Prezzi del petrolio sopra i 110 dollari. Sale anche il gas. Ipotesi stop export dalla Russia sul tavolo. Sace sospende la valutazione di nuovi progetti in Russia e Bielorussia. Moody’s: L’escalation del conflitto militare mette a rischio la ripresa economica dell’Europa
Ancora in salita il prezzo del petrolio sui mercati internazionali. Dopo il calo di ieri al Nymex di New York, le notizie riguardanti i bombardamenti e il passaggio in mano russe della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, ha portato i future sul Wti a oltre 110 dollari (+2,3%) e il Brent a 112 dollari (+1,75%).
SI DISCUTE DI POSSIBILI LIMITAZIONI A EXPORT DI GREGGIO E DI GAS DALLA RUSSIA
Nel frattempo da Washington si parla di possibili limiti alle esportazioni di greggio raffinato dalla Russia, ipotesi finora non presa in considerazione. Anche l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla Nato, ha affermato che si sta prendendo in considerazione l’ipotesi di bloccare l’acquisto di gas e petrolio russo.
PREZZI DEL GAS ALLE STELLE
Anche il gas ha infatti registrato degli aumenti questa mattina: al Ttf, il mercato olandese di riferimento per l’Europa, il combustibile è stato scambiato sopra i 170 euro per megawattora con incrementi sopra il 7%.
LE RIPERCUSSIONI SULLE MATERIE PRIME
La guerra in Ucraina ha fatto schizzare alle stelle le quotazioni del grano, che dall’inizio del conflitto hanno subito un aumento che sfiora il +40%. Andamento al rialzo confermato anche dai dati Ismea, e che sta interessando altre materie prime come mais e soia. Lo afferma Assoutenti, che lancia oggi l’allarme sui listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti venduti in Italia, smentendo con i dati ufficiali le informazioni errate rese nei giorni scorsi da alcune piccole unioni dei consumatori che avevano negato la possibilità di rincari nel nostro paese. “All’incremento delle quotazioni delle materie prime in atto si aggiungono i maggiori costi energetici in capo alle attività produttive causati del caro-bollette, e i costi di trasporto enormemente aumentati per effetto dell’escalation di benzina e gasolio – spiega il presidente Furio Truzzi – Tutti fattori che, sommati, influiranno nelle prossime settimane sui prezzi al dettaglio di numerosi prodotti venduti in Italia, dalla pasta al pane, passando per crackers, biscotti, dolciumi”.
MOODY’S: IL CONFLITTO AUMENTA I RISCHI PER L’ECONOMIA GLOBALE
A confermare il trend economico al ribasso ci ha pensato Moody’s Investors Service che nel suo ultimo rapporto ammette che le successive sanzioni economiche innescate dal conflitto tra Russia e Ucraina hanno aumentato i rischi per le prospettive economiche globali la portata degli effetti dipenderà dalla lunghezza e dalla gravità della crisi.
“L’escalation del conflitto militare metterebbe a rischio la ripresa economica dell’Europa – ha detto Kelvin Dalrymple, VP-Senior Credit Officer di Moody’s -. Il resto del mondo sarà colpito da shock dei prezzi delle materie prime in un momento in cui l’inflazione è già alta, e dalle ripercussioni finanziarie delle sanzioni contro la Russia e dalla volatilità dei mercati finanziari”.
LA RUSSIA E LA BIELORUSSIA SENTIRANNO L’IMPATTO PIÙ DIRETTO
A giudizio dell’agenzia di rating, la Russia e la Bielorussia sentiranno l’impatto più diretto delle vaste sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Ma le sanzioni avranno anche un impatto indiretto anche sulle entità straniere che fanno affari con la Russia. “Tutti questi sviluppi potrebbero avere conseguenze a catena per l’economia globale – si legge nel report -. Gli shock dei prezzi delle materie prime aumenteranno le pressioni inflazionistiche, in particolare nelle economie che sono forti importatori di materie prime russe. Dall’invasione, i prezzi del petrolio sono saliti sopra i 100 dollari al barile. La Russia è un grande produttore di metalli tra cui alluminio, platino, rame e palladio e anche i loro prezzi sono saliti a causa della crisi. Mentre gli altri paesi che producono questi metalli beneficeranno di prezzi più alti, i consumatori dovranno affrontare costi più alti, dato che gli aumenti ricadono su di loro”.
La Russia e l’Ucraina dominano anche nella produzione globale di gas neon, un componente nella produzione di semiconduttori, che potrebbe esacerbare ulteriormente le carenze di chip e i problemi di approvvigionamento nell’industria automobilistica, ha ricordato Moody’s. I due paesi forniscono, inoltre, circa il 14% della fornitura mondiale di grano e il 25% delle esportazioni globali di grano. I prezzi del grano e di altri cereali sono aumentati bruscamente dopo l’invasione, anche se l’impatto sull’approvvigionamento alimentare è mitigato dal fatto che gli eventi si stanno svolgendo durante l’inverno e non durante la stagione del raccolto. La Russia è uno dei principali produttori di soia, il cui prezzo sta aumentando. Anche il costo dei fertilizzanti a base di petrolio è destinato ad aumentare. L’inflazione dei prezzi alimentari, insieme ad altri costi in aumento, potrebbe peggiorare le tensioni sociali in alcuni paesi.
LE CONSEGUENZE ECONOMICHE
“I mercati finanziari globali sono stati volatili dopo l’invasione. L’incertezza geopolitica, l’aumento dei prezzi delle materie prime, l’escalation delle sanzioni e le interruzioni delle attività regionali peseranno sul sentimento del mercato – ha concluso Moody’s -. Se questo si traduce in una significativa e prolungata compressione della liquidità, indebolirebbe le condizioni di finanziamento per gli emittenti globali ad alto rendimento e per i paesi dei mercati emergenti che dipendono dai flussi di capitale globali, alcuni dei quali stanno già sperimentando un accesso limitato ai finanziamenti. In questo contesto, il dollaro continua a rafforzarsi. Finora, tuttavia, gli spread di credito nell’area dell’euro si sono ampliati solo moderatamente, e sono ancora al di sotto del picco durante l’inizio della pandemia”.
SACE SOSPENDE TEMPORANEAMENTE VALUTAZIONE NUOVI PROGETTI IN RUSSIA E BIELORUSSIA
Intanto, in considerazione dell’aggravamento di rischio sulle geografie interessate dal conflitto russo-ucraino, SACE sospende temporaneamente la valutazione dell’assunzione di nuovi rischi per l’attività di export credit in Russia e in Bielorussia. Inoltre, con l’obiettivo di valutare quotidianamente lo scenario e fornire il massimo supporto agli esportatori italiani e al Sistema Paese, SACE ha attivato un tavolo di crisi trasversale che coinvolge diverse funzioni e continuerà a monitorare la situazione con estrema attenzione, aggiornando la propria posizione in base a futuri sviluppi.