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Nucleare, Ain invoca Autorità sicurezza e comunicazione, Tabarelli provoca: Riaprire Caorso

La serie di audizioni alla Camera sul nucleare ha visto anche gli interventi dei professori Celani, D’Errico, Bombardi (Rina), Bortoni (Cesi), Gatto (Cna), Bagozzi (Confartigianato)

Proseguono le serie di audizioni alla Camera relative all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. Ad aprire gli interventi sono stati Stefano Monti presidente dell’Associazione nucleare italiana (Ain) e Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia che si sono concentrati sull’importanza fondamentale di un ritorno dell’atomo nel nostro paese.

MONTI (AIN): “DA RAPPORTO DRAGHI RICETTA PRAGMATICA, IL NUCLEARE SERVE”

A livello internazionale “l’Ain aveva presagito che le cose si muovevano rapidamente sul rinnovato interesse per il nucleare nel mondo dopo quello che era successo alla Cop 28 di Dubai dove per la prima volta il nucleare era stato inserito nel documento che valuta a che punto è il mondo rispetto al conseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi”, ha esordito Monti. “Nel frattempo nel documento su clima-energia-ambiente del G7 presieduto dall’Italia si è ribadita l’importanza del nucleare in particolare di quello innovativo. Ma la pietra miliare nella nostra prospettiva è stato il rapport Draghi che evidenzia che l’Europa ha da sempre due pilastri su cui sono basati la propria economia: l’innovazione e l’energia. Purtroppo stiamo perdendo parecchi punti in entrambi i settori”, ha proseguito Monti. “Per l’energia il motivo è molto chiaro paghiamo l’energia troppo, due-tre volte rispetto agli Stati Uniti. E Draghi indica una ricetta ben precisa, un approccio pragmatico al cosiddetto trilemma energetico: bisogna essere neutrali dal punto di vista tecnologico. bene rinnovabili, bioenergie, Ccs, idrogeno ma ci vuole anche il nucleare. Il nucleare di oggi di fissione e quello del domani di fusione quando e sarà competitivo”, ha evidenziato il presidente dell’Ain, aggiungendo che “tutto questo è stato certificato dall’Agenzia internazionale per l’energia dell’Ocse con un documento uscito in queste settimane che recita il nucleare in questo momento è all’apice di una nuova era, grazie a una combinazione di politiche dei governi, innovazione tecnologia e interesse del settore privato”.

DOMANDA DI ENERGIA È ESPLOSA

“Faranno impianti nucleare la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Gran Bretagna, la Francia, la Polonia, la Romania. Questi paesi li cito perché l’industria nazionale è ottimamente posizionata per contribuire alla realizzazione di quegli impianti, il che vuol dire Pil e posti di lavoro. Poi è esplosa la domanda dei data center e di tutte le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Ora è chiaro che ci sarà una domanda energetica crescente e che le mega aziende hi tech si stanno attrezzando con il nucleare, Amazon, Google, Meta, Microsoft hanno tutti firmato accordi per l’utilizzo dell’energia nucleare”, ha proseguito.

“ATTUARE I DECRETI IN PARTICOLARE AVANZANDO SULL’AUTORITÀ DI SICUREZZA E LA COMUNICAZIONE SENZA LE QUALI È IMPOSSIBILE AVVIARE UN PROGRAMMA NUCLEARE NEL NOSTRO PAESE”

“Tutto ciò evidenzia che la fame di energia come quella nucleare che è continuativa e in grandi quantità non riguarda solamente i settori tradizionali ma anche tutte le innovazioni che dovranno costituire l’economia del futuro. Per quanto riguarda l’Italia quello che dice Confindustria e Federacciaio lo sentite anche voi sono impegnati nella transizione ma hanno detto che solo con le rinnovabili non si può fare perché costa troppo e non danno tutta l’energia in materia continuativa, stabile e a prezzi bassi. Il nucleare serve per questo”, ha ricordato Monti.

“C’è uno schema di legge molto importante che è stato presentato, l’Ain ci tiene a dire che tratta tutti temi necessari da sviluppare ma siamo a spingere affinché diventi una realtà e poi che vengano attuati i decreti in particolare avanzando sull’autorità di sicurezza e la comunicazione senza le quali è impossibile avviare un programma nucleare nel nostro paese”, ha concluso Monti.

