Skip to content

Per Autostrade un piano da 30 miliardi, continua il braccio di ferro sui pedaggi

Per realizzare tutti gli investimenti compresa la Gronda e il Passante di Bologna la società chiederà una proroga a Bruxelles. Continuano le trattative per un’aumento delle tariffe autostradali che sembra necessario a far quadrare i conti .

Un’ipotesi di nuovo Pef (Piano economico e finanziario) arriva sul tavolo del cda di Aspi (Autostrade per l’Italia). Secondo quanto riporta La Repubblica, non sarà facile arrivare a una quadra visti i vari interessi in gioco degli azionisti (Cdp, Blackstone, Macquarie), della politica, degli utenti autostradali e anche del Paese. La proposta verrà esaminata oggi e prevede 30 miliardi di investimenti (scesi dai 36 presentati dall’ex ad Roberto Tomasi nell’estate 2024) che includono anche i lavori delle due grandi opere non ancora realizzate: il Passante di Bologna e la Gronda di Genova. Questa seconda, però, limitatamente alla parte di Levante, la meno costosa.

L’AUMENTO DELLE TARIFFE AUTOSTRADALI

E’ interesse di Aspi chiedere alla Ue un prolungamento di 6-8 anni della concessione, che scade nel 2038. Come si legge su Repubblica, con queste due variabili in gioco fissate bisogna incastrare il terzo e più delicato tassello, l’aumento delle tariffe autostradali necessario a far quadrare i conti e su cui si stanno confrontando le diverse anime degli stakeholders. Per scendere sotto il più 4% di incremento annuo dei pedaggi è necessario inserire un “valore di subentro” al termine della concessione. In questo modo si possono distribuire meno dividendi che verranno recuperati più in là nel tempo quando qualcuno subentrerà agli attuali gestori. Un valore che deve essere garantito da qualcuno (lo Stato?) e deve essere remunerato a un certo tasso (l’Art, l’autorità dei trasporti, dovrebbe esprimersi entro fine mese).

BRACCIO DI FERRO SUI PEDAGGI

I fondi Blackstone e Macquarie finora hanno insistito per un aumento del 4% annuale dei pedaggi ma sembrano disposti a scendere fino a un 2,5%. La Cdp vorrebbe scendere ancora di più, fino all’1,8-1,9% all’anno ma il valore di subentro diventerebbe maggiore. Nel 2017 quando fu approvato il progetto della Gronda, la Ue era pronta a concedere 4 anni di proroga della concessione e un valore di subentro pari a 1,6 volte l’Ebitda del periodo. Ora si rischia di andare ben oltre come riporta La Repubblica, ma per avanzare richieste alla Ue occorre essere compatti a livello politico, situazione non ancora raggiunta visto che a Palazzo Chigi non sembrano ancora convinti della validità di questo schema di Pef.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su