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Ottmar Edenhofer, presidente del comitato consultivo europeo sui cambiamenti climatici (ESABCC) nucleare bocciato?

Perché gli scienziati bocciano il nucleare europeo

Diversi i fattori che vengono citati dal rapporto “Verso la neutralità climatica dell’UE: progressi, lacune politiche e opportunità”  per non ritenere idoneo il nucleare come tecnologia chiave per gli obiettivi climatici 2030

Una bocciatura, almeno parziale o anche più. Il nucleare per i consulenti del Comitato scientifico consultivo europeo sui cambiamenti climatici non va considerato per adempiere agli obiettivi 2030.

Tutti i dettagli.

PRESENTATO IL RAPPORTO SULLO STATO EUROPEO DEGLI OBIETTIVI CLIMATICI

Oggi il comitato consultivo per il clima dell’UE ha pubblicato la sua relazione Verso la neutralità climatica dell’UE: progressi, lacune politiche e opportunità. Una relazione sviluppata su più di ottanta parametri e che arriva alla conclusione che servono più sforzi in tutti i settori per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Ue dal 2030 al 2050, in particolare negli edifici, nei trasporti, nell’agricoltura e nella silvicoltura.

Queste linee guida, o raccomandazioni, proseguono quanto indicato giù a giugno 2023 dal comitato. E cioè, ridurre del 90-95% le emissioni carboniche al 2040 rispetto ai valori registrati trentaquattro anni fa. E allora, accelerare è il verbo chiave. Il Fit for 55 non basta. E allora, altre tredici indicazioni su cosa fare.

Perché, ad esempio, non si stanno riducendo le emissioni in agricoltura; la transizione deve essere giusta anche a livello socioeconomico; non bisogna guardare solo al 2030 come orizzonte.

PERCHE’ NON C’E’ FIDUCIA SUL NUCLEARE

Tutto chiaro. Poi però qualcosa non torna. Perché se nella tassonomia europea compare il nucleare, che in questi mesi è tornato sempre più alla ribalta tra le tecnologie per attuare la transizione dai combustibili fossili (in Italia se ne discute, in Francia si costruiscono nuove centrali), in questo rapporto si spiega che “nel 2021 circa il 25% della domanda di elettricità dell’Ue è stata soddisfatta da centrali nucleari situate in 13 Stati membri dell’UE. La produzione di elettricità nucleare nell’Ue è in generale in diminuzione dal 2006. Nel 2022, la produzione delle centrali nucleari è scesa a livelli senza precedenti a causa della siccità e di problemi tecnici [– 18 % rispetto al 2021, secondo l’EEA, (2023)]. Sulla base dello scenario politico MIX contenuto nel piano degli obiettivi climatici, l’energia nucleare potrebbe rappresentare circa il 15% della produzione complessiva di elettricità dell’UE nel 2030 e il 10% nel 2050 (CE, 2020)”.

Di più. “Nel suo recente parere sull’allineamento delle risposte politiche all’aumento dei prezzi dell’energia con l’obiettivo di neutralità climatica a lungo termine (ESABCC, 2023a), il Comitato consultivo ha riconosciuto che ritardare la chiusura di reattori nucleari esistenti può rappresentare uno strumento di supporto per garantire un ulteriore approvvigionamento energetico a basse emissioni di carbonio nel breve termine, se è economicamente vantaggioso e se la sicurezza può essere sufficientemente garantita”. Ma “considerati i lunghi tempi di realizzazione delle nuove centrali nucleari (da 10 a 15 anni), non ci si può aspettare che un’ulteriore espansione di questa tecnologia contribuisca al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Ue per il 2030. Inoltre, l’accettabilità sociale rimane un problema in diversi paesi. In termini di potenziale contributo dell’energia nucleare all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, gli impatti dei cambiamenti climatici sulla futura sicurezza energetica dell’Ue dovrebbero essere considerati e valutati rispetto ai fattori di rischio e ad altri impatti. Nel 2022 un’ampia e persistente assenza di precipitazioni in combinazione con ondate di caldo ha colpito diverse regioni d’Europa. Ciò a sua volta ha portato a produzioni idroelettriche storicamente basse e a una riduzione della produzione da parte delle centrali termoelettriche – compresi i reattori nucleari – a causa della mancanza di acqua di raffreddamento (Toreti et al., 2022)”.

“Inoltre – aggiunge il documento – i bassi livelli dell’acqua in alcuni dei principali corsi d’acqua dell’Ue hanno interrotto le forniture di carburante alle centrali elettriche a carbone (Gillespie e Sorge, 2022). Questi eventi dimostrano che il cambiamento climatico – che rende gli eventi meteorologici estremi come la siccità più frequenti e intensi – richiede un ripensamento dei fattori e delle soluzioni per la sicurezza energetica dell’Ue in futuro, comprese le tecnologie che in passato sono state considerate altamente affidabili”.

PIU’ RINNOVABILI CHE NUCLEARE

Ottmar Edenhofer, presidente del comitato consultivo, ha detto però ai giornalisti che “nei nostri scenari, riconosciamo pienamente che i diversi Stati membri hanno opzioni diverse per l’energia nucleare: non c’è niente di sbagliato in questo. Tuttavia, ciò che dobbiamo fare a breve termine è espandere le energie rinnovabili, che sono economiche in tutti gli scenari, anche per i paesi con una quota relativamente elevata di energia nucleare. L’energia nucleare e le energie rinnovabili sono sostituti molto vicini”, verso il net zero, ma non sufficiente (il nucleare) per la neutralità carbonica.

La Commissione europea presenterà la sua raccomandazione per un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040 il 6 febbraio, intanto.

 

Scarica qui il rapporto integrale

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