L’alternanza tra ora solare e ora legale è una pratica che si ripete due volte l’anno in circa 70 Paesi in tutto il mondo. Negli Stati Uniti i parlamentari stanno valutando delle misure che porrebbero fine al cambio dell’ora e renderebbero l’ora legale permanente
A fine marzo, precisamente domenica 30 marzo, tornerà l’ora legale. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo dovremo infatti spostare le lancette avanti di un’ora, dalle 2 alle 3. Così facendo dormiremo un’ora in meno ma, in compenso, dal giorno dopo godremo di un’ora di sole in più.
L’alternanza tra ora solare e ora legale è una pratica che si ripete due volte l’anno in circa 70 Paesi in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, dove questa pratica esiste da oltre un secolo, i parlamentari stanno valutando delle misure che porrebbero fine al cambio dell’ora e renderebbero l’ora legale permanente.
Questo comporterebbe delle albe e dei tramonti più tardi per metà dell’anno. È stato dimostrato che l’effetto sulla salute pubblica sarebbe misto: meno incidenti automobilistici e infarti causati dai cambi di fuso orario, ma potenzialmente una perdita di qualità del sonno per quasi tutti durante l’inverno. La storia del problema, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo, dimostra che nessun approccio è in grado di rendere tutti felici.
LE ORIGINI E LO SCOPO DELL’ORA LEGALE
Come ricorda Bloomberg, l’ora legale modifica il modo in cui i nostri orologi si allineano alle maggiori ore di sole che arrivano in estate: ci consente di godere di più luce la sera, piuttosto che dormire durante la mattina presto, senza cambiare i nostri programmi.
L’inventore e diplomatico statunitense Benjamin Franklin spesso viene considerato l’ispiratore dell’ora legale: nel 1784 scrisse un saggio suggerendo un cambiamento nelle routine del sonno per ridurre il consumo di candele la sera. L’ora legale fu adottata per la prima volta come politica ufficiale dalla Germania durante la Prima guerra mondiale, con l’obiettivo di risparmiare energia.
I CAMBIAMENTI CHE SI STANNO VALUTANDO NEGLI STATI UNITI
Lo scorso gennaio il senatore statunitense Rick Scott, repubblicano della Florida, ha introdotto una nuova versione del Sunshine Protection Act, che renderebbe l’ora legale la nuova ora standard e porrebbe fine alla pratica del cambio dell’ora. Nel 2022 il Senato ha approvato una versione precedente del disegno di legge, ma è rimasta bloccata alla Camera dei rappresentanti.
A partire dalla Florida, nel 2018, venti Stati hanno approvato delle leggi o risoluzioni che li avrebbero imposti all’ora legale permanente, se la legge federale lo consentisse e, in alcuni casi, se gli Stati circostanti prendessero la stessa decisione.
Alcuni Stati hanno discusso di muoversi nella direzione opposta, eliminando i cambi dell’ora e abbandonando l’ora legale. L’eliminazione dei cambi di ora semestrali ha avuto, a volte, il sostegno di un altro componente chiave, il presidente Donald Trump, che nel 2019 ha scritto sui social “rendere permanente l’ora legale per me va bene”. Nel dicembre 2024, invece, Trump ha scritto che “il Partito Repubblicano farà del suo meglio per eliminare l’ora legale”, il che è stato generalmente interpretato come un invito a porre fine ai cambi dell’ora.
L’ORA LEGALE NEL RESTO DEL MONDO
Tutti i Paesi dell’Unione europea, gran parte del Nord America e alcuni del Sudamerica cambiano i loro orologi. Gran parte dell’Asia, tra cui Cina, India e Giappone, ha sperimentato l’ora legale durante il XX secolo, per poi però abbandonare la pratica. La maggior parte dell’Africa non l’ha mai utilizzata.
Nel 2019 il Parlamento europeo ha fortemente sostenuto una proposta per porre fine ai cambi dell’ora, ma la misura è stata messa da parte da altre priorità, tra cui la pandemia Covid. I Paesi vicino all’equatore generalmente rinunciano all’ora legale perché in quell’area le albe e i tramonti variano poco da una stagione all’altra.
Il Messico ha smesso di passare all’ora legale nel 2022, ad eccezione della Bassa California e di alcuni Comuni di confine, che seguono ancora l’orario statunitense. Il parlamento ucraino lo scorso anno ha votato per annullare l’ora legale, quindi Kiev tra poco, il 30 marzo 2025, per la prima volta non sposterà le lancette in avanti.
TERNA: “NEL 2024 UN RISPARMIO ECONOMICO DI OLTRE 75 MILIONI DI EURO”
Ma cosa comporta l’ora legale in termini di risparmio energetico? Secondo Terna, nei sette mesi di ora legale del 2024 “il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi di energia per 340 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 130 mila famiglie, per un risparmio economico di oltre 75 milioni di euro”.
Inoltre, il minor consumo di energia elettrica comporta una riduzione dell’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera: tra marzo e settembre 2024 sono state infatti evitate circa 160 mila tonnellate di emissioni di CO2.
QUALCUNO VORREBBE ABOLIRE L’ALTERNANZA TRA ORA SOLARE E ORA LEGALE
Va detto, però, che non tutti sono favorevoli all’ora legale. Lo scorso anno 67 eurodeputati, su iniziativa dell’irlandese dei Popolari Sean Kelly, hanno scritto una lettera alla presidente Ursula von der Leyen per inserire nell’agenda politica della Commissione europea la cessazione del cambio stagionale dell’ora. Una consuetudine che, a loro dire, “comporta dei rischi ben documentati per la salute, la sicurezza e il benessere generale”. Secondo gli eurodeputati contrari, alcuni studi hanno dimostrato che il cambio dell’ora “può aumentare il rischio di infarti e ictus e ad un aumento degli incidenti stradali”.
In realtà, la battaglia per l’abolizione dell’alternanza tra ora solare e ora legale era iniziata già prima dello scorso anno: nel 2018, in una consultazione pubblica indetta dalla Commissione Ue a cui avevano risposto 4,6 milioni di europei, l’84% degli intervistati aveva dichiarato di non volere più il cambio dell’ora. La direttiva sull’ora legale è rimasta però ferma dopo la pandemia Covid, soprattutto perché non si è mai giunti a un accordo su come impostare un “sistema orario fisso” a livello nazionale.