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Roveda (Gauss Fusion): “Centrale a fusione nucleare entro 2040. Serve politica Ue su innovazione e sovranità tech”

La prima centrale a fusione nucleare di Gauss Fusion potrebbe vedere la luce prima del 2040. “L’Ue deve puntare su una politica energetica comune orientata su innovazione e sovranità tecnologica”. L’intervista di La Repubblica a Milena Roveda, ad Gauss Fusion

L’Europa deve accelerare sulla fusione nucleare per vincere la concorrenza di Cina e Usa. Il primo passo è “puntare su una politica energetica comune orientata su innovazione e sovranità tecnologica”, ha detto Milena Roveda, amministratore delegato della Gauss Fusion, in un’intervista pubblicata su La Repubblica Affari & Finanza. “L’Europa deve agire ora, con decisione e coesione”, ha aggiunto l’ad dell’azienda a capitale europeo, anticipando i piani della società nata dall’alleanza tra Malacalza–Asg Superconductors tramite Hofima (Italia), Bruker Eas e Ri Research Instruments (Germania), Idom (Spagna) e Alsymex–Alcen (Francia).

L’UE PUO’ VINCERE LA SFIDA DEL NUCLEARE

Il blocco cinese alle esportazioni di terre rare ha mostrato alcuni dei vantaggi del nucleare, secondo Roveda. “A differenza delle rinnovabili tradizionali, la fusione non dipende da terre rare. In più: è sicura, inesauribile ed evita la produzione di scorie radioattive. Per questo, è fondamentale che l’Europa sia protagonista in questa sfida strategica globale“, spiega. Una sfida che l’Europa ha tutte le carte in regola per vincere, secondo il numero 1 di Gauss Fusion. Tuttavia, è importante agire subito, perché i concorrenti sono già partiti. La corsa, però sarà lunga, secondo Roveda, che sottolinea che i tempi dipendono dalla disponibilità di fondi, ma la fusione non è “a portata di mano”.

“Abbiamo tutte le competenze: superconduttori, materiali avanzati, ingegneria di sistema. Ma l’Europa deve agire ora, con decisione e coesione. La Cina investe 1,5 miliardi di dollari l’anno, gli Stati Uniti contano su un ecosistema di venture capital molto dinamico. L’Europa, invece, deve superare le divisioni interne e puntare su una politica energetica comune orientata su innovazione e sovranità tecnologica”.

I PIANI DELLA SOCIETA’

Gauss Fusion prevede di completare la prima centrale a fusione entro i primi anni del 2040, ma non è da escludere un’accelerazione sui tempi. “Una centrale industriale a fusione costa tra 15 e 20 miliardi di euro, distribuiti su un periodo di circa 18 anni, dalla fase concettuale fino all’entrata in funzione. Finora abbiamo raccolto 30 milioni tra fondi pubblici e privati. Ora siamo impegnati in una nuova fase di raccolta, rivolta a investitori strategici, anche italiani”, ha affermato Roveda, anticipando la roadmap dell’azienda.

“Ora siamo alla fase 1, il design concettuale (fino al 2025): abbiamo scelto il tipo di macchina (Stellarator) e stiamo definendo l’architettura tecnica. Poi verranno: l’ingegnerizzazione(2026–2032), la costruzione (2031–2038) e il commissioning (2037–2044). Stiamo anche mappando i siti ideali: oltre 1.000 luoghi valutati, con focus su 150 cluster industriali strategici. La selezione finale è prevista entro il 2027 sulla base di analisi tecniche, ambientali e infrastrutturali”, ha spiegato il numero uno della società nell’intervista rilasciata a La Repubblica Affari & Finanza.

I VANTAGGI DEGLI STELLARATOR

Roveda ha sottolineato che la gli Stellarator rappresentano oggi la tecnologia più matura e affidabile per l’industria su larga scala.

“Offrono vantaggi in termini di costi, collaborazione industriale, accettazione pubblica e generazione di proprietà intellettuale. Inoltre, il campo di sviluppo industriale per gli Stellarator è ancora poco popolato rispetto ai Tokamak dove la concorrenza è già molto densa. Questo crea spazio per leadership tecnologica europea e opportunità per proteggere know-how e brevetti”, ha spiegato Roveda, anticipando che entro la fine dell’anno aprirà la prima sede in Italia, probabilmente in Friuli-Venezia Giulia.

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