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Petrolio

OPEC+ ignora la guerra e non aumenta le forniture. Germania rilascia sul mercato oltre 400mila barili di petrolio

L’organizzazione dei Paesi produttori rilascerà 400.000 barili al giorno per il mese di aprile. Donà (UNC): “Decisione irresponsabile”

Se in molti auspicavano un aumento della produzione di petrolio da parte dei Paesi OPEC, la decisione di oggi dell’organizzazione è stata di tutt’altro tenore, con la Germania che è dovuta correre ai ripari.

OPEC+ CONFERMA I 400.00 BARILI AL GIORNO ANCHE AD APRILE

A conclusione del 26° OPEC and non-OPEC Ministerial Meeting, svoltosi in videoconferenza nella mattinata di oggi, e sulla base di una consultazione interna tenuta esclusivamente dall’OPEC e dai Paesi produttori di petrolio non OPEC partecipanti alla Declaration of Cooperation (DoC), si è osservato che gli attuali fondamentali del mercato petrolifero e il consenso sulle sue prospettive indicano un mercato ben equilibrato e che l’attuale volatilità non è causata da cambiamenti nei fondamentali di mercato, ma dagli attuali sviluppi geopolitici. Lo si legge sul sito web dell’OPEC.

L’OPEC e i Paesi non OPEC hanno deciso di riconfermare il piano di adeguamento della produzione e il meccanismo di adeguamento della produzione mensile approvato nel 19° Ministerial Meeting e la decisione di adeguare al rialzo la produzione complessiva mensile di 400.000 barili al giorno per il mese di aprile 2022; ribadire l’importanza fondamentale di aderire alla piena conformità e al meccanismo di compensazione, approfittando della proroga del periodo di compensazione fino a fine giugno 2022.
Il 27° OPEC and non-OPEC Ministerial Meeting si terrà il prossimo 31 marzo.

LA QUESTIONE DELLA GUERRA IN UCRAINA

La mossa dell’OPEC+ era stata preannunciata in giornata da tre fonti di OPEC+, mentre i big di OPEC – Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti – si starebbero impegnando a concludere un accordo con la Russia, nonostante l’ampliamento delle sanzioni a Mosca e i prezzi del petrolio ai livelli massimi da otto anni.

L’OPEC e gli alleati guidati dalla Russia (OPEC+) hanno aumentato la produzione di 400.000 barili al giorno ogni mese da agosto, mentre allentano i tagli fatti dopo che la pandemia aveva ridotto la domanda.

Le fonti hanno detto che l’invasione russa dell’Ucraina non ha avuto alcun impatto fino ad oggi sul funzionamento dell’accordo di output. “L’Arabia Saudita non ha considerato le tensioni geopolitiche nell’incontro e ha detto che si atterrà alla storia fondamentale”, ha affermato una delle tre fonti.

Il petrolio questa settimana ha superato i 110 dollari al barile, con le sanzioni occidentali alla Russia che hanno interrotto l’approvvigionamento da Mosca – il secondo esportatore di petrolio al mondo – e causato problemi con le esportazioni dal vicino Kazakistan.

LA RICHIESTA DEGLI USA PER UN AUMENTO DI PRODUZIONE

Gli Stati Uniti avevano detto ripetutamente che avrebbero voluto vedere un aumento da parte di OPEC+. Solo pochi Paesi hanno delle capacità inutilizzate, tra cui l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. Finora Riyadh ha resistito alle richieste USA di aumentare la produzione più rapidamente di quanto richiesto dall’accordo OPEC+. Quest’ultima ha ancora 2,6 milioni di barili al giorno di tagli che prevede di allentare entro la fine di settembre.

L’Arabia Saudita ieri ha ribadito il suo impegno per l’accordo OPEC+, ha affermato l’agenzia di stampa statale saudita. Il presidente russo, Vladimir Putin, ieri ha parlato al telefono con il principe ereditario di Abu Dhabi, lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan. Gli Emirati Arabi Uniti – uno stretto alleato degli Stati Uniti in Medio Oriente – si sono astenuti al voto dello scorso 25 febbraio su un progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in cui si criticavano le azioni di Mosca.

LA GERMANIA RILASCIA 434.000 TONNELLATE DELLA SUA RISERVA NAZIONALE

Nel frattempo il governo tedesco ha deciso il rilascio sul mercato di 434.000 tonnellate della sua riserva nazionale di petrolio, in linea con l’accordo dei membri dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), in risposta alla guerra in Ucraina. Lo ha affermato il ministero dell’Economia tedesco. Si tratta all’incirca di una quota del 5,4% nell’ambito degli accordi AIE, che prevedono l’immissione sul mercato di 60 milioni di barili di riserve petrolifere per compensare le interruzioni delle forniture a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

LA REAZIONE DELL’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI

Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, quella dell’OPEC+ è “una decisione a dir poco irresponsabile. Quest’ultima non tiene in nessun conto dello scoppio della guerra in Ucraina, delle tensioni sui mercati internazionali e nemmeno dell’eventuale blocco delle esportazioni russe. La benzina, al pari di energia elettrica e gas, sta facendo decollare l’inflazione, non solo in Italia, ma in tutta Europa, oggi il dato è a +5,8% dal +5,1% di gennaio, e nel resto del mondo”.

“Aumentare la produzione di petrolio – spiega Dona – avrebbe raffreddato questa spirale inflazionistica che rischia di compromettere la ripresa in corso, sia per la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie che per le conseguenze che deriveranno da un inevitabile cambio della politica monetaria delle banche centrali.

A fronte di un totale egoismo dei Paesi Opec+ e di indifferenza rispetto a quanto accade nel mondo, va detto che purtroppo i Paesi europei, ivi compresa l’Italia, a differenza di Biden, sono del tutto sordi al tema del caro carburanti, mai entrato nella loro agenda politica, e non hanno esercitato alcuna pressione politica sui paesi Opec e Opec+ per un cambio di rotta”.

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