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Auto

Manovra, cosa ne pensa il mondo dell’auto

Audizione in commissione Attività produttive della Camera sul disegno di legge di Bilancio 2021 per il mondo dell’auto: ascoltati ANFIA, Federauto, Motus E, Transport & Environment, UNEM e UNRAE.

ANFIA

“Il settore contribuisce all’erario per circa 76-77 mld ogni anno, quasi il 16% di tutte le entrate dello Stato. Purtroppo nei primi sei mesi del 2020 c’è stato un tracollo della produzione con variazioni dal 30 al 50% di veicoli prodotti in meno. Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo perso circa 250 mila veicoli prodotti in Italia”. Lo ha affermato Gianmarco Giorda, direttore dell’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (ANFIA), in audizione in commissione Attività produttive della Camera sul disegno di legge di Bilancio 2021.

“La seconda ondata di Covid-19 ha provocato un clima di incertezza che sta rallentando fortemente le vendite. I concessionari hanno un traffico praticamente ridotto a zero nelle ultime settimane. Riteniamo che sia importante, data la situazione straordinaria, immaginare una misura per far ripartire il mercato collegata alla rottamazione, per circa 6 mesi. Questa misura dovrebbe rifarsi al modello di incentivi declinati sulle fasce, in modo da inglobare un più ampio portafoglio di modelli. Una misura di questo tipo, oltre agli effetti positivi per l’ambiente e il fisco avrebbe anche un effetto positivo a livello industriale perché andrebbe a rilanciare volumi di produzione di veicoli in Italia”.

Secondo Giorda è necessario poi “inserire nella legge di bilancio una misura per agevolare il rinnovo del parco dei veicoli commerciali. Parliamo di veicoli sotto le 3,5 tonnellate. Abbiamo un parco di veicoli commerciale decisamente vetusto, tra l’altro è da qualche settimana che l’Italia è di nuovo in procedura di infrazione. Per cui riteniamo che possa essere utile inserire una misura che vada nella logica di supportare gli investimenti delle aziende che lavorano con questo tipo di mezzi, agendo su ambiente e sicurezza. Immaginiamo che i contributi debbano essere differenziati sulla base della massa totale del veicoli in modo decrescente in base all’alimentazione. Naturalmente i veicoli elettrici dovrebbero avere gli incentivi più forti via via a scalare”.

“È poi necessario rafforzare l’ecobonus come è stato fatto nel dl Rilancio con un extraincentivo di 2mila euro con rottamazione e di mille euro senza rottamazione. L’ecobonus è stato un driver fondamentale per aiutare la diffusione ancora più massiccia dei veicoli elettrificati in Italia. Una diffusione strumentale per raggiungere i target di decarbonizzazione al 2021, 2025 e 2030 e anche per aiutare le aziende costruttrici a raggiungere i target di C02 previsti dall’Ue. E’ necessario però anche guardare oltre l’anno prossimo – ha aggiunto – e riteniamo sia importante definire un programma pluriennale con incentivi che accompagnino questa transizione verso veicoli elettrificati. Prevediamo che al 2025 ci sarà una quota di mercato di veicoli elettrificati del 25% e al 2030 questa percentuale arriverà quasi al 50%”.

Infine, “è fondamentale lavorare moltissimo nei prossimi anni affinché le infrastrutture di ricarica veloce siano sempre più presenti nelle strade e nei Comuni italiani ma anche per una presenza più significativa nelle autostrade, e agevolare il più possibile la diffusione di infrastrutture a livello privato e residenziale agendo sulla semplificazione delle norme. Al 2025 grazie a questa diffusione crescente di auto elettrificate in Italia prevediamo che ci sarà bisogno di circa 130 mila punti di ricarica rispetto ai 14-15mila di oggi”.

FEDERAUTO

“Vorrei far notare che di fatto il 60% dell’immatricolato italiano hanno emissioni da 102 a 120 g. Se vogliamo rilanciare il mercato non si può fare con le auto elettrice”. Lo ha affermato Adolfo De Stefani presidente di Federauto. “inoltre le auto elettrice rappresentano la terza macchina a quanto risulta a noi pertanto sarebbe il caso di introdurre anche dei limiti di reddito. È necessario per il 2021 se vogliamo far ripartire il mercato e non ricorrere alla cassa integrazione per il nostro settore aiutare il mercato dando incentivi non solo alle auto elettriche ma anche a quella parte del mercato che deve ripartire”.

“Chiediamo anche un contributo speciale per i veicoli commerciali”, ha aggiunto De Stefani precisando come sia indispensabile riguardare i regimi fiscali delle auto aziendali. “Quest’anno abbiamo il 28% dell’immatricolato e questo significa che abbiamo fatto invecchiare ulteriormente il parco auto che quindi inquinerà di più”.

MOTUS-E

“Il mercato dei veicoli elettrici è incoraggiante nonostate il Covid con il dato di ottobre 2020 simili a quello del 2019 e un indice di penetrazione di oltre il 4%”. Lo ha detto Francesco Naso responsabile Technology & Market di Motus-e riconoscendo che il mercato sta andando bene in tutta Europa soprattutto in Germania. “Insomma l’elettrificazione è una dinamica inarrestabile e il nostro invito e di sfruttarne l’opportunità e di non trasformarla in un rischio per le nostre imprese automotive”. “In questo momento il nostro suggerimento è di proseguire con l’ecobonus e mantenere l’esclustivtà dei fondi sotto i 60 g al Km e spostare gli avanzi anno su anno. Importantissima per noi anche l’elettrificazione delle flotte e di trasporto merci leggeri – ha proseguito Naso -. La nostra proposta consente di rientrare dal costo di ammortamento dei mezzi e dall’altra parte può creare un risultato nel mercato dell’usato. Lo stesso vale per il superammortamento che potrebbero avere successo sui veicoli di classe N”. Per quanto riguarda le infrastrutture di ricarica “crescerà moltissimo l’uso di quella pubblica. Prevediamo una crescita importante al 2030 circa 130 mila punti pubblici. Per questa ragione la norma in manovra è interessante ma crediamo debba essere aggiornato il piano delle infrastrutture di ricarica”.

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