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Non solo litio. L’Italia intende sfruttare le materie prime strategiche

Dei 47 progetti dell’elenco adottato ieri dalla Commissione europea, 4 sono in Italia: Alpha Project di Solvay Chimica Italia, LIFE22-ENV- IT-INSPIREE di Itelyum Regeneration, Portovesme CRM Hub di Portovesme Srl e RECOVER-IT di Circular Materials

Ieri la Commissione europea, per la prima volta, ha adottato un elenco di 47 progetti strategici per potenziare le capacità nazionali di materie prime strategiche, che rafforzeranno la filiera europea delle materie prime e diversificheranno le fonti di approvvigionamento.

I nuovi progetti strategici segnano un decisivo passo avanti nell’attuazione del Critical Raw Material Act (CRMA), volto ad assicurare che l’estrazione, la lavorazione e il riciclo europei di materie prime strategiche soddisfino rispettivamente il 10%, il 40% e il 25% della domanda Ue entro il 2030. Secondo Bruxelles, aiutando l’Europa a raggiungere questi obiettivi, i nuovi progetti strategici contribuiranno alle transizioni verdi e digitali dell’Europa, supportando allo stesso tempo l’industria della difesa e l’industria aerospaziale europee.

LE MATERIE PRIME STRATEGICHE INCLUSE NEI PROGETTI UE

I progetti strategici forniranno accesso a 14 delle 17 materie prime strategiche elencate nell’allegato 1 delle materie prime critiche, ovvero: bauxite/allumina/alluminio; boro (grado metallurgico); cobalto; rame; gallio; germanio; litio (grado batteria); magnesio metallico; manganese — grado batteria; grafite (grado batteria); nichel (grado batteria); metalli del gruppo del platino; terre rare per magneti permanenti; tungsteno. Bismuto, silicio metallico e titanio metallico non sono inclusi nei progetti strategici in questo primo elenco.

I progetti selezionati sono considerati strategici in quanto rafforzeranno la fornitura di materie prime strategiche in Europa. Essere selezionati come progetto strategico significa beneficiare di autorizzazioni semplificate e di condizioni abilitanti per l’accesso ai finanziamenti. Le procedure semplificate non implicano standard più bassi sulla valutazione ambientale o un ridotto coinvolgimento del pubblico. Tali aspetti sono decisi dagli Stati membri e non sono oggetto della procedura di autorizzazione semplificata.

I 4 PROGETTI PER LE MATERIE PRIME CRITICHE IN ITALIA

Tra i 47 progetti europei, 4 si trovano in Italia. Come si legge infatti nel documento annesso al comunicato stampa della Commissione europea, “Alpha Project è un progetto di riciclo in corso in Italia. Il progetto promosso da Solvay Chimica Italia Spa mira a contribuire alla fornitura di metalli del gruppo del platino. LIFE22-ENV- IT-INSPIREE è un progetto di riciclo in corso in Italia. Il progetto promosso da Itelyum Regeneration SpA mira a contribuire alla fornitura di terre rare per magneti. Portovesme CRM Hub è un progetto di riciclo in corso in Italia. Il progetto promosso da Portovesme Srl mira a contribuire alla fornitura di litio (grado batteria) e manganese (grado batteria). RECOVER-IT è un progetto di riciclo in corso in Italia. Il progetto promosso da Circular Materials Srl mira a contribuire alla fornitura di rame, nichel (grado batteria) e metalli del gruppo del platino”.

Per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, “il risultato ottenuto dà l’avvio ad una nuova visione del settore delle materie prime in Italia, incentrata sulla competitività ma anche sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale. I progetti italiani che hanno ottenuto il riconoscimento di progetti strategici confermano il forte orientamento del nostro Paese verso la circolarità, la valorizzazione e l’uso efficiente delle risorse”.

L’IMPORTANZA DEL LITIO

Tra le materie prime critiche interessate dai progetti dei Paesi Ue, una delle più rilevanti è senza dubbio il litio. Grazie alle sue proprietà elettrochimiche, il litio è infatti molto importante per la tecnologia delle batterie, per l’elettromobilità e l’accumulo di energia. La maggior parte del litio è fornita da risorse primarie come l’estrazione di roccia dura e l’estrazione di salamoia. Il recupero da batterie a fine vita sarà una fonte importante di questo metallo.

L’Unione europea attualmente è fortemente dipendente dalle importazioni di litio, in quanto produce meno dello 0,1% della produzione globale di miniere e ha una produzione molto limitata di litio raffinato per le batterie. Si prevede che la domanda di litio dell’Ue nel 2030 raggiungerà le 58.000 tonnellate all’anno.

I PROGETTI ITALIANI SUL LITIO

In Italia, da tempo è stata accertata la presenza di litio in alcune aree di Toscana, Lazio e Campania. Nel febbraio 2023 la Regione Lazio ha rilasciato le prime autorizzazioni per la ricerca del minerale nei pozzi situati tra Campagnano e Galeria presentati da Energia Minerals, l’azienda mineraria operante in Italia e controllata dall’australiana Altamin.

Nel dettaglio, parliamo dei pozzi geotermici scavati da Eni ed Enel tra gli anni 70 e gli anni 90 alla ricerca di acqua ad alta pressione per la produzione di elettricità. Dall’analisi di quelle acque emerse un’alta concentrazione di litio, che il gruppo italo-australiano vorrebbe sfruttare riattivando un sito dismesso da tempo. Energia Minerals intende, cioè, valutare la concentrazione di litio presente nelle salamoie geotermiche, per poi stabilire e predisporre un eventuale piano di investimenti.

Il gruppo italo-australiano è interessato a circa 800 pozzi geotermici, con una profondità che varia tra i 2.000 e i 4.000 metri, in un’area di 7.500 ettari. A Ferento, nel comune di Viterbo, l’attività di ricerca interessa un’area che si sviluppa per 5.983 ettari. Infine, per quanto riguarda la licenza di esplorazione per Galeria – zona Casaccia, a circa 20 km a nord di Roma, in un documento della società si legge che “il programma di lavoro iniziale consisterà in una revisione e un’analisi desktop dei dati geologici, tecnici e storici di eventuali pozzi preesistenti su ciascuna proprietà, seguita da una valutazione dell’accesso alla superficie e della fattibilità per ricampionare la salamoia geotermica al fine di intraprendere uno studio geochimico e geotermico completo”.

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