Ma non solo: tra le richieste ci sono anche interventi strutturali come la riduzione del differenziale di prezzo del gas tra Italia e resto d’Europa, l’incremento della produzione nazionale di gas e biometano e, soprattutto, il taglio degli oneri generali di sistema, un fardello da “8-10 miliardi di euro all’anno” che pesa per circa il 40% sulle bollette di cittadini e imprese. “Su questo”, ha concluso, “credo che il Governo debba procedere velocemente con un documento di urgenza”.

RINNOVABILI, RITMI TROPPO LENTI E BUROCRAZIA SOFFOCANTE

Nonostante la centralità delle rinnovabili, la loro crescita, secondo gli industriali, è “troppo lenta”. Con soli 4 GW di nuova potenza installata nei primi nove mesi del 2025, siamo “lontani dai 9 GW annui necessari per soddisfare gli obiettivi del PNIEC”. Per accelerare, secondo Regina, è indispensabile “ampliare il perimetro delle aree idonee”, superando i vincoli attuali, e “garantire un quadro normativo coerente e unitario a livello nazionale”, evitando frammentazioni regionali. Un concetto ripreso anche da Giorgio Boneschi, direttore generale di Elettricità Futura, che ha denunciato il rischio che “l’inserimento puntuale dei riferimenti ai titoli edilizi” possa “aggravare i procedimenti e bloccare gli iter autorizzativi”.

LE VOCI DEGLI ALTRI ATTORI: DA ACQUIRENTE UNICO AI COMUNI

All’audizione hanno partecipato anche altri attori chiave del sistema. Giuseppe Moles, AD di Acquirente Unico, ha proposto di estendere il ruolo della sua società anche all’approvvigionamento centralizzato di energia rinnovabile per la Pubblica Amministrazione, al fine di “stabilizzare i costi energetici e garantire un uso prevalente delle FER”. Giuseppe Sacco, delegato di ANCI, ha invece posto l’accento sulle “carenze strutturali e di professionalità dei comuni”, chiedendo un’implementazione del personale e una revisione del regime autorizzatorio semplificato che tenga conto della reale disponibilità dei punti di connessione alla rete. Nel recepimento della direttiva europea RED III, UNEM ha infine chiesto al Governo di garantire flessibilità agli operatori, evitare sotto-obiettivi su tecnologie immature come l’idrogeno verde e assicurare obblighi omogenei per prodotti concorrenti. È fondamentale includere le norme sul settore trasporti per non incorrere in procedure d’infrazione e per dare certezze agli investimenti. Infine, l’associazione propone di mantenere un sistema sanzionatorio proporzionato e di introdurre l’obbligo di fideiussione per contrastare le evasioni nel mercato dei biocarburanti.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su