TABARELLI (NOMISMA ENERGIA): PENSARE DI RIAPRIRE SUBITO CAORSO CON UN NUOVO REATTORE

“Chi sta costruendo del nucleare è solo la Cina, l’Asia, la Russia, noi (l’Occidente, ndr) un po’ l’abbiamo bloccato dopo Fukushima. Ma vorrei ricordare che la prima fonte di produzione elettrica in Europa è il nucleare con circa il 25% e se in questo momento venissero meno le 56 centrali nucleare (europee, ndr) saremmo messi malissimo e le bollette sarebbero molto più alte e la notte si verificherebbero black out. Dico che bisogna pensare di riaprire Caorso naturalmente mettendoci su un nuovo reattore, piccolo grande uno di quelli che stanno costruendo in Polonia ma cominciare immediatamente a parlare di nucleare”, ha invece detto provocatoriamente nel suo intervento Tabarelli. “L’85% delle emissioni globali di CO2 vengono dalla combustione di energia e fossili e l’Europa ha ridotto di un miliardo di tonnellate quando il resto del mondo in particolare la Cina le ha aumentate di 13, pertanto lo sforzo non sta portando a molto, ha ricordato il presidente di Nomisma Energia.

“NUCLEARE NECESSARIO PERCHÉ È L’UNICA FONTE CHE NON EMETTE CO2 PUR AVENDO GRANDE DENSITÀ ENERGETICA”

“Perché il nucleare è necessario per la transizione dai fossili? – ha proseguito Tabarelli -. Perché è l’unica fonte che non emette CO2 pur avendo grande densità energetica. La cosa importante è però che il nucleare ha un’altissima densità energetica per superficie cosa che le fonti rinnovabili non hanno e oltre a essere intermittenti, sono disperse e necessitano di enormi quantità di terreno e strutture metalli, terre rare e fili per far convergere l’elettricità. Le nuove fonti rinnovabili fanno elettricità ma non fanno riscaldamento”.

CELANI: RINNOVABILI SONO ALTAMENTE INSTABILI, SERVE BASE AFFIDABILE

“Sono a favore delle rinnovabili ma purtroppo sono altamente instabili. Va cercata una base affidabile e costante per aiutare le rinnovabili, come il nucleare” ha invece detto Francesco Celani, ricercatore emerito di fisica multidisciplinare durante l’audizione.

D’ERRICO: GRANDE ATTENZIONE SU SICUREZZA, PROTEZIONE E SALVAGUARDIA

“Abbiamo oggi stesso tre regioni italiani in allerta meteo, dico questo perché è chiaro che le manifestazioni meteorologiche stanno diventano improvvise e violente e abbiamo bisogno di produrre energia senza produrre gas serra. Queste manifestazioni non aiutano le rinnovabili. E una cosa molto importante è la questione delle 3 S che rendono il nucleare di grande valore e che in italiano sono Sicurezza nucleare, protezione nucleare e salvaguardia nucleare”, ha sottolineato Francesco D’Errico, professore ordinario di ingegneria nucleare presso l’Università di Pisa nel corso dell’indagine conoscitiva alla Camera. “Nel primo caso la massima espressione è nei reattori modulari e in quelli avanzati. Per quanto riguarda la protezione ci sono nuovi quadri normativi che si occupano anche delle minacce. Ci sono insomma nuove tecniche di protezione degli impianti e una formazione specializzata dove è molto importante quello che l’Italia può offrire”, ha concluso.

BOMBARDI (RINA): ITALIA HA FILIERA FORTE MA PROGRAMMI NAZIONALI POSSONO RAFFORZARLA

“In un momento in cui vogliamo proporre transizione energetica e decarbonizzazione, il nucleare ha sicuramente un ruolo molto importante” ha affermato Andrea Bombardi vicepresidente esecutivo di RINA durante l’audizione alla Camera. “L’Italia ha una filiera forte sul nucleare ma sicuramente il lancio di programmi nazionali potrebbero ulteriormente rafforzarla dal punto di vista occupazionale. Associo a questo aspetto la necessità di individuare un’autorità competente che possa fare il punto sulle competenze nucleare nel nostro paese e capire come incentivare programmi di formazione sia a livello dell’università sia di scuola secondaria superiore che portino a maggiore competenza sul mondo del nucleare. Queste sono le principali azioni che riteniamo debbano essere fatte per ragionare su un mix più equilibrato. Anche l’individuazione del deposito unico sia un esempio di quello che è la ripresa del mondo del nucleare per il nostro paese, riteniamo sia un ulteriore complemento ai progetti di fusione per rilanciare il nucleare nel nostro paese”, ha ammesso.

BORTONI (CESI): PER REALIZZARE LA TRANSIZIONE AL MINIMO COSTO OCCORRE UN COORDINAMENTO RISORSE

Guido Bortoni, presidente di CESI, ha invece ricordato che nel Pnrr l’Italia “prevede per il 2035 400 MW di potenza nucleare e 8 GW entro il 2050 con un uso doppio per la produzione elettrica ma anche una fornitura di calore per il settore industriale. Un previsto sviluppo di nucleare avanzato in termini di impianti modulari, Smr”. “In termini di risorse il contesto che abbiamo di fronte prevede la piena decarbonizzazione al 2050 ma considerando tutte le tecnologie carbon free disponibili, la nostra transizione deve essere di tipo assicurato cioè le risorse devono essere pianificate con un’assicurazione reciproca tra le varie tecnologie – ha detto Bortoni -. Le rinnovabili non programmabili dovranno essere usate al massimo con sistemi di accumulo, che aumentano la loro produttività. Ovviamente serve sviluppare le reti elettriche che servono a mettere in condivisione” la produzione.

“Per realizzare la transizione al minimo costo occorre un coordinamento delle risorse in modo tale che queste siano si diano una reciproca assicurazione. Come integrare il nucleare avanzato nel vettore elettrico? È necessario realizzare un coordinamento costante con le reti elettriche, gli accumuli per assicurare la sicurezza del sistema e ottimizzare le risorse”, ha concluso Bortoni aggiungendo che la nuova tecnologia di nucleare avanzato “può operare ad ampio spettro nei mercati energetici, aiutando a sviluppare meccanismi ad hoc come incentivi”, ha spiegato.

GATTO (CNA): BENE IMPOSTAZIONE PNIEC SU RINNOVABILI E ATOMO PER LE PMI

“Il tema nucleare è strategico e di attualità a livello nazionale rispetto a un sistema energetico che ha mostrato le sue debolezze. Nonostante le soluzioni negli anni di crisi per migliorare il mix di approvvigionamento il nostro sistema è ancora critico, il mercato si è attestato su livelli di costo più alti a quelli pre-crisi e più sensibile a pressioni esterne. In questo contesto il tema costo è uno degli elementi derimenti rispetto alle esigenze delle piccole imprese. Intanto è una voce che pesa sulle imprese che sono penalizzate anche sul mercato nazionale rispetto a quelle di grandi dimensioni, soprattutto sul fronte della fiscalità”, ha detto Barbara Gatto di Cna. “Da un lato condividiamo l’impegno ad approfondire percorsi strategici sulla ripresa della tecnologia nucleare nel paese ma sappiamo anche che sono opzioni che richiedono tempi di sviluppo e operatività medio-lungo e non vanno abbandonate le esigenze immediate come quelle volte a garantire un mercato energetico più stabile e più accessibile – ha proseguito Gatti -. Nel quadro del Pniec occorre proseguire sicuramente nelle fonti rinnovabili ma introduce un quadro di ripresa del nucleare che contribuirebbe al mix energetico nazionale con il 22%. Questa impostazione combinata risulta condivisibile dal nostro punto di vista”.

BAGOZZI (CONFARTIGIANATO): PERPLESSITÀ SULLA SCARSA MODULARITÀ

“C’è una perplessità sulla tecnologia nucleare che è la scarsa modularità. Il sistema ha bisogno di flessibilità di equilibrio e di investimenti e in un’ottica di strategia complessiva e ove possibile mutuarlo a livello locale dove serve energia costante. Per cui la strategia deve prendersi carico di questo aspetto” ha infine concluso Valentina Bagozzi di Confartigianato durante l’audizione relativa all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione in corso alla Camera.

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