Lo scorso 1° maggio in Italia il Prezzo Unico Nazionale (PUN) dell’energia elettrica si è mantenuto sotto 1 euro a megawattora, e alle ore 15:00 ha toccato addirittura lo zero
Lo scorso primo maggio, il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso in Italia è sceso a livelli mai visti prima: tra le 11.00 e le 17.00, per quasi 8 ore consecutive, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) si è mantenuto sotto 1 euro a megawattora, e alle 15 ha toccato addirittura lo zero.
L’ENERGIA A ZERO E IL RUOLO DELLE RINNOVABILI
Un fenomeno raro, ma non casuale. Il giorno di festa ha infatti ridotto la domanda di energia, ma determinante è stata la produzione da fonti rinnovabili, soprattutto il fotovoltaico, che ha generato oltre 11 GW. A questo si è aggiunto l’autoconsumo domestico, stimato in circa 5 GW. Ecco allora che l’offerta ha superato la domanda e il prezzo è crollato.
Bisogna ricordare che oggi il PUN non è più un prezzo unico reale, ma un valore medio nazionale che viene calcolato dal Gestore del Mercato Elettrico (GME) sulla base dei prezzi zonali del “mercato del giorno prima (MGP)”. Si tratta, cioè, di un indice di riferimento che riflette l’andamento medio dei prezzi tra le diverse zone d’Italia.
I PAESI EUROPEI IN CUI IL PREZZO DELL’ENERGIA ELETTRICA SCENDE PIÙ SPESSO A ZERO
Il fenomeno non è del tutto nuovo in Europa: in Spagna, in Germania e in Olanda avviene sempre più spesso, mentre in Italia una finestra così lunga di prezzi vicini allo zero non si era mai vista. Ciò è dovuto ad una serie di fattori, principalmente l’aumento della produzione da fonti rinnovabili, che porta ad un’offerta di energia maggiore rispetto alla domanda, soprattutto in alcune ore del giorno.
Nel 2024, ad esempio, vi sono state 1.250 le ore di prezzi vicini allo zero per l’energia elettrica in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, rispetto alle 121 di due anni prima. Il fenomeno si verifica quando le energie rinnovabili come vento e sole producono tutte insieme quando soffia il vento e quando splende il sole, e generano un eccesso d’offerta che fa crollare il prezzo della corrente elettrica sulle borse energetiche europee sotto lo zero.
I PRO E I CONTRO DELLE RINNOVABILI
Il prezzo dell’energia a zero potrebbe sembrare un beneficio per tutti, e in parte è così: chi ha dei contratti indicizzati al PUN, soprattutto alcune imprese, può godere di un risparmio diretto in bolletta. Bisogna però considerare anche un problema strutturale. Per molti produttori, Vendere energia a prezzo zero significa non incassare nulla. E, se il trend dovesse diventare frequente, potrebbe disincentivare nuovi investimenti nel settore. L’associazione Italia Solare ha spiegato che “più solare significa meno spesa, ma bisogna tutelare chi produce”.
Inoltre, in Italia, a differenza di altri Paesi europei, il sistema non permette ancora di applicare prezzi negativi nel MGP.
Vi è poi un altro importante elemento da considerare: una rete che non riesce a gestire l’eccesso di energia rischia di diventare fragile, come dimostra il recente blackout in Spagna, provocato da un guasto ad una linea che ha mandato in tilt l’intero sistema.
INVESTIRE NEI SISTEMI DI ACCUMULO
Oggi, per bilanciare la rete, spesso si limita la produzione (curtailment) o si esporta l’energia. Due soluzioni che però sono solo temporanee. Una valida soluzione sarebbe investire nei sistemi di accumulo, poiché le batterie possono assorbire l’energia in eccesso nelle ore centrali e rimetterla in rete quando serve di più, cioè la sera.