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Dl Energia

Nomine, ad verso la riconferma. Ma pesa l’emergenza coronavirus

Oltre a ritardare le nomine il coronavirus rischia anche di mandare in quarantena anche le assemblee societarie e ritardare la distribuzione dei dividendi

“Il dado non è tratto ma l’emergenza sanitaria spinge il governo verso la riconferma dei capi azienda delle quotate di Stato. Entro poche settimane ci saranno da rinnovare i consigli di amministrazione di una fetta importante di Piazza Affari: Eni, Enel, Terna, Leonardo, Poste Italiane, Mps, Enav, e l’orientamento che starebbe maturando nella maggioranza sembra essere quello di evitare salti nel buio in un momento tanto delicato, sia per l’economia reale che per la finanza”. È quanto scrive Mf-Milano Finanza.

GLI AD CONFERMATI

“Il ragionamento è che i manager che finora hanno lavorato nelle grandi aziende, e che quindi le conoscono a fondo, potrebbero probabilmente garantire una risposta più pronta alle incognite del diffondersi del contagio anche ai comparti produttivi, rispetto a una new entry, per quanto valida – sottolinea il quotidiano finanziario -. A restare in sella dovrebbero essere dunque gli operativi, glì amministratori delegati per lo più, (Francesco Starace all’Enel, Claudio De Scalzi all’Eni, Matteo del Fante a Poste, Luigi Ferraris a Terna, Alessandro Profumo a Leonardo, Roberta Neri all’Enav), mentre per i presidenti la conferma non sarebbe per nulla scontata, così come per tutti gli altri componenti dei board”.

LA QUESTIONE A2A

Diverso il discorso per A2A. “Pur con la mascherina e l’amuchina, Giuseppe Sala si prepara in piena emergenza alla nomina più strategica dell’anno a Milano, quella dell’amministratore delegato di A2a, anch’essa da gestire con i guanti bianchi – si legge invece su La Verità -. In pole position c’è Renato Mazzoncini, ex ad delle Ferrovie dello Stato, manager molto vicino a Matteo Renzi e assiduo frequentatore della Leopolda, che aspira a sedersi domani (in assenza di ulteriori rinvii) sul trono della multiutility più importante d’Italia con12.000 dipendenti e un fatturato di 6,5 miliardi. Un colosso quotato in Borsa che produce e distribuisce energia, acqua e gas alla capitale economica del Paese; il boccone più grosso per Italia viva e il suo 3% di ipotetici consensi. La soluzione è sponsorizzata da Sala e dal sindaco piddino di Brescia Emilio Del Bono, ex parlamentare dell’Ulivo (i due Comuni sono comproprietari del 5o% delle quote) che stanno dando il benservito dopo sei anni a Luca Valerio Camerano per far posto a Mazzoncini nonostante exploit aziendali, forti malumori di Borsa, processi e inchieste giudiziarie a carico del candidato, impedimenti etici, mancanza di competenze di settore. Tutto questo a conferma che la raccomandazione per l’ex capo di Ferrovie dev’essere del Padreterno o di qualcuno un gradino sotto che si finge senatore semplice di Scandicci”.

“Favorita dal cerchio magico bresciano (Del Bono e Mazzoncini sono molto amici) con solidi addentellati milanesi (la compagna di Sala, Chiara, è figlia del guru della sinistra cattolica bancaria, il bresciano Giovanni Bazoli), l’operazione è portata avanti malgrado due intoppi giudiziari non banali: il processo di Mazzoncini a Perugia con l’accusa di truffa ai danni dello Stato e l’inchiesta a suo carico a Parma per turbativa d’asta”, prosegue La Verità.

RISCHIO QUARANTENA PER LE ASSEMBLEE SOCIETARIE

Intanto, scrive il Sole 24 Ore “il coronavirus rischia di mandare in quarantena anche le assemblee societarie e ritardare la distribuzione dei dividendi che deve essere, per legge, approvata dagli azionisti. Certo, nella cappa calata sul Paese, non è sicuramente questo il problema prioritario, ma è un altro granello nel meccanismo di un sistema che non può conservare la normalità. È notizia di ieri che Astaldi, che ha sede a Roma, ha deciso di posticipare di una settimana, dal 10 al 17 marzo, l’assemblea degli obbligazionisti per l’approvazione di un bond da 750 milioni. Il motivo? L’impossibilità di assicurare le distanze di sicurezza tra i possibili partecipanti nel luogo che era stato prescelto inizialmente e la conseguente necessità di cambiare il luogo dell’adunanza”.

“Non solo fondi, c’è anche lo Stato che aspetta i dividendi, anche se Eni, Enel, Leonardo hanno in programma di riunire i soci a maggio (di questi tempi, non è detto però che basti in assoluto a mettersi al riparo da rischi).«In realtà non ci dovrebbe essere una grossissima difficoltà a gestire la situazione attraverso gli strumenti già a disposizione», osserva comunque Di Segni. Dario Trevisan, l’avvocato milanese che tradizionalmente rappresenta i fondi esteri in assemblea, cita come soluzione praticabile quella del voto per delega. (…) In Sud-Corea il Governo ha concesso la possibilità di chiedere l’esenzione dalle sanzioni amministrative alle società che non sono in grado di rispettare i termini per l’approvazione del bilancio, nel caso abbiano attività in Cina contagiate dal virus”, ha concluso il Sole 24 Ore.

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