L’esitazione di Francia e Belgio è in contrasto con gli altri principali importatori di GNL russo dell’Unione europea, Spagna e Olanda, ansiose di sostenere la legge in arrivo, che metterà fine ai contratti sul gas russo
I due maggiori acquirenti di GNL dell’Unione europea si rifiutano di approvare il piano della Commissione Ue di vietare il gas di Mosca, sostenendo di aver bisogno di maggiori rassicurazioni sulle conseguenze economiche e legali della mossa, prima di prendere una decisione. La Francia, il principale acquirente dell’Ue, ha dichiarato a Politico di preferire una strategia di ricerca di fonti alternative.
IL MINISTRO DELL’ENERGIA FRANCESE: “DIFENDIAMO UNA STRATEGIA EUROPEA DI DIVERSIFICAZIONE”
Il Belgio – il secondo maggiore acquirente di GNL dell’Ue – chiede un rapporto che descriva dettagliatamente le ricadute economiche, prima di prendere una decisione. “Quello che stiamo difendendo è una strategia europea di diversificazione, che è già sul tavolo”, ha dichiarato il ministro dell’Energia francese, Marc Ferracci, riferendosi al piano della Francia di sostituire le forniture russe con prodotti del Qatar.
LA POSIZIONE SUL GAS RUSSO DI SPAGNA E OLANDA
L’esitazione di Francia e Belgio è in contrasto con gli altri principali importatori di GNL russo dell’Unione europea, Spagna e Olanda. Entrambe hanno dichiarato a Politico di essere ansiose di sostenere la legge in arrivo, che metterà fine ai contratti sul gas russo, vietando gli acquisti a breve termine quest’anno e i contratti a lungo termine entro il 2027. In teoria, ciò aiuterebbe i Paesi a sottrarsi a contratti che altrimenti li costringerebbero ad acquistare GNL russo per anni.
Per Spagna e Olanda, rispettivamente terzo e quarto acquirente del GNL russo, i piani Ue rappresentano un’opportunità gradita per porre fine ai legami energetici con Mosca. “La Spagna sostiene la proposta della Commissione europea di vietare al più presto le importazioni di gas russo attraverso una posizione comune dell’UE”, ha dichiarato un portavoce del Ministero spagnolo per la transizione ecologica. Attualmente, Madrid è tenuta ad acquistare forniture dalla russa Novatek fino al 2042, in base ad un contratto a lungo termine firmato con la società energetica nazionale Naturgy.
FERRACCI (FRANCIA): “UN DIVIETO EUROPEO SIGNIFICA CHE NESSUNO PUÒ IMPORTARE GNL RUSSO”
Parigi, invece, “sostiene la strategia di riduzione del rischio dei combustibili fossili russi, un divieto a livello europeo significa che nessuno può importare GNL russo”, ha affermato Ferracci, che ha anche sollevato dubbi sulla “certezza giuridica” della proposta di Bruxelles, facendo leva sui timori che le aziende private possano affrontare cause legali russe per contratti abbandonati.
La francese TotalEnergies, ad esempio, è attualmente vincolata da un contratto di fornitura con Novatek fino al 2032 e detiene una partecipazione del 20% nel progetto Yamal, che gestisce un impianto GNL in Siberia. “Lo stock di contratti esistenti deve essere tutelato giuridicamente”, ha spiegato Ferracci.
IL BELGIO CHIEDE UNA VALUTAZIONE D’IMPATTO APPROFONDITA DELLE MISURE UE
La Commissione europea non ha risposto ad una richiesta di commento da parte di Politico, ma ha già insistito sul fatto che le sue proposte siano giuridicamente ineccepibili. Anche il Belgio, che continuerà a ricevere e stoccare GNL russo fino al 2035, chiede all’esecutivo Ue di fare di più per dissipare le sue preoccupazioni.
Prima che Bruxelles sveli le sue proposte, “chiediamo alla Commissione di presentare una valutazione d’impatto approfondita delle misure”, ha dichiarato il ministro dell’Energia belga Mathieu Bihet, aggiungendo che il Paese terrà dei colloqui tecnici sull’impatto delle misure sulla sua infrastruttura GNL.
IL MINISTRO PICHETTO: “L’ITALIA APPOGGIA LO SFORZO UE PER AZZERARE L’IMPORT DI GAS RUSSO”
E l’Italia? Lo scorso 22 maggio, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che “l’Italia appoggia pienamente lo sforzo della Commissione Ue per azzerare l’import in Europa del gas russo entro il 2027”. Il ministro Pichetto ha parlato durante una conferenza stampa a Roma con la vicepresidente della Commissione europea, Teresa Ribera.
Pichetto ha aggiunto che l’Italia ha aumentato la capacità di rigassificazione, quindi “c’è spazio per acquistare gas liquefatto in più, qualora competitivo”.
I DATI SULLE IMPORTAZIONI DELL’ITALIA
Secondo i dati forniti dall’accreditato osservatorio britannico Ember, però, nel 2024 l’Italia ha triplicato l’importazione di gas dalla Russia rispetto all’anno precedente, passando da 2,1 a 6,2 miliardi di metri cubi. È stato l’incremento più consistente, in termini assoluti, all’interno dell’Unione europea, dove complessivamente c’è stato un incremento del 18% rispetto al 2023, da 38 a 45 miliardi di metri cubi. Dopo l’Italia, i Paesi che hanno aumentato le importazioni sono stati Repubblica Ceca (+2 mld di mc) e Francia (+1,7 mld di mc).
Per il nostro Paese l’acquisto è avvenuto in parte attraverso il metanodotto di Tarvisio, in Friuli, e tramite il GNL, il gas naturale liquefatto trasportato via nave. L’Italia ne ha aumentato l’acquisto da Mosca ma, come scrive Il Post, “in una misura e con scelte di cui si sa poco, e su cui il governo fornisce spiegazioni parziali e frammentate”.
Il 13 maggio scorso l’amministratore delegato di Italgas Paolo Gallo, parlando all’assemblea degli azionisti, ha affermato che “a quanto ci risulta, nel 2024 l’Italia ha importato gas russo per 5,6 miliardi di metri cubi, pari al 7-8% su 65 miliardi”.