Skip to content
metano

Guardare da lontano il nostro pianeta aiuta a capire quanto è inquinato

Secondo Climate Trace, le emissioni di metano durante la produzione di petrolio e gas sono sottostimate

Uno spiraglio. Una prospettiva. Un’ipotesi. E se più allontaniamo lo sguardo e meglio riusciamo a capire, davvero, quanto è inquinato il nostro mondo, la Terra?

Lo sappiamo, siamo in una fase storica a dir poco delicata. Immersa in un limbo. Da un lato, la voglia di svoltare verso il futuro delle rinnovabili, delle energie pulite e della concreta lotta al cambiamento climatico. Dall’altro, la sicurezza energetica del momento, il dominio dei combustibili fossili che prosegue, la necessità di programmare non tanto il domani quanto l’oggi.

Bene. Ma torniamo a monte: perché può essere utile allontanarsi dalla realtà per guardarla meglio? In che senso? Ne ha scritto Axios questa settimana, rilevando come “la coalizione Climate Trace ha pubblicato stime delle emissioni basate su immagini satellitari e misurazioni dirette del gas e ha rilevato che perdite e razzi di metano durante la produzione di petrolio e gas sono sottostimati”.

LA SCOPERTA DI CLIMATE TRACE SUL METANO

Andiamo nei dettagli. Climate Trace è una coalizione di oltre novanta gruppi che utilizzano osservazioni satellitari, intelligenza artificiale e apprendimento automatico. Fondata e sostenuta dall’ex candidato e vicepresidente Democratico Al Gore. Come noto, sono i giorni della Cop27 egiziana e proprio a Sharm El Sheikh è stato presentato il rapporto.

Risultati? Anzitutto, “più di 300 satelliti e disponibili gratuitamente al pubblico, mostrano che molti paesi e aziende hanno sottostimato le loro emissioni all’organizzazione del trattato sul clima delle Nazioni Unite”. Ma non solo.

Si è scoperto anche che la metà delle 50 maggiori fonti di emissioni fanno riferimento a impianti di produzione di petrolio e gas, infrastrutture correlate. E che le emissioni sono addirittura il triplo di quelle citate dal trattato Onu sul clima del 1992.

Secondo Al Gore troppe emissioni sono tenute in disparte, l’inquinamento è ben più serio e gravoso. “In alcuni casi mostra nient’altro che un tentativo di nascondere le loro emissioni”, ha detto l’ex vicepresidente di alcuni Stati ad Axios.

UNO SGUARDO SATELLITARE COME SOLUZIONE?

Bene. Cosa c’entra lo sguardo da lontano? Come rileva la testata americana, “in un recente documento pubblicato su Science, i ricercatori hanno utilizzato i dati dello strumento Traponi su un satellite Esa e della società di monitoraggio delle emissioni GHGSat per individuare i siti di emissione di metano”. Rilevando che le discariche più inquinanti hanno rilasciato dalle 3 alle 29 tonnellate di gas orarie in grandi città come Buenos Aires, Nuova Delhi, Lahore e Mumbai. E che la mappatura delle discariche coinvolge tutti i continenti tranne l’Antartide.

“Le emissioni di metano vengono rilevate e tracciate da agenzie spaziali e aziende utilizzando una serie di strumenti su satelliti in orbita attorno alla Terra, nonché aerei a bassa quota e immagini termiche. Gli strumenti satellitari operano a diverse frequenze e risoluzioni e offrono una gamma di flussi di dati”, dettaglia Axios. Come ad esempio la missione Emit della Nasa, definita da Andrew Thorpe, tecnologo di ricerca presso JPL, come esempio di osservazioni multiple “fondamentali per calcolare i tassi di emissione annuali dalle fonti”. E anche il Global Metano Hub è atteso da alcuni sviluppi su questo monitoraggio.

L’ALLARME DEL GLOBAL CARBON BUDGET

Non servirebbero altri messaggi o allarmi sulla situazione del clima, dell’inquinamento e delle necessarie azioni da intraprendere. Anche il Global Carbon Project ha reso noti dati – tramite il Budget del 2022 – importanti sulla condizione attuale del nostro pianeta.

“Idati preliminari per il 2022 mostrano un aumento delle emissioni di CO2 fossile rispetto al 2021 del +1,0% (intervallo dallo 0,1% all’1,9%) a livello globale”. Alla base ci sono i continui ricorsi alle fonti tradizionali di energia: il petrolio, ad esempio. Ennesima conferma.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su