Skip to content
multe

Slitta lo stop alle multe per le auto inquinanti. L’Ue non rispetta gli impegni? Ecco chi gongola

L’Ue non rispetta gli impegni sulla revisione delle multe per i produttori di auto inquinanti. L’approvazione dell’emendamento è rimandata. Per ora Bruxelles ha prodotto solo annunci. “L’emendamento al Regolamento è una misura concreta. Il Piano d’azione, invece, è più una dichiarazione di intenti, ma non ha nulla di serio”, sottolinea Antonio Sileo, Programme director del Programma di ricerca Sustainable Mobility (SuMo) presso la Fondazione Eni Enrico Mattei

L’automotive europeo rimane con il fiato sospeso. È slittato lo stop di Bruxelles alle multe ai produttori auto che non raggiungono gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti. Una pessima notizia per i fautori di una decarbonizzazione più graduale. Fino ad oggi Bruxelles ha prodotto solo annunci e il varco che avrebbe potuto aprire una breccia nel muro delle politiche Ue rischia di chiudersi. Ma c’è anche chi gongola.

AUTO, STOP ALLE MULTE RIMANDATO

Lo stop alle multe per i produttori di auto inquinanti torna in bilico? Infatti, ieri è saltata l’approvazione dell’emendamento al Regolamento che stabilisce le sanzioni. La data della nuova discussione non è stata ancora fissata, ma è probabile che sarà rinviata di diversi giorni, secondo La Repubblica. Bruxelles prende tempo? Il provvedimento rischia di sfumare definitivamente e con lui le speranze dell’industria europea? Quel che è certo è che senza la revisione della norma sulle multe il bilancio delle misure concrete per salvare l’automotive Ue sarebbe magro. Infatti, fino ad oggi l’Unione Europea ha presentato in pompa magna il Piano d’azione, ma non c’è ancora traccia di misure concrete.

“Hanno continuato a fare accordi dopo l’impegno con la von der Leyen. Lo slittamento della discussione riguardo gli emendemanti ritarda ancora la correzione del Regolamento, una misura concreta. Il Piano d’azione, invece, è più una dichiarazione di intenti, ma non ha nulla di serio se non l’impegno a rivedere le norme che prevedono di non oltrepassare il limite di 93,6 grammi di CO2 per chilometro percorso a livello di flotta. La correzione sulle multe dovrà giocoforza essere approvata, senza diversi produttori europei sarebbero costretti a ridurre la produzione per non incorrere in sanzioni. Non è infatti affatto detto che basti acquistare onerosi crediti di emissione. Tuttavia, finché non verrà approvato non si può stare tranquilli”, sottolinea Antonio Sileo, Programme director del Programma di ricerca Sustainable Mobility (SuMo) presso la Fondazione Eni Enrico Mattei.

MULTE, L’UE NON RISPETTA GLI IMPEGNI

Lo slittamento della discussione riguardo gli emendamenti ritarda ancora la revisione del Regolamento, promessa dalla stessa presidente della Commissione Europea, Ursul von der Leyen. Salta così la scadenza di fine marzo fissata dalla numero 1 della Commissione per rivedere la norma calcolando su tre anni, invece di uno, la conformità dei produttori auto agli standard che prevedono di non oltrepassare il limite di 93,6 grammi diCO2 per chilometro percorso a livello di flotta nel corso dell’anno. Un impegno non vincolante, sottolinea la Commissione, che prova a rassicurare: “è solo questione di giorni”. Ma i produttori non possono dormire sonni tranquilli.

CHI GONGOLA

Il ritardo della revisione del Regolamento non significa necessariamente un marcia indietro da parte di Bruxelles. In caso contrario, l’automotive dell’Ue dovrebbe prepararsi a pagare dazio, rischiando di perdere ancora più terreno rispetto alle concorrenti internazionali. I produttori che già rispettano i limiti di emissioni di CO2 o che hanno un’impronta ecologica significativamente più bassa, invece, potrebbero trarre grande vantaggio dalle multe in due modi.

Case “virtuose” come Tesla, Volvo, Kia e Toyota potrebbero vendere i loro crediti di emissione alle concorrenti più inquinanti. La prima, infatti, ha già raggiunto gli standard europei grazie alla
sua strategia focalizzata sull’elettrificazione. Kia e Toyota, invece, sono vicine a raggiungere gli obiettivi. Al contrario, aziende come Ford e Volkswagen rischiano di incorrere in sanzioni significative se non riducono drasticamente le loro emissioni. In secondo luogo, i produttori che rispettano i limiti possono investire maggiormente in ricerca, sviluppo e marketing, aumentando la competitività rispetto ai concorrenti sanzionati.

In particolare, l’eventuale conferma delle multe ai produttori sarebbe un assist perfetto per Tesla. Un vero e proprio toccasana per il gruppo guidato da Elon Musk ha venduto circa 19.000 unità nell’Ue a gennaio e febbraio, il 49% in meno rispetto all’anno precedente.

VENDITE DI ELETTRICHE IN CRESCITA MA TESLA SOFFRE ANCORA

I dati sulle vendite di Ev mostrano una moderata crescita rispetto ai mesi precedenti. Un trend che contrasta con quello generale delle nuove immatricolazioni nell’Ue, che stanno registrano invece un calo.

Infatti, dall’inizio dell’anno le immatricolazioni di veicoli elettrici a batteria (Bev) sono aumentate di oltre il 25%, raggiungendo le 255.489 unità. Una crescita che a febbraio di quest’anno ha fatto salire la quota del 15,2%.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su