Tutte le posizioni in Ue sugli stoccaggi comuni, sul tetto al prezzo del gas e non solo
Domani e venerdì l’Unione europea si riunisce nel suo Consiglio. Sul fronte del gas le divisioni non mancano, sono almeno tre i gruppi di paesi discordi.
IL FRONTE DEL SUD DELL’UE
La via mediterranea italiana, discussa da Draghi già da venerdì scorso e condivisa con Spagna, Portogallo e Grecia, non convince né i nordici né l’Europa dell’Est.
NORDICI E EUROPA DELL’EST SI OPPONGONO
Olanda e Germania, infatti, lamentano contratture alla concorrenza in caso di interventi sull’energia. Gli europei orientali, invece, vogliono stoppare i discorsi green per la contingenza dei costi. L’Ue, dopo il RePowerEU, conferma la sua volontà di distaccarsi dalle forniture russe. Ma serve valutare tra soluzioni di breve termine e di lungo.
ACCORDO UE SUGLI STOCCAGGI COMUNI
“Sono invece notevoli i passi avanti registrati sulle misure coordinate per assicurare adeguati livelli di stoccaggio del gas” scrive Marco Bresolin da Bruxelles per La Stampa. Così come per l’acquisto comune di Gnl e idrogeno.
Insomma, i passi avanti non mancano. Ma non deve mancare la cautela, viste le divisioni ancora presenti.
DALL’ITALIA LE PAROLE DI BONOMI
Non si può certo dire che l’Italia non stia giocando un ruolo, almeno in questa partita energetica. Per Bonomi, numero uno di Confindustria, servono interventi strutturali. Come riporta il Sole 24 Ore, per il capo degli industriali “dobbiamo sbloccare gli impianti rinnovabili fermi per l’eccessiva burocrazia e individuare le aree idonee a ospitarli”. Ci sono i rigassificatori su cui puntare, il mix energetico italiano.
Tutte misure che devono inevitabilmente andare oltre il momento e strutturare il futuro energetico, nazionale e comunitario.