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Terna

Ora legale, Ue verso l’abolizione?

Alcuni studi mettono in dubbio i risparmi energetici mentre evidenziano gli effetti negativi sulla salute umana, l’agricoltura e la sicurezza della circolazione stradale

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sui cambiamenti di orario che avvengono due volte l’anno (ora legale/ora solare). I cittadini europei e le parti interessate sono stati invitati da Bruxelles a esprimere le loro opinioni al riguardo compilando un questionario online (disponibile in tutte le lingue dell’Ue) entro il 16 agosto.

UNA QUESTIONE “ENERGETICA”?

Secondo quanto rilevato da Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale– grazie a quell’ora quotidiana di luce in più dal 26 marzo 2017 al 27 ottobre, l’anno scorso l’Italia ha risparmiato, complessivamente, 567 milioni di chilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di oltre 200mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di Co2 in atmosfera per 320mila tonnellate. Ma da un punto di vista prettamente energetico non tutti sono d’accordo. Secondo uno studio dell’Università della California, il passaggio dall’ora solare a quella legale non rappresenterebbe un risparmio: il caldo estivo porterebbe, infatti, ad un maggiore uso dei condizionatori e dispendio di elettricità che la differenza di luce non riuscirebbe a compensare. Senza dimenticare la maggiore efficienza raggiunta dall’illuminazione rispetto al passato.

LA CONSULTAZIONE SEGUE IL VOTO DI UNA RISOLUZIONE AL PARLAMENTO UE DI FEBBRAIO

La consultazione fa parte di una valutazione della direttiva Ue sull’ora legale, che la Commissione ha recentemente avviato per valutare se le norme debbano essere modificate o meno. Ciò a seguito del voto di una risoluzione sull’ora legale nel febbraio 2018 da parte del Parlamento europeo, nonché delle richieste dei cittadini e di alcuni Stati membri. La risoluzione presentata da due eurodeputati – il ceco Pavel Svoboda e la francese Karima Delli – era uscita fortemente ridimensionata rispetto alle intenzioni originarie. Approvata con 384 voti a favore e 153 contrari, il testo di fatto non chiedeva più l’abolizione del cambio d’orario, ma invitata la Commissione “a condurre una valutazione approfondita” della direttiva e “se necessario a formulare una proposta di revisione”. A supporto dell’abolizione i due eurodeputati menzionavano “numerosi studi scientifici che non sono riusciti a dimostrare alcun effetto positivo del cambiamento orario. Al contrario, hanno rilevato effetti negativi sulla salute umana, l’agricoltura e la sicurezza della circolazione stradale”. Da qui la richiesta di cambiare le regole che, secondo i due eurodeputati, avrebbe potuto giovare all’economia grazie a persone meno distratte e stanche al lavoro.

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