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Bollette

Mercato tutelato, M5S chiedono a Patuanelli dell’albo venditori

L’esponente M5S ha chiesto chiarimenti a Stefano Patuanelli su “come intenda adoperarsi per ovviare all’assenza di un albo dei venditori”

Una crescita ‘a dismisura’ del numero degli operatori di settore dovuto alla liberalizzazione del mercato elettrico italiano che ha portato conseguenze come “i fallimenti di alcune decine di operatori” è lo spunto da cui trae origine il pentastellato Elio Lannutti per la sua interrogazione a risposta scritta al ministro dello Sviluppo economico. L’esponente M5S ha chiesto, infatti, chiarimenti a Stefano Patuanelli su “come intenda adoperarsi per ovviare all’assenza di un albo dei venditori, senza il quale il mercato dell’elettricità è oggettivamente poco trasparente e finisce per provocare anche danni al consumatore, e quindi alle aziende e alle famiglie italiane”. Ma anche per chiedere “quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per accelerare la messa in campo di iniziative a tutela del consumatore e per evitare che questi sia addirittura vittima di società di distribuzione di elettricità e gas senza scrupoli”.

UNA CRESCITA A DISMISURA DEGLI OPERATORI

La premessa da cui parte Lannutti è la “legge sulla concorrenza” del 2007, che ha liberalizzato il mercato elettrico italiano: da quel momento nel mercato italiano “è cresciuto a dismisura il numero degli operatori del settore, passati da 135 ai 723 attuali, un numero esorbitante se confrontato con i 60 operatori attivi in Gran Bretagna o con i 200 in Francia; tale enorme crescita – ha spiegato il Pentastellato – ha provocato negli anni problemi all’intero sistema dell’energia italiano. Basti pensare alle conseguenze dovute ai fallimenti di alcune decine di operatori, come ad esempio Gaia Energia Srl, Eviva (ex Energetic Source) o Metaenergia SpA, che hanno lasciato buchi di mancati pagamenti alle società di distribuzione per diverse centinaia di milioni di euro, e che hanno provocato gravi ripercussioni sull’intera filiera della produzione e della distribuzione dell’energia elettrica”.

L’IMPORTANZA DELL’ELENCO VENDITORI

A giudizio di Lannutti, che cita la stessa legge sulla concorrenza, il modo pensato per prevenire tali distorsioni è quello dell’elenco dei venditori “in cui sono definiti i requisiti tecnici, finanziari e di onorabilità che ogni impresa deve possedere e mantenere nel tempo se vuol esercitare l’attività di vendita di energia e gas”.

A corroborare questa necessità, l’esponente M5S ricorda un articolo del 22 novembre apparso sul “Corriere della Sera” dal titolo “Gas e luce, la carica dei 723 rivenditori. Ma l’albo ufficiale ancora non c’è”, nel quale, prosegue, “si denunciano ‘le tante forme di pressione scorretta’, e in alcuni casi persino ‘truffaldina’ di diversi gestori che, con diversi stratagemmi, cercano di accaparrarsi nuovi clienti, arrivando addirittura a ‘fotografare il contatore per poi fare un cambio di fornitore’ o a ‘promettere sconti esorbitanti sulla bolletta’.

FINE TUTELA PER LE PMI DAL 1 GENNAIO 2021

“Dal 1 gennaio 2021 circa 125.000 piccole imprese si troveranno fuori dalla protezione sui prezzi previsti dal meccanismo della ‘maggior tutela’ e pertanto dovranno stipulare nuovi contratti, e da gennaio 2022 entreranno sul libero mercato dell’energia oltre 16 milioni di clienti, vale a dire i nuclei familiari presenti in Italia; la presenza di un elenco di rivenditori, con i suoi criteri tecnici e deontologici di ammissione (o di esclusione) diventa l’unico mezzo per ovviare alle conseguenze di un mercato di energia e gas poco trasparente e quindi per tutelare i consumatori di elettricità e gas; come sottolinea l’articolo, ‘l’EVE è in avanzata fase di elaborazione, con un documento già pronto’, che prevede ‘l’estensione a tutte le società che operano nel settore della vendita dell’energia e del gas precisi requisiti di onorabilità e solvibilità, il rispetto della puntualità dei pagamenti versi i distributori e Terna (gestore della rete) e la messa in opera di una adeguata struttura gestionale e organizzativa delle aziende’ e, quindi, ‘la creazione di un sistema di esclusione e di sanzioni per prevenire i comportamenti scorretti’. Un documento che, come sottolinea il quotidiano, ‘attende soltanto di essere trasformato in legge’”.

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