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Nucleare

Manovra, le barricate dei sindacati sulla fiscalizzazione degli oneri nucleari

Le organizzazioni sindacali: “Ripensare e ritirare tale emendamento ed aprire un confronto immediato con Arera. Trovare soluzioni per accelerare il decommissioning entro le scadenze, riconoscendo i costi previsti per sostenere il sistema”

Un articolo della Legge di Bilancio che presto dovrebbe essere messa in approvazione sta suscitando molte perplessità e la reazione di numerose organizzazioni sindacali. La parte incriminata è l’articolo 6 della manovra, che tratta degli oneri nucleari.

L’ART. 6 DELLA MANOVRA FINANZIARIA – FISCALIZZAZIONE DEGLI ONERI NUCLEARI

Come recita l’articolo, “in prima attuazione, in coerenza con la milestone 7 della Missione 1, componente 2, gli oneri nucleari coperti tramite il conto per il finanziamento delle attività̀ nucleari di cui all’articolo 42 dell’Allegato A alla deliberazione dell’Autorità̀ di regolazione per l’energia, reti e ambiente n. 231/2021/R/eel e il conto per il finanziamento delle misure di compensazione territoriale di cui all’articolo 51 della medesima deliberazione non sono più̀ soggetti all’obbligo, da parte dei fornitori, di riscossione. A decorrere dal 2023 le relative misure sono adottate nel limite delle risorse di cui al comma 3. Entro il 30 giugno di ogni anno, l’Autorità̀ di regolazione per l’energia, reti e ambiente, nell’esercizio delle proprie funzioni e competenze in relazione alla definizione dei criteri di efficienza economica nello svolgimento delle attività̀ connesse al decomissioning delle centrali elettronucleari dismesse, alla chiusura del ciclo del combustibile e alle attività̀ connesse e conseguenti, comunica al Ministero dell’economia e delle finanze e al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica l’aggiornamento del piano delle attività̀ anche ai fini delle eventuali rimodulazioni finanziarie”.

“Per le finalità̀ di cui al comma 1 – si legge ancora nell’articolo – è autorizzata la spesa di 400 milioni di euro annui a decorrere dal 2023, di cui 15 milioni di euro annui destinati alle misure di compensazione di cui all’articolo 4, comma 1-bis, del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368. Le risorse sono trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali entro il 28 febbraio di ciascun anno. Entro il 30 settembre 2023, l’Autorità̀ di regolazione per l’energia, reti e ambiente formula proposte e relative stime per l’estensione di quanto previsto al comma 1 ad altre tipologie di oneri generali di sistema”.

Se l’articolo di legge fosse così approvato, i fornitori non saranno più obbligati alla riscossione degli oneri nucleari ad oggi inseriti nelle bollette elettriche, le cui risorse, tra l’altro, sono destinate allo smantellamento delle centrali nucleari.

RELAZIONE ILLUSTRATIVA E RELAZIONE TECNICA

La misura costituisce la prima attuazione dell’impegno assunto dalla milestone M1C2-7 in tema di oneri di sistemi, la cui esazione deve essere sottratta ai fornitori di energia elettrica. Si prevede anche la possibilità̀ che ulteriori oneri impropri siano progressivamente definiti su proposta di Arera, che provvede anche in sede di rendicontazione annuale a fornire una stima dell’eventuale variazione dell’onere previsto per gli anni successivi.

L’onere derivante dalla disposizione è complessivamente pari a 535 milioni, incluso il minor gettito al Bilancio dello Stato derivante dall’abrogazione delle disposizioni di cui al comma 2. Nell’onere di 400 milioni per l’anno 2023 e per gli anni seguenti è incluso l’onere di 15 milioni per misure di compensazione territoriale che derivava dal primo periodo del comma 1-bis dell’articolo 4, del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, convertito con modificazioni dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368 che viene riformulato in relazione all’eliminazione del gettito tariffario attualmente previsto per tale onere.

SINDACATI: SBAGLIATO SCORPORARE PROCESSO SMANTELLAMENTO EX CENTRALI NUCLEARI DA FINANZIAMENTO IN BOLLETTA

Le organizzazioni sindacali di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, esprimono il loro “dissenso relativamente alla volontà di trasferire il riconoscimento degli oneri nucleari ed il conto per il finanziamento delle misure di compensazione territoriale, dal sistema degli oneri generali delle bollette elettriche alla fiscalità generale, così come previsto nella Legge di Bilancio che, a breve, verrà messa in approvazione”.

“Attualmente queste attività sono coperte da una parte della componente ARim, presente negli oneri di sistema, come previsto dalla deliberazione Arera n. 231/2021/R/eel. Se l’articolo di legge fosse così approvato, i fornitori non saranno più obbligati alla riscossione degli oneri nucleari ad oggi inseriti nelle bollette elettriche, le cui risorse, tra l’altro, sono destinate allo smantellamento delle centrali nucleari”. Secondo le sigle sindacali “l’effetto di questa norma non è in linea con quanto previsto nell’obiettivo MIC2-7- PNRR laddove il medesimo richiede di ‘eliminare l’obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non collegati al settore dell’energia’. Sogin è infatti “una società per azioni che, in ragione degli atti costitutivi, della successiva legislazione e della consolidata giurisprudenza, opera nei settori speciali (ex ‘settori esclusi’) e le attività di smantellamento nucleare rientrano a pieno titolo nel ciclo del settore elettrico”.

“A compensazione di tali oneri, si legge, verranno stanziati 400 milioni di euro, a decorrere dal 2023, di cui 15 milioni di euro annui destinati alle misure di compensazione. Questi importi previsti sono insufficienti a sostenere lo smantellamento delle centrali nucleari. Riteniamo pertanto sbagliato e contraddittorio scorporare il processo di smantellamento delle ex centrali nucleari dal finanziamento in bolletta, un salto indietro rispetto all’accelerazione del decommissioning voluta dal governo che, attraverso il sopra citato DPCM, ha commissariato la società Sogin”, prosegue la nota. Che aggiunge: “Non considerare inoltre il Gruppo Sogin (Sogin e la controllata Nucleco) parte integrante del sistema elettrico ed energetico, ci porta ad immaginare in maniera negativa il futuro industriale di questa società, composta dai maggiori esperti nel settore nucleare italiano e da competenze che non possono essere mortificate in un riordino generale che guarda solo a operazioni di facciata, con impatto del tutto limitato riguardo i costi reali delle bollette. Siamo fortemente preoccupati anche per le commesse nucleari, i grandi appalti – come il Cemex, l’ICPF ed il WOX – che rischiano di venir meno, portandosi dietro una ulteriore serie di cantieri, mettendo a rischio centinaia di occupati non solo nel Gruppo Sogin ma anche nell’indotto”.

“Chiediamo quindi al ministro ed alla Presidenza del Consiglio di ripensare e ritirare tale emendamento ed aprire un confronto immediato tra le scriventi organizzazioni sindacali ed Arera, definendo una cabina di regia utile a trovare soluzioni adeguate, al fine di accelerare il processo di decommissioning entro le scadenze, riconoscendo i costi previsti per sostenere il sistema. Siamo pertanto a chiedere un sollecito intervento in assenza del quale siamo pronti ad utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, stato di agitazione compreso, fin quando non si sia ristabilito il criterio che fino ad oggi ha finanziato e regolamentato le attività dello smantellamento delle centrali nucleari”, conclude la nota.

ULGIATI (UGL): NON SI RISPARMIA TAGLIANDO LA SICUREZZA NUCLEARE

Il segretario nazionale della Federazione UGL Chimici, Luigi Ulgiati, esprime “profonda preoccupazione per la misura prevista all’articolo 6 del disegno di legge di bilancio 2023 presentato dal governo che riguarda Sogin S.p.A., la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. La norma avrebbe l’obiettivo di spostare sulla fiscalità generale dello Stato il finanziamento delle attività di smantellamento degli impianti e centrali nucleari italiani, la gestione del relativo combustibile nucleare esaurito e la realizzazione del Deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi. Ad oggi, invece, garantito da una componente tariffaria che incide in percentuale trascurabile sugli oneri generali del sistema elettrico”.

Per Ulgiati “non è questa la soluzione per ridurre il costo dell’energia elettrica in Italia. La misura rischia anzi di bloccare le attività e compromettere tutti quei presidi di sicurezza nucleare che Sogin garantisce quotidianamente a tutela della popolazione, dell’ambiente e dei lavoratori. L’azienda rappresenta l’eccellenza italiana in campo nucleare e radioprotezionistico che non possiamo perdere, perché impegnata nella più grande bonifica ambientale del Paese e i suoi lavoratori sono l’unico patrimonio di conoscenze qualificate a garanzia della sicurezza nucleare italiana”.

Per il sindacalista “è una situazione già vissuta che dobbiamo assolutamente evitare. È un provvedimento preliminare allo scioglimento di Sogin? La si vuole dividere e cedere il patrimonio ad altre aziende in crisi? Per di più, in assenza del Deposito Nazionale, i rifiuti radioattivi, compresi quelli medicali ed industriali, rimarrebbero stoccati in numerosi depositi temporanei oggi distribuiti in molte zone del Paese, pregiudicando così una loro gestione più sicura, razionale, efficiente ed economica”.

Inoltre, “la nuova norma eliminerebbe importanti risorse economiche assegnate a numerosi enti locali come misure di compensazione territoriale, che vengono impiegate in progetti e iniziative di tutela e valorizzazione dell’ambiente. Pertanto, la Federazione UGL Chimici chiede al governo di eliminare la norma in questione dal testo della legge di bilancio 2023 e lo invita ad agire per un deciso intervento di politica industriale, con l’obiettivo di rilanciare il Gruppo Sogin e capitalizzarne le risorse, a garanzia della sicurezza nucleare e del completamento del decommissioning, anche in previsione di un futuro sviluppo di impianti nucleari di ultima generazione utili al raggiungimento di una reale indipendenza energetica nazionale”.

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