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L’UE rischia (di nuovo) di affidarsi troppo ad un unico fornitore di gas

 Per l’Ue aumentare drasticamente le importazioni di GNL per soddisfare l’accordo con gli USA è irrealizzabile: la domanda di gas in Europa è in calo ed è improbabile che il mercato riesca ad assorbire i volumi in eccesso

Il nuovo piano dell’Unione europea di acquistare 250 miliardi di dollari di energia dagli Stati Uniti per ciascuno dei prossimi tre anni è irrealistico e potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza energetica dell’Unione. L’impegno fa parte di un accordo commerciale concordato tra UE e Stati Uniti il 27 luglio, che prevede dazi del 15% sulla maggior parte delle esportazioni dell’Unione verso gli Stati Uniti.

L’UE IMPORTERÀ 70 MLD DI DOLLARI DI ENERGIA DAGLI USA

L’Unione europea – scrive Ana Maria Jaller-Makarewicz, Lead Energy Analyst di IEEFA Europe – intende acquistare 750 miliardi di dollari di energia dagli Stati Uniti nei prossimi tre anni, in sostituzione degli acquisti di petrolio e gas dalla Russia. Bruxelles ha inoltre accettato di investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti.

Nel 2024 gli Stati Uniti erano il principale fornitore di petrolio e GNL dell’Ue e il secondo fornitore di carbone. Nella prima metà del 2025, il 55% delle importazioni di GNL dell’Ue proveniva dagli Stati Uniti, il 16% dalla Russia, il 9% dal Qatar, il 6% dalla Nigeria e il 5% dall’Algeria. Nello stesso periodo, gli Stati Uniti rappresentavano il 27% delle importazioni combinate di gasdotti e GNL dell’Ue.

IL COSTO DELLE IMPORTAZIONI DI GNL DELL’UNIONE EUROPEA

Aumentare drasticamente le importazioni di GNL per soddisfare l’accordo è irrealizzabile: la domanda di gas in Europa è in calo ed è improbabile che il mercato riesca ad assorbire i volumi in eccesso. Inoltre, il mercato del gas è intrinsecamente volatile e il GNL è un combustibile costoso.

Negli ultimi tre anni l’Ue ha pagato circa 225 miliardi di euro per le importazioni di GNL, di cui 100 miliardi di euro per il GNL statunitense. Questa cifra elevata è in parte dovuta al fatto che il GNL statunitense è più costoso per gli acquirenti dell’UE rispetto al GNL di qualsiasi altro fornitore.

L’UE RISCHIA DI DIPENDERE SEMPRE PIÙ DAGLI USA

Il piano Ue di acquistare 250 miliardi di dollari di energia dagli Stati Uniti all’anno rischia di creare un’eccessiva dipendenza da un unico fornitore. Sulla base dei prezzi del 2024 e mantenendo la stessa proporzione di prodotti energetici acquistati dagli Stati Uniti rispetto alle importazioni totali di energia, l’IEEFA stima che, per rispettare l’impegno, Bruxelles quest’anno dovrebbe triplicare le sue importazioni di petrolio, carbone e GNL statunitensi.

Nel 2024 le importazioni di petrolio, carbone e GNL dell’Ue hanno raggiunto un totale di 315 miliardi di euro. Di questi, 262 miliardi di euro erano petrolio (453 milioni di tonnellate all’anno), 12 miliardi di euro carbone (63 milioni di tonnellate all’anno) e 41 miliardi di euro GNL (80 milioni di tonnellate all’anno).

Lo scorso anno Bruxelles ha speso 65 miliardi di euro in petrolio, carbone e GNL statunitensi. Questa cifra include 42 miliardi di euro pagati per il petrolio, 4 miliardi di euro per il carbone e 19 miliardi di euro per il GNL provenienti dal Paese. Lo scorso anno gli USA hanno rappresentato il 21% delle importazioni Ue di questi tre combustibili. Per rispettare l’impegno di acquistare 215 miliardi di euro di prodotti energetici dagli Stati Uniti all’anno, l’Ue dovrebbe approvvigionarsi di circa il 70% delle sue importazioni energetiche dal Paese. L’accordo lega di fatto l’approvvigionamento energetico europeo ad un unico venditore.

LA DOMANDA EUROPEA DI GAS È IN CALO

Non è chiaro cosa significheranno in termini di volumi i 250 miliardi di dollari di acquisti di energia all’anno dagli Stati Uniti, a causa delle fluttuazioni dei prezzi, dei contratti già firmati con altre fonti e delle restrizioni di domanda e offerta. Questo accordo è caratterizzato da grande incertezza e rischio per quanto riguarda la domanda di gas e GNL, la diversificazione dei fornitori, le normative climatiche e la sostenibilità finanziaria.

Poiché la domanda europea di gas continua a diminuire fino al 2030 e oltre, i venditori di GNL faranno fatica a trovare acquirenti nel continente. Quanto GNL in più potrà acquistare l’Ue dagli Stati Uniti, quando si prevede un eccesso di offerta globale di GNL entro il 2030?

Incentivare le importazioni di GNL potrebbe vincolare la dipendenza dal gas fossile, il che potrebbe portare Bruxelles a non raggiungere l’obiettivo del 2040 di ridurre le emissioni nette di gas serra del 90% rispetto al 1990, e comportare rischi finanziari legati alla conformità al regolamento UE sul metano.

IL COSTO DELLE RINNOVABILI CONTINUA A DIMINUIRE

Negli ultimi anni il costo della produzione di energia rinnovabile, in particolare del solare fotovoltaico, è diminuito significativamente. Il costo medio ponderato totale installato di progetti solari fotovoltaici su scala industriale in Europa si è più che dimezzato negli ultimi 10 anni, passando da 1.759 dollari per kilowatt nel 2015 a 779 dollari per kilowatt nel 2024, secondo l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili. Si sono registrati cali significativi dei costi anche per l’eolico onshore e offshore.

Lo scorso anno il 46,9% dell’elettricità netta prodotta nell’Unione europea proveniva da fonti energetiche rinnovabili. La capacità solare ed eolica Ue su scala industriale è aumentata di 40,4 GW nel 2024, con l’installazione di 27,5 GW di solare, 11,5 GW di eolico onshore e 1,4 GW di eolico offshore. L’impiego di energie rinnovabili e le politiche volte a ridurre il consumo di gas hanno contribuito a far diminuire la domanda di gas in Europa del 20% negli ultimi tre anni.

LE ENERGIE RINNOVABILI AUMENTERANNO L’INDIPENDENZA ENERGETICA DELL’UE

Invece di aumentare ulteriormente la sua dipendenza dai combustibili fossili statunitensi, l’Unione europea dovrebbe investire in progetti nazionali per le energie rinnovabili. Con una spesa di 750 miliardi di dollari in energie rinnovabili, l’Ue potrebbe installare 321 GW di energia solare su scala industriale, 151 GW di energia eolica offshore e 74 GW di energia eolica offshore. Ciò consentirebbe all’Unione di aumentare la sua capacità installata di energia solare ed eolica di circa il 90%.

L’aumento della diffusione delle energie rinnovabili garantisce sicurezza energetica e riduce i prezzi dell’elettricità. Al contrario, il piano dell’Ue di aumentare la sua dipendenza da un unico fornitore di energia è un momento di déjà-vu per un continente che si sta ancora riprendendo da una crisi energetica.

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