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Nucleare

Nucleare, in 10 anni almeno 105 GW di nuova capacità per rimanere al livello 2019

È quanto emerge dal World Nuclear Industry Status Report 2020 di Mycle Schneider Consulting sullo stato dell’arte dell’industria nucleare mondiale 2020.

Entro il decennio 2020-2030 andrebbero realizzati e messi in funzione almeno 105 GW di capacità nucleare per garantire al settore di mantenere la posizione di mercato della tecnologia registrata a fine del 2019. È quanto emerge dal World Nuclear Industry Status Report 2020 di Mycle Schneider Consulting sullo stato dell’arte dell’industria nucleare mondiale 2020.

Secondo i numeri del report, sarebbe dunque necessario più che raddoppiare il tasso di costruzione annuale dell’ultimo decennio in un momento in cui la realizzazione di nuovi reattori è pressoché in declino.

COSA DICE IL REPORT

“Il numero di nuove unità richiesto potrebbe essere ancora più alto perché molti reattori verranno chiusi molto prima che le loro licenze siano terminate – ha sottolineato il rapporto -. L’età media alla chiusura delle 17 unità tolte dalla rete tra il 2015 e il 2019 era di 42,4 anni”.

L’ETA’ MEDIA DEL PARCO CENTRALI

L’età media del parco reattori in funzione nel mondo ha continuato ad aumentare, raggiungendo i 30,7 anni a luglio. “Un totale di 270 reattori, i due terzi della flotta mondiale in esercizio, hanno operato per 31 o più anni, di cui 81 (20% del totale) hanno operato per 41 anni o più”, si legge nel report.

QUANTO PRODUCONO I REATTORI

Mentre la capacità nucleare operativa globale è diminuita del 2,2% rispetto a un anno prima, raggiungendo i 362 GW a metà del 2020, la produzione nucleare è aumentata nel 2019. La produzione nucleare globale ha raggiunto 2.657 TWh lo scorso anno, con un aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente e solo 3 TWh al di sotto del picco storico del nucleare nel 2006.

La metà dell’aumento del 2019 è dovuto all’aumento della produzione nucleare cinese di oltre il 19%. Cinque paesi produttori di energia atomica (Stati Uniti, Francia, Cina, Russia e Corea del Sud) hanno generato il 70% di tutta l’elettricità nucleare del mondo nel 2019.

USA E FRANCIA SU TUTTI

Due paesi, gli Stati Uniti e la Francia, hanno rappresentato il 45% della produzione nucleare mondiale del 2019, due punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente a causa della produzione francese diminuita del 3,5%.

La quota dell’energia nucleare nel mix di produzione globale è invece aumentata di 0,2 punti percentuali, passando al 10,35% nel 2019 ma ben lontana dal picco raggiunto nel 1996 del 17,5%.

“Le centrali nucleari stanno producendo poco meno di un terzo dell’energia elettrica globale a basse emissioni di carbonio – si legge nella prefazione del rapporto a cura dell’accademico statunitense Frank von Hippel e del funzionario nucleare sudcoreano Jungmin Kang -. Sempre più spesso, quindi, la questione non è quella delle nuove costruzioni nucleari, ma dell’estensione della vita nucleare. Anche lì, però, il nucleare è in difficoltà”.

COSTI TROPPO ALTI

Negli Stati Uniti, gli impianti realizzati 30 anni fa, i cui costi di capitale sono stati ammortizzati, non possono competere economicamente con i nuovi impianti di energia rinnovabile. I costi di gestione delle centrali nucleari rimangono in parte elevati perché in caso di incidente o attacco terroristico sono necessari sempre tra 100-200 lavoratori e guardie sul posto per ogni reattore in ogni momento. “I sussidi giustificati dalle loro basse emissioni di carbonio sono diventati critici per il mantenimento in funzione di molte centrali nucleari statunitensi”, ha concluso il report.

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