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Premier Meloni In Mozambico

Com’è andato il viaggio di Meloni e Descalzi in Mozambico

La premier Meloni ha parlato alla stampa insieme al presidente della Repubblica del Mozambico Filipe Nyusi ribadendo la centralità di Maputo a livello energetico

Giorgia Meloni è volata in Africa insieme all’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi per un viaggio in Mozambico e Congo. Il secondo in Africa sub-sahariana dopo quello in Etiopia ad aprile scorso. Questa mattina, la premier è intervenuta insieme a Filipe Nyusi, presidente della Repubblica con capitale Maputo.

Tutti i dettagli.

LA PREMIER MELONI E DESCALZI IN MOZAMBICO

Dopo un’iniziale programma spalmato su due giorni, la doppia visita si ridurrà alla sola giornata odierna. Certo non per sminuire il valore del viaggio, anzi. Ma il caos in Israele incombe. E anche su quel fronte si ha a che fare con evidenti ripercussioni energetiche.

“Siamo d’accordo con il presidente del Mozambico sul fatto che i campi scoperti al largo della costa settentrionale del Mozambico sono un’enorme opportunità per lo sviluppo di questa nazione e anche per rafforzare le nostre relazioni”, ha detto Meloni dopo l’incontro con Nyusi. “L’Europa ha un problema di approvvigionamento energetico mentre l’Africa è potenzialmente un enorme produttore di energia. Se mettiamo insieme le due cose possiamo costruire un futuro diverso di cooperazione tra i nostri continenti sull’energia ma anche sulle materie prime”.

 

“Il fiore all’occhiello di questa nostra cooperazione è quello del settore energetico, soprattutto grazie alla presenza sul territorio dell’Eni”, ha ricordato la premier.

“Il Governo italiano considera oggi l’energia un fattore sempre più decisivo, soprattutto nel partenariato strategico tra Europa e Africa. Noi dobbiamo uscire, dal mio punto di vista, da una forma di cooperazione che ha avuto in passato un approccio troppo paternalistico, se vogliamo un po’ caritatevole. (…) Oggi l’energia è uno di questi fattori perché noi abbiamo avuto una crisi internazionale, ci siamo ritrovati in Italia in una condizione difficile rispetto al tema dell’approvvigionamento energetico, l’Europa ha un problema di approvvigionamento energetico, l’Africa è potenzialmente un enorme produttore di energia, di qualsiasi tipo di energia. Le due cose, dal nostro punto di vista, se messe insieme, possono costruire un futuro di cooperazione diverso tra i nostri continenti”.

Infine, concludendo sul dossier energia, Meloni ha detto che la centralità mozambicana e africana “può anche riguardare il tema delle materie prime. L’Africa non è un continente povero, l’Africa è un continente che ha moltissime materie prime. Il punto è riuscire ad aiutare e a sostenere la possibilità e la capacità delle Nazioni di processare quelle materie prime e quindi di poter vivere e prosperare semplicemente con le tante risorse delle quali il continente africano dispone”.

LA VISITA IN CONGO

Stasera, come da programma, alle 18 Meloni incontrerà il presidente della Repubblica del Congo Denis Sassou Nguesso, insieme al primo ministro Anatole Collinet Makosso. Il rientro a Roma è quindi previsto per stasera dopo cena.

IL VALORE DI MAPUTO

Secondo le previsioni, ricordate tra l’altro dal Sole 24 Ore, Maputo garantirà a Roma “un miliardo di metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl) nell’inverno 2023-2024 e circa 4 miliardi di metri cubi nell’inverno 2024-2025. Dal Congo invece l’Italia riceverà fino a un miliardo di metri cubi di gas naturale liquefatto per l’inverno 2023-2024, e fino a 4,5 miliardi per il 2025-2026”.

Eni, lo ha ricordato Meloni, è un attore chiave anche in Mozambico e Congo. Per quanto riguarda il primo, il cane a sei zampe (fresco di settantesimo compleanno festeggiato in pompa magna) vi opera dal 2006 con cinque licenze esplorative. A giugno 2022, Eni ha avviato l’introduzione di idrocarburi nella Coral Sul, l’impianto di gel galleggiante dal giacimento di Coral South.

In Congo, invece, l’azienda produce 28 milioni boe di idrocarburi, 15mln bel di petrolio e condensati, 2mld di metri cubi annuali di gas. E vi opera da cinquant’anni.

IL PIANO MATTEI DELLA PREMIER MELONI

Questa doppia visita, insomma, si pone nel solco del Piano Mattei annunciato a inizio anno da Meloni. Anche se non mancano gli allarmi su un protagonismo turco, russo e cinese nel continente africano che potrebbe guastare le intenzioni di Roma.

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