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Ascopiave

Multiutility del Nord, il punto su Ascopiave, A2a, Hera e Iren

Dal nordest al nordovest del Paese le società, quotate e non, detenute da enti pubblici che distribuiscono servizi dall’elettricità al gas, sono alla ricerca di dimensioni più grandi per creare economie di scala

“Anche se il coronavirus potrà rallentarne la velocità, il risiko fra le utility locali sta accelerando la sua corsa”, scrive Avvenire in un articolo che ripercorre le tappe delle aziende del territorio che si stanno riposizionando grazie a fusioni e acquisizioni.

ASCOPIAVE E A2A

“A nordest il confronto più interessante si sta giocando sulla quotata trevigiana Ascopiave, uno dei principali operatori nazionali nel settore della distribuzione del gas naturale, che detiene concessioni e affidamenti diretti per la gestione dell’attività in 268 comuni, fornendo il servizio a circa 775.000 utenti attraverso una rete di oltre 12.000 chilometri – prosegue Avvenire -. A fine gennaio scorso la utility lombarda A2A, controllata dai comuni di Milano e di Brescia, ha comprato il 4,16% della società dal fondo Amber che quasi contestualmente ha venduto un altro 2,5% a Hera, la utility di Bologna. Nessuno dei due compratori ha dichiarato di avere mire egemoniche su Ascopiave, ma in pochi ci hanno creduto e così Nicola Cecconato, presidente e amministratore delegato della utility trevigiana ha pensato bene un mese dopo per tutta riposta dopo di acquistare il 3,67% della quotata lombarda Acsm Agam, controllata a141% proprio da A2A. E quest’ultima è alle ultime battute per definire l’accordo con Agsm Verona e Aim Vicenza, dando così vita un gigante lombardo-veneto che punta anche a valutare la possibile acquisizione degli asset del gruppo Ascopiave nel settore della vendita del gas e dell’energia elettrica, nonché la costituzione di una partnership nel settore della distribuzione gas. Federico Sboarina, sindaco di Verona, ha dato appuntamento a fine aprile per il closing dell’operazione, precisando che è un ‘percorso che non è ancora concluso, ma che adesso è ancora più importante di quanto lo fosse tre mesi fa”

HERA E IREN

Hera, “si prepara a riunire i soci il prossimo 29 aprile ma contrariamente alla rivale lombarda confermerà gli interi vertici, il presidente Tomaso Tommasi di Vignano e l’ad Stefano Venier. Anche per l’utility bolognese quotata, comunque, si pone un problema di accelerare sulla crescita e quasi naturalmente il territorio di caccia è quel Triveneto dove Hera con ben dieci società, che impiegano oltre 2 mila e 200 persone. Senza dimenticare che a fine dello scorso anno proprio Ascopiave ha apportato i propri clienti del gas in EstEnergy, controllata dalla utility bolognese al 52%. Da nordovest a nordest si arriva alla utility quotata Iren, controllata dai comuni di Genova e Torino e con quote minori da quelli di Reggio Emilia e Parma. La società aveva cercato a fine dello scorso anno di acquistare Sorgenia che può vantare oltre 3,17 GW installati e 300mila clienti nella vendita di energia elettrica e gas ma che è poi finita a F2i in tandem fondo spagnolo Asterion Capital Partners. Così Iren è tornata a puntare sul Piemonte e ora ha messo nel mirino la Asp di Asti, una “multiutility” a tutti gli effetti, i cui business vanno dalla distribuzione di acqua ed energia, ai parcheggi, dai trasporti e servizi cimiteriali”, ha concluso il quotidiano.

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