Dubbi su un possibile riavvio dell’impianto di Zaporizhia in tempi brevi legati all’insufficienza di acqua di raffreddamento, di personale e di fornitura di elettricità in entrata
L’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff ha dichiarato che i recenti colloqui con il presidente russo Vladimir Putin sono stati “convincenti” e incentrati su un possibile accordo di pace basato sullo status di “cinque territori”.
L’INCONTRO CON PUTIN
Witkoff, che ha incontrato Putin a San Pietroburgo l’11 aprile, ha descritto l’incontro come produttivo, sostenendo che il presidente russo ha espresso il desiderio di “una pace permanente”, anche se “ci è voluto un po’ di tempo per arrivarci”.
“Questo accordo di pace riguarda cinque territori”, ha dichiarato Witkoff in un commento a Fox News. “Ma c’è molto di più. Penso che potremmo essere sull’orlo di qualcosa di molto importante per il mondo intero”.
I CINQUE TERRITORI RICHIESTI
Sebbene Witkoff non abbia nominato direttamente i territori, sembra riferirsi alla Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, e alle oblast di Donetsk, Luhansk, Zaporizhia e Kherson, parzialmente occupate. Mosca ha dichiarato l’annessione di queste ultime quattro regioni nel 2022.
L’inviato Usa ha anche accennato a una più ampia ambizione strategica legata agli incentivi commerciali. “Vedo la possibilità di rimodellare le relazioni tra Russia e Stati Uniti attraverso alcune opportunità commerciali molto interessanti”, ha affermato Witkoff. “Questo conferisce anche una reale stabilità alla regione”.
NEGLI USA SI LANCIA L’ALLARME SULLE RICHIESTE DI MOSCA
Alcuni funzionari statunitensi hanno lanciato l’allarme sulla direzione della diplomazia dell’amministrazione Trump. Il Wall Street Journal ha riportato che il Segretario di Stato Marco Rubio e l’Inviato Speciale per l’Ucraina Keith Kellogg stanno esortando il Presidente Donald Trump a opporsi alle concessioni territoriali a Mosca.
Secondo Reuters, Witkoff ha detto a Trump che riconoscere il controllo russo sulle quattro regioni parzialmente occupate sarebbe il modo più rapido per ottenere un cessate il fuoco. Questo approccio rispecchia le richieste del Cremlino e ha suscitato preoccupazione tra gli alleati di Kiev.
VIOLATA LA TREGUA PARZIALE SULLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE
Nonostante gli sforzi per un cessate il fuoco completo di 30 giorni, la Russia continua a respingere la proposta sostenuta da Stati Uniti e Ucraina. Anche la tregua parziale che riguarda le infrastrutture energetiche è stata ripetutamente violata dalle forze russe.
Witkoff, che ha visitato la Russia diverse volte quest’anno ed è il principale negoziatore di Trump, è stato criticato per aver adottato i punti di vista del Cremlino, in particolare per quanto riguarda la natura dell’occupazione russa e le prospettive di cessione di territorio in cambio della pace.
Da quando è tornata in carica a gennaio, l’amministrazione Trump ha ripreso i colloqui diretti con il Cremlino e ha segnalato un minore impegno nei confronti della difesa dell’Ucraina, mentre la Russia intensifica gli attacchi contro le aree civili.
LA CENTRALE DI ZAPORIZHZHIA E I PROBLEMI DI RIAVVIO
Soprattutto Zaporizhzhia è un territorio fondamentale in chiave energetica visto che nella provincia incide l’omonima centrale nucleare, teatro di diverse incursioni militari. Qualche giorno fa, tuttavia, The Guardian aveva riportato le parole di Petro Kotin, amministratore delegato di Energoatom a cui è affidata la gestione del sito, che in un’intervista aveva sollevato dubbi su un possibile riavvio dell’impianto sia da parte russa che da parte ucraina, nel caso ne avesse ripreso il controllo.
Secondo Kotin i problemi sono legati all’insufficienza di acqua di raffreddamento, di personale e di fornitura di elettricità in entrata.
Zaporizhzhia è il più grande reattore nucleare d’Europa, ed in mano russa dalla primavera del 2022. Anche se chiuso per motivi di sicurezza pochi mesi dopo si trova comunque in prima linea nel conflitto, vicino al fiume Dnipro. Kotin ha affermato che Energoatom è pronta a riavviare l’impianto, ma a condizione del ritiro delle truppe dalla zona e dell’avvio di una bonifica per un tempo stimato tra “due mesi a due anni” in caso di intervento ucraino mentre “è impossibile” da parte russa a causa della situazione conflittuale. La Russia ha ammesso di aver posizionato delle mine tra il perimetro interno ed esterno dell’impianto “per scoraggiare potenziali sabotatori ucraini”.
In totale, secondo Kotin, i sei reattori potrebbero essere attivati solo dopo il completamento di 27 programmi di sicurezza concordati con l’ente regolatore nucleare ucraino, come il collaudo del combustibile nucleare nei noccioli dei reattori.