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Nucleare

Nucleare: La Cina pronta a guidare la spinta globale alle centrali

La Cina scalerà rapidamente la classifica dei principali produttori mondiali di energia nucleare: nel 2022 la Francia e nel 2026 gli Usa

La Cina ha grandi progetti per il settore dell’energia nucleare. Malgrado gli obiettivi fissati da Pechino siano stati notevolmente ritardati, Pechino è ancora sulla buona strada per fare da frontman dell’industria globale di settore nei prossimi dieci anni.

CINA IN RITARDO MA BLOCCO TRIENNALE APPENA CONCLUSO

La devastante diffusione del COVID-19 in Cina a partire dalla fine dello scorso anno ha indubbiamente avuto un impatto negativo sulle ambizioni dell’industria energetica del paese, anche se, i maggiori contrattempi per l’industria nucleare cinese possono essere effettivamente attribuiti al disastro nucleare di Fukushima che ha avuto luogo in Giappone nel 2011, che ha reso molto più difficile e dispendioso da un punto di vista anche temporale, approvare nuovi progetti relativi all’energia atomica. Il blocco triennale sulle nuove approvazioni di centrali nucleari si è appena concluso lo scorso anno, aspetto che contribuito a “ridurre le pipeline per questo decennio”, secondo il principale analista nucleare di BloombergNEF, Chris Gadomski.

CINA NON CENTRERA’ I TARGET

Nonostante il fatto che la Cina mancherà, con ogni probabilità, il suo target di 58 gigawatt di energia nucleare entro la fine di quest’anno, è probabile che la capacità aumenterà esponenzialmente nel prossimo decennio. I ricercatori del governo cinese hanno pubblicato numeri che mostrano che la “capacità nucleare del paese potrebbe più che raddoppiare raggiungendo i 130 gigawatt entro il 2030”, come sottolineato da Bloomberg Green in un articolo di questa settimana. Il mix energetico nazionale cinese “caratterizzerà ancora fortemente il carbone e altri combustibili fossili”.

GRANDE TAGLIO ALLE EMISSIONI DI CO2

In effetti, 130 gigawatt di energia nucleare rappresentano solo il 10% della produzione di energia nazionale, ma anche una quantità proporzionalmente piccola di energia in Cina ha un grande impatto su scala globale a causa della vastità dell’industria energetica del paese. “Tale è il peso della Cina nei mercati dell’energia”, scrive Bloomberg Green evidenziando che 130 gigawatt di energia nucleare “risparmierebbero la quantità di Co2 che la Germania emette ogni anno bruciando carbone, petrolio e gas”.

CINA PRONTA A SCALZARE LA FRANCIA

E con questo 10%, la Cina salirà rapidamente anche la classifica dei principali produttori mondiali di energia nucleare. “GlobalData Plc prevede che la Cina sorpasserà la Francia come generatore nucleare al secondo posto al mondo nel 2022 e conquisterà il primo posto scalzando gli Stati Uniti quattro anni dopo”, afferma Bloomberg Green che ricorda come gli Stati Uniti siano responsabili per un terzo dell’intero approvvigionamento di energia nucleare del mondo.

Il paese aveva già “quasi 49 gigawatt installati nel 2019 e dovrebbe arrivare a 50 quest’anno”, riferisce Bloomberg Green. “Alla riunione annuale dell’Assemblea di Pechino che si è conclusa la scorsa settimana, i delegati hanno suggerito che la Cina dovrebbe iniziare la costruzione di 6-8 reattori all’anno”. Favorendo di fatto anche l’occupazione post-coronavirus cinese visto che “un reattore da 1 gigawatt può creare fino a 50.000 posti di lavoro”.

LA DIFFICILE SITUAZIONE DEGLI USA

Dall’altro lato c’è da dire che invece l’industria nucleare degli Stati Uniti è in contrazione e in gravi difficoltà da parecchio tempo: “Negli Stati Uniti, il sentiment comune prevede che l’industria nucleare sia condannata”, ha scritto Oilprice l’anno scorso. “Dato che i prezzi del gas sono sempre più a buon mercato, sempre più impianti nucleari vengono pensionati e molti di quelli che resistono lo fanno in gran parte grazie a consistenti sussidi governativi. E poi c’è il costo schiacciante della gestione delle scorie nucleari che sta già pesando sui contribuenti e peggiorerà soltanto”.

Questa settimana, in un appello agli Stati Uniti a intensificare i loro sforzi nel nucleari per mantenere il suo “vantaggio”, RealClear Energy ha scritto che “gli enormi reattori che siamo abituati a vedere hanno bisogno di ricollocarsi di nuovo o chiuderanno. Nonostante questi reattori siano stati autorizzati negli anni ’60, ’70 e ’80, continuano a produrre il 55 per cento di energia pulita in America”. Il che ha portato “l’Amministrazione a costituire il gruppo di lavoro sul combustibile nucleare e su come mantenere questa risorsa nazionale vitale”.

Quel che è certo è che una maggiore quantità di energia nucleare, proveniente dagli Stati Uniti o dalla Cina (o da chiunque altro), porta a fare meno affidamento sui combustibili fossili e quindi a ridurre le emissioni di gas serra.

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