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Nucleare Reattori Nucleari

Perché il ritorno del nucleare in Occidente potrebbe essere più lento del previsto

Molti Paesi potrebbero essere troppo ottimisti nel prevedere una rapida implementazione di reattori e capacità, in un settore – quello dell’energia nucleare – noto per avere anni di ritardi e grandi superamenti dei costi

I Paesi occidentali potrebbero fare il passo più lungo della gamba, nella loro ambizione di implementare rapidamente nuova capacità di energia nucleare, per ridurre la dipendenza dall’uranio fornito dalla Russia e raggiungere gli obiettivi net zero con più elettricità generata da fonte atomica.

L’IMPEGNO DEI PAESI SUL NUCLEARE ALLA COP28

Al vertice sul clima COP28 dello scorso anno, gli Stati Uniti e altri 21 Paesi (tra cui Regno Unito, Francia, Canada, Svezia, Corea del Sud, Ghana ed Emirati Arabi Uniti) si sono impegnati a triplicare le capacità energetiche nucleari entro il 2050, affermando che incorporare più energia atomica nel proprio mix energetico è fondamentale per raggiungere, nei prossimi decenni, gli obiettivi sulle zero emissioni nette.

La dichiarazione “riconosce il ruolo chiave dell’energia nucleare nel raggiungimento dell’azzeramento globale delle emissioni di gas serra entro il 2050 e nel mantenere a portata di mano l’obiettivo degli 1,5 gradi Celsius”, ha affermato il Dipartimento di Stato americano.

I PAESI OCCIDENTALI SCOMMETTONO SUL NUCLEARE

Come scrive Tsvetana Paraskova su Oilprice, oggi la maggior parte dei governi occidentali, con l’eccezione della Germania, stanno scommettendo sul nucleare nell’ottica di raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di CO2. Molti, però, potrebbero essere troppo ottimisti nel prevedere una rapida implementazione di reattori e capacità, in un settore noto per avere anni di ritardi ed enormi superamenti dei costi.

Secondo Ian Edwards, amministratore delegato del colosso canadese dell’ingegneria AtkinsRéalis, “le parti interessate devono pianificare meglio e portare a termine correttamente la fase di esecuzione”. AtkinsRéalis produce CANDU, l’unico reattore nucleare che non necessita di uranio arricchito. La tecnologia CANDU sta per “Canada deuterium uranium”, perché utilizza l’ossido di deuterio – o acqua pesante – come moderatore e refrigerante e come combustibile utilizza l’uranio naturale, non arricchito.

I RITARDI (E I SUPERAMENTI DEI COSTI) DEI PROGETTI

Negli ultimi anni in Occidente diversi progetti nucleari hanno subito enormi ritardi e superamenti dei costi. Due esempi lampanti sono il progetto Hinkley Point C, nel Regno Unito, del gigante energetico francese EDF, e la centrale nucleare di Vogtle, nello Stato americano della Georgia. Ad inizio 2024 EDF ha rinviato, ancora una volta, il probabile inizio operativo di Hinkley Point C al 2029-2031 (a seconda di vari scenari), rispetto all’intenzione originale di avere la prima unità in funzione nel 2025. I costi hanno superato le stime, passando dai 23 miliardi di dollari preventivati inizialmente a 43,5 miliardi di dollari.

In Georgia, la scorsa estate ha iniziato a funzionare commercialmente un nuovo reattore nella centrale nucleare di Vogtle. Si tratta del primo nuovo reattore ad essere avviato negli Stati Uniti dal 2016. La costruzione nei due nuovi siti dei reattori a Vogtle è iniziata nel 2009. Con un costo iniziale previsto di 14 miliardi di dollari e l’inizio delle operazioni commerciali nel 2016 (Vogtle 3) e nel 2017 (Vogtle 4), il progetto ha subito notevoli ritardi di costruzione e superamenti dei costi. Il costo totale ora stimato in oltre 30 miliardi di dollari.

LE NUOVE TECNOLOGIE

L’impennata dei prezzi dell’uranio e la riduzione dell’offerta sul mercato globale hanno spinto i produttori statunitensi a rilanciare le miniere abbandonate che non sono operative da oltre un decennio. Gli Stati Uniti sostengono anche la tecnologia nucleare avanzata e i reattori su piccola scala, che si ritiene saranno il futuro dell’energia atomica.

Questa settimana, TerraPower – una società che lavora sullo sviluppo di reattori nucleari su piccola scala sostenuta da Bill Gates – ha dichiarato che inizierà la costruzione del suo reattore di nuova generazione negli States già a giugno. TerraPower ha sviluppato la tecnologia “Natrium” per reattori avanzati, che presenta un reattore veloce raffreddato al sodio con un sistema di accumulo di energia a base di sali fusi. L’impianto dimostrativo di Natrium sarà costruito vicino ad un impianto di carbone in disuso a Kemmerer, nel Wyoming.

I PIANI DELL’ITALIA SUL NUCLEARE

Per quanto riguarda l’Italia, venerdì scorso, a margine del convegno ‘Milano Smart”, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che “la posizione dell’Italia è nettamente a favore delle nuove forme di produzione di energia nucleare. Con la piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile stiamo costruendo il quadro giuridico necessario per consentirci di far parte a pieno titolo della famiglia dei Paesi nuclearisti. Solo il moderno nucleare può assicurarci di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione garantendo all’Italia, nel contempo, energia sicura e costante”.

Per il ministro Pichetto, “per essere realisti, dobbiamo farci un quadro giuridico, tener conto dell’opinione pubblica, offrire garanzie e creare una percezione rispetto alle tecnologie. Siamo parte integrante del sistema del nucleare: stiamo lavorando sulla fusione, siamo sulla quarta generazione con i piccoli reattori, che saranno a disposizione alla fine di questo decennio. La sfida per me è il nucleare, stando a fianco delle nostre imprese, con commesse che superano i due miliardi di euro”.

LA PROPOSTA DI LEGGE DI NOI MODERATI

Inoltre, a fine febbraio Noi Moderati ha presentato una proposta di legge sul nucleare di nuova generazione, che sarà all’esame dell’Aula della Camera a maggio. Nel documento si legge che “la proposta di legge si prefigge di promuovere una strategia nazionale volta a conseguire gli obiettivi, già delineati nel PNIEC, per l’inserimento del nucleare di nuova generazione come fonte alternativa e pulita per la produzione di energia. A tal fine, la proposta di legge definisce l’impegno del nostro Paese a promuovere linee d’azione per lo sviluppo in ambito nazionale, europeo e internazionale, delle nuove tecnologie nucleari destinate alla produzione di energia per scopi civili”.

La proposta prevede che, “entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Ambiente, sentita la Conferenza Stato-Regioni e province autonome e acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti, adotti una strategia per l’inserimento del nucleare di nuova generazione come fonte alternativa e pulita per la produzione di energia”.

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