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Multiutility, proseguono i lavori in Agsm, Aim, A2A e Ascopiave

L’assemblea dei soci di Ascopiave del 29 maggio sarà chiamata a votare non solo il bilancio 2019, approvato dal cda l’altro ieri, ma a rinnovare l’intero board

“Continuano anche in questi giorni difficili i contatti (sia pure ‘da remoto’, causa Coronavirus) tra i topmanager di Agsm Verona, Aim Vicenza e A2A per definire nei dettagli il progetto di creare la nuova grande multiutility del Veneto. La tabella di marcia prevedeva, in realtà, la ‘predisposizione delle Linee Guida del Piano Industriale, entro e non oltre il 29 febbraio 2020’, ma quanto sta accadendo ha ovviamente conseguenze su ogni operazione. L’agenzia Radiocor ha intanto confermato il pieno appoggio all’operazione sia del sindaco di Verona, Federico Sboarina, che di quello vicentino, Francesco Rucco. L’intesa prevedeva un voto in consiglio comunale entro maggio, ma anche questa data potrebbe slittare, visto l’attuale blocco dell’attività politica”. Lo scrive il Corriere di Verona.

ASCOPIAVE DEVE RINNOVARE IL BOARD

Intanto, da Ascopiave, parte la sfida tra Comuni, per il consigliere di minoranza. Come riporta il Corriere del Veneto “l’assemblea dei soci di Ascopiave del 29 maggio sarà chiamata a votare non solo il bilancio 2019, approvato dal cda l’altro ieri, ma a rinnovare l’intero board. Operazione non banale, oltre al piano di estendere il numero di membri da cinque a sette. Soprattutto, il grande interrogativo sarà sull’esponente di minoranza, dopo il blitz delle scorse settimane con cui A2a si era presentata a Pieve di Soligo. Consigliere che potrebbe ottenere rilevanti possibilità di controllo e veto sulle decisioni. A2a da sola non può avere il consigliere. Ma il tema è quale sarà la possibile combinazione tra i soci di minoranza ad avere la meglio”.

“I primi a muoversi, su questo fronte, sono stati gli otto sindaci ‘dissidenti’ usciti lo scorso anno dal capitale di Asco Holding, la scatola di controllo di Ascopiave, convertendo quelle partecipazioni in titoli Ascopiave. E mettendo insieme così poco più del 6%, sufficiente per sotto- scrivere un patto di sindacato, già ratificato dai consigli comunali e pronto per andare dal notaio, e diventare il maggiore dei soci di opposizione. Se nulla cambierà, in pratica, sarà per loro il diritto di indicare un consigliere nel cda”, conclude il quotidiano.

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