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drone ucraina

Nella notte la Russia ha attaccato nuovamente le infrastrutture energetiche ucraine

Le forze russe hanno lanciato 381 droni e 35 missili contro le infrastrutture energetiche nelle regioni di Kharkiv e Poltava, nell’Ucraina orientale, dove si trovano i principali impianti di produzione di gas

La Russia nella notte ha lanciato un massiccio attacco alle infrastrutture energetiche ucraine in diverse regioni, come ha riferito oggi il Ministero dell’Energia ucraino.

GLI ATTACCHI RUSSI NELLE REGIONI DELL’UCRAINA ORIENTALE

Le forze russe hanno lanciato 381 droni e 35 missili contro le infrastrutture energetiche nelle regioni di Kharkiv e Poltava, nell’Ucraina orientale, dove si trovano i principali impianti di produzione di gas del Paese. Le autorità non hanno fornito dettagli sull’attacco o sui danni causati.

L’UCRAINA AUMENTA LE IMPORTAZIONI DI GAS

Come spiega l’agenzia Reuters, l’Ucraina ha già aumentato le importazioni di gas, temendo l’interruzione delle forniture interne e, secondo i piani del governo, intende accumulare 13,2 miliardi di metri cubi negli stoccaggi entro metà ottobre, tra cui circa 4,6 mld di mc di gas importato.

Con l’avvicinarsi dell’inverno, il quarto dall’inizio dell’invasione russa, Mosca ha intensificato i suoi attacchi sul settore energetico ucraino, e ciò ha già provocato dei prolungati blackout in diverse regioni.

MERCOLEDÌ GLI ATTACCHI AVEVANO INTERROTTO L’ELETTRICITÀ A CHERNOBYL

Mercoledì scorso un attacco con droni nelle regioni di Kiev e Cernihiv ha interrotto per tre ore l’alimentazione elettrica della centrale nucleare di Chernobyl, inclusa la nuova vasca di contenimento eretta nel 2016 per impedire la fuoriuscita di radiazioni.

Nel 1986 esplose il quarto reattore della centrale di Chernobyl, provocando il peggior disastro nucleare civile al mondo.

LA SITUAZIONE DELLA CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORIZHZHIA

Intanto, nei giorni scorsi si è temuto il peggio per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che per oltre una settimana era rimasta isolata dall’alimentazione esterna. Lo scorso 23 settembre, infatti, era stata interrotta la linea ad alta tensione “Dneprovskaya”, l’ultima ancora attiva. Da quel momento, il raffreddamento dei reattori e del combustibile esaurito è stato garantito esclusivamente dai generatori di emergenza a diesel.

Ieri, però, la direzione russa dell’impianto ha dichiarato che si stavano rimettendo in funzione due generatori di riserva. Un funzionario russo aveva spiegato che la mancanza di alimentazione esterna rappresentava una minaccia per la sicurezza nucleare, ma che la situazione restava sotto il controllo della direzione e che erano state eseguite tutte le funzioni di sicurezza.

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