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Opec

Perché il (crescente) movimento anti-OPEC è disastroso per i mercati petroliferi

Per Carl Pope di Bloomberg l’alternativa all’OPEC sarebbe una Organization for Clean and Affordable Transportation (OCAT), composta da “produttori e consumatori responsabili di petrolio”

Ad inizio 2022 l’ex premier Mario Draghi aveva lanciato l’idea che i grandi acquirenti di petrolio si unissero e si opponessero all’OPEC+. L’idea non è andata molto oltre la sua prima fase, perché vi era un problema evidente che non poteva essere ignorato, ovvero che l’OPEC si sarebbe vendicata. Eppure, alcune idee sono così attraenti da ritornare, magari in forme leggermente diverse, scrive Irina Slav su Oilprice.com.

Ecco allora che è riaffiorata l’idea di un club di compratori anti-OPEC; inoltre un disegno di legge NOPEC è passato al Senato degli Stati Uniti e, secondo i media, potrebbe essere approvato.

LE PREVISIONI DI CARL POPE DI BLOOMBERG

Un editorialista di Bloomberg, Carl Pope, recentemente ha illustrato la sua visione su un eventuale gruppo anti-OPEC, che unirebbe l’idea di un petrolio a prezzi accessibili ad una spinta per l’elettrificazione dei trasporti. Ancora una volta, i problemi sono troppo evidenti per essere ignorati.

Per cominciare, Pope suggerisce che, nel caso in cui il disegno di legge sulla NOPEC avesse successo, gli Stati Uniti potrebbero iniziare a punire i membri dell’OPEC+ imponendo multe o dazi all’importazione e persino delle sanzioni, oltre a vietare l’accesso ai mercati finanziari pubblici alle compagnie petrolifere nazionali, come ad esempio la saudita Saudi Aramco e la russa Rosneft.

Rosneft è già pesantemente sanzionata e tagliata fuori dai mercati finanziari occidentali, mentre Saudi Aramco non è esattamente Chevron o Shell e, sebbene di recente abbia sfruttato più volte i mercati, dipende così tanto dalla finanza esterna che potrebbe subire seri danni da misure di questo genere.

L’altro fatto che l’idea di Pope sembra ignorare è che queste misure punitive significherebbero essenzialmente che il petrolio OPEC+ diventerebbe più costoso per i Paesi che decideranno di adottarle. Del resto qualsiasi petrolio diventa più costoso quando vengono introdotte sanzioni o tariffe su un terzo dell’offerta globale.

Ancora una volta, questa non sarebbe una cattiva notizia per i venditori di petrolio, inclusi gli USA, ma sarebbe certamente una cattiva notizia per gli acquirenti, Stati Uniti inclusi.

OCAT – ORGANIZATION FOR CLEAN AND AFFORDABLE TRANSPORTATION

L’alternativa all’OPEC proposta da Pope è quella che lui chiama una “Organization for Clean and Affordable Transportation” (OCAT). Secondo il giornalista di Bloomberg dovrebbe essere composta da “produttori e consumatori responsabili di petrolio”. Ciò significherebbe Stati Uniti, Canada e Norvegia dal lato dei produttori e praticamente tutti tranne l’OPEC+ dal lato dei consumatori. Non ci sarebbero quindi molti produttori responsabili.

L’idea sembra seguire il modello della cosiddetta spinta all’amicizia guidata dagli Stati Uniti sui minerali critici. Per ora la spinta punta a ridisegnare le catene di approvvigionamento per la transizione energetica e a ridurre il predominio schiacciante della Cina nell’estrazione e nella lavorazione di minerali critici. L’idea, come l’OCAT di Pope, è affidarsi a produttori amichevoli delle materie prime necessarie per la transizione. Il problema, come con l’OCAT, è che questi produttori potrebbero fornire solo una parte della fornitura necessaria alla transizione.

I PIANI DEGLI USA E DELL’UNIONE EUROPEA

Al governo Biden piace controllare tutti i tipi di prezzi, inclusa l’offerta di petrolio, anche se finora non è riuscito ad ottenere nulla di simile al controllo negli USA, per non parlare dell’OPEC+. L’industria petrolifera statunitense infatti è molto contraria ad una legge NOPEC, perché sa come funziona il mercato petrolifero.

Come ha affermato il presidente e amministratore delegato dell’American Petroleum Institute, nei commenti sugli ultimi sviluppi del disegno di legge NOPEC, questo “creerebbe ulteriore instabilità nel mercato e aggraverebbe i problemi esistenti nel commercio internazionale. Questo disegno di legge sarebbe inutile in qualsiasi condizione di mercato passata, presente o futura”.

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea – che secondo Pope dovrebbero formare la nuova Organizzazione anti-OPEC per i trasporti puliti e convenienti – hanno già commesso un grave errore con la Russia: presumevano che, qualunque cosa le avessero fatto in termini di sanzioni e congelamento dei beni, la Russia non si sarebbe vendicata perché ha bisogno dei mercati occidentali.

LE POSSIBILI REAZIONI DELL’OPEC+

Ora i sostenitori della NOPEC sembrano fare la stessa pericolosa ipotesi, ovvero che l’OPEC+ non si vendicherà contro le azioni punitive dell’Occidente, e che l’Occidente può sopravvivere più a lungo senza il petrolio dell’OPEC+ di quanto l’OPEC+ possa sopravvivere senza vendere il proprio petrolio all’Occidente. Come si evince da quanto avvenuto in Europa negli ultimi mesi, questa è un’ipotesi molto discutibile.

Le speranze alla base di una spinta anti-OPEC sono speranze di un maggiore controllo del mercato petrolifero globale, in modo da evitare i picchi di prezzo che danneggiano le economie. La realtà è che tale controllo è impossibile per un gruppo di Paesi che comprende solo tre Stati produttori di petrolio più il Regno Unito, una potenza petrolifera in declino a causa dei piani di transizione del governo.

In qualsiasi mercato, non si tratta tanto di chi rappresenta la maggior parte della domanda che può spostare il mercato dove vuole, ma di chi rappresenta la maggior parte dell’offerta. Questo è forse il miglior argomento a favore della transizione energetica e dell’elettrificazione dei trasporti. Quindi – conclude Irina Slav –  è un vero peccato che la Cina incombe così tanto in quel settore, proprio come l’Arabia Saudita, la Russia e i loro amici dell’OPEC+ incombono sul petrolio.

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