Il ministro dell’Ambiente ha confermato che si tratterà al massimo di una “gestione tecnica un po’ diluita”
Nessun proroga “secca” del mercato tutelato. Dopo il rinvio di ieri al Dl Energia che doveva essere approvato in Consiglio dei ministri, il titolare del dicastero di Via Cristoforo Colombo Gilberto Pichetto Fratin ha confermato che si tratterà al massimo di una “gestione tecnica un po’ diluita”, ha detto a margine dell’Omc in corso a Ravenna. In sostanza un po’ più di tempo per dare alle famiglie la possibilità di scegliere in modo coscienzioso cosa fare con la fine del mercato tutelato.
DIETRO LO STOP IL PRESSING DI BRUXELLES (E DEL PNRR)
A pesare in realtà, spiegano i quotidiani questa mattina, è stato il “pericolo” di vedersi ritirati i fondi per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La liberalizzazione del mercato è infatti una delle condizioni previste per ottenere le tranche delle risorse Ue.
“Il superamento del mercato tutelato è una delle misure previste nell’ambito della riforma della concorrenza del Pnrr. Un impegno voluto dal governo guidato da Mario Draghi e confermato da Giorgia Meloni, che ha portato avanti l’iter per l’eliminazione dei prezzi regolamentati per i clienti a partire dal primo gennaio del 2023. (…)Ecco perché la proroga del mercato tutelato mette a rischio i 18,5 miliardi della terza tranche”, scriveva questa mattina La Repubblica.
SI DICE “INGORGHI PARLAMENTARI” SI LEGGE UE
Anche Il Messaggero scrive di un rinvio “al prossimo 31 ottobre per evitare ingorghi parlamentari sotto Natale (con altri decreti da convertire in legge e la partita della Manovra) e per risolvere alcuni piccoli problemi tecnico-finanziari (come sul nuovo polo eolico offshore nel Mezzogiorno)”.
Ma i “burocrati di Bruxelles hanno chiesto un supplemento di istruttoria sul mercato tutelato e le concessioni idroelettriche e geotermiche. E il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, ha chiesto il rinvio”. La tesi di Bruxelles, ha proseguito il quotidiano romano “è che non si raggiungerebbe un obiettivo del ministero dell’Ambiente, legato al Piano, che prevede di superare il regime di massima tutela entro la fine del prossimo anno. Per questo vorrebbero limitare la proroga al massimo a sei mesi. La maggioranza del governo, però, sostenuta anche da diversi partiti d’opposizione, sposa la linea di Pichetto. Cioè quella di assegnare i clienti ai nuovi operatori privati tra luglio e dicembre prossimi”.
CONSUMATORI SUL PIEDE DI GUERRA
Naturalmente, il quasi stop non è piaciuto ai consumatori con l’Unione nazionale consumatori (Unc) che grida allo scandalo: “Una vergogna e una presa in giro degli italiani! Un regalo fatto alle società energetiche a scapito delle famiglie” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. “Sia chiaro che sullo stop alla proroga il Pnrr non c’entra e non può centrare nulla, dato che prevedeva di eliminare gradualmente i prezzi regolamentati per le microimprese e le famiglie a partire dal 1° gennaio 2023 e non entro il 10 gennaio 2024. Un processo non a caso già iniziato, visto che le microimprese, nelle quali rientrano anche le bollette della luce delle parti comuni dei condomini sono già nel mercato libero. Inoltre il Pnrr o si applica tutto o non si può applicare solo per la parte che fa comodo. L’impegno prevedeva anche di fissare un tetto alla quota massima di mercato a disposizione di ciascun fornitore, di aumentare la trasparenza della bolletta dell’energia elettrica, di eliminare l’obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non collegati al settore dell’energia, come il canone Rai. Tutte cose non fatte!” conclude Vignola.
M5S: GOVERNO DIVISO VUOLE 50 SFUMATURE DI MERCATO TUTELATO
“Proroga del mercato tutelato sì, no, boh, forse. Oppure proroga ‘non secca’, ultimo contorsionismo verbale di un sempre più spaesato Pichetto Fratin. Il governo Meloni perde il pelo ma non il vizio: prima sgassa, poi fa retromarcia. Dopo giorni di annunci in pompa magna in tema di energia, il Cdm di ieri si è concluso con un infruttuoso pareggio a reti bianche tra i ministri Fitto e Pichetto Fratin. Una soap opera tutt’altro che avvincente, dal titolo ‘50 sfumature di mercato tutelato’”, ironizzano in una nota i deputati M5s in comm. Attività Produttive Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde e Enrico Cappelletti. “Dallo scoppio della crisi in Medioriente il prezzo del Gas è sopra i 45 euro al megawattora, il triplo rispetto ai livelli di prezzo degli anni precedenti. In questo quadro, il governo anziché intervenire con urgenza per aumentare le tutele dei consumatori perde tempo litigando. Nel caso non dovesse arrivare la proroga, paradossalmente, Meloni dovrà aumentare la spesa pubblica sociale e gli aiuti alle famiglie in difficoltà, alle prese con l’aumento delle bollette. Speriamo che il conto delle liti interne alla maggioranza, non debba essere pagato dai cittadini”, concludono i pentastellati